Min. Giustizia: Adesione sciopero del 5 febbraio al Tribunale di Matera

18 Luglio 2011

Adesione sciopero Tribunale di Matera

 

Il personale tutto del Tribunale di Matera partecipante allo sciopero odierno nonchè al presidio sindacale presso gli Uffici giudiziari, fa presente che l’adesione è stata prossima al 100% (considerando i presidi obbligati per legge).

Innanzitutto il personale stesso contesta in maniera forte e decisa l’ipotesi di accordo sottoscritto dalle sole sigle sindacali CISL e SAG-Unsa, in spregio alla maggioranza dei lavoratori rappresentata da CGIL, UIL, FLP, RDB/CUB e da ultimo dall’UGL.

Tale accordo è stato “imposto” prepotentemente senza contrattazione e senza aver preso in considerazione le proposte delle altre sigle indacali.

Detta ipotesi di contratto toglie risorse che appartengono ai lavoratori ed alla contrattazione. Di fatto tale accordo è stato normato tramite una legge invece che tramite contrattazione, come avvenuto negli anni passati e dunque ha snaturato il principio del contratto di lavoro rimesso solamente alla volontà delle parti.

Si tratta praticamente di “norme anticostituzionali!!” di cui si aspetta la dichiarazione di incostituzionalità.

Dal FUA (Fondo Unico di Amministrazione) sono state sottratte risorse economiche dei lavoratori per pagare gli organi di controllo che valuteranno la produttività dei lavoratori stessi.Si richiede con forza, pertanto che il FUA deve rimanere interamente nella disponibilità dei lavoratori! La proposta di contratto umilia nuovamente i lavoratori della Giustizia perchè:

1) Non si sono riqualificati dieci anni fa, quando erano in organico numerosi posti vacanti che avrebbero reso la riqualificazione possibile per tutti;

2) Oggi solo poche unità, in relazione alle ridotte e risicate piante organiche attuali, potranno fruire dei benefici della riqualificazione.

L’unica soluzione, poichè siamo al palo nella progressione di carriera daglui anni ’90, utile per il personale del dipartimento organizzazione della Giustizia (ricordiamo che per l’Amministrazione Penitenziaria si è proceduto a ben due riqualificazioni), rimane quella della riqualificazione mediante passaggio a livello di posizione professionale ed economica immediatamente superiore. La proposta di contratto integrativo che è stata firmata dalle due sigle sindacali riporta alla gestione del lavoro in un’ottica di gerarchizzazione non tenendo più conto dell’interfungibilità delle figure professionali a cui sono stati chiamati i lavoratori dal contratto del 2000, e tutto questo in un momento in cui il servizio Giustizia dovrebbe assumere una importanza cruciale nella vita del paese.

Dunque per dieci anni si chiamano i lavoratori alla interfungibilità delle funzioni e poi si riportano con un accordo non accettato dalla gran parte di essi a un rapporto gerarchizzato che ingesserà e mortificherà la loro professionalità anche a discapito del funzionamento degli uffici giudiziari.

IL MIGLIORAMENTO DEL SERVIZIO PUO’ PASSARE SOLTANTO ATTRAVERSO LA RIQUALIFICAZIONE UMANA E PROFESSIONALE DEL PERSONALE DELLA GIUSTIZIA CHE RISPETTI LA DIGNITA’ DEL LAVORATORE SUL PIANO PROFESSIONALE E DI MIGLIORAMENTO DELLA SUA RETRIBUZIONE!!!!

Non possiamo accettare passivamente un contratto che calpesta i nostri diritti, mentre tutti gli altri dipendenti pubblici hanno visto riconosciute le loro aspettative sia dal punto di vista professionale e retributive.

Con questo contratto si torna indietro di dieci anni dopo che si è preteso il massimo dai lavoratori con la parola magica “interfungibilità” che altro non è stato che far svolgere quotidianamente mansioni superiori non proprie. Queste mansioni superiori già svolte sono state trasfuse nel contratto integrativo che si contesta,

con un contentino economico umiliante.

Con questo contratto si ignora tutta la professionalità acquisita, dando valore soltanto al titolo di studio dimenticandosi dei tanti lavoratori ombra che hanno retto tutti gli uffici giudiziari del paese.Altra nota dolente è la questione della mobilità interna del personale, disattesa puntualmente dal ministero della Giustizia che dovrebbe indire l’interpello che consente al dipendente di cambiare ufficio o città ogni anno, come stabilito dagli accordi siglati dalle OOSS, mentre mediamente detto interpello viene bandito ogni 5 anni. 

 

I dipendenti del Tribunale, Procura e Uffici del Giudice di Pace del circondario aderenti allo sciopero
 

 

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