Min. Giustizia: comunicato assemblea lavoratori Corte d’appello di Campobasso del 17 giugno

18 Luglio 2011

documenti dai territori

 
Comunicato dell’assemblea del 17 giugno 2010

Oggi, 17 giugno 2010, si è tenuta nell’aula d’udienza della Corte d’appello di Campobasso, un’assemblea pubblica tra i rappresentanti molisani delle associazioni dei magistrati, dei sindacati del personale amministrativo e dell’organismo unitario dell’avvocatura, tutti soggetti sottoscrittori del Patto per la Giustizia.

L’assemblea ha approvato il seguente comunicato.

Ai sensi dell’articolo 53 della Costituzione Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Si tratta di un’applicazione nella materia tributaria del più generale principio di eguaglianza.

In violazione di tale norma costituzionale il decreto legge n. 782010, di recente approvato dal Governo ed ancora non convertito in legge, ha posto a carico dei soli dipendenti pubblici un prelievo di natura sostanzialmente tributaria e consistente per il personale contrattualizzato nel blocco per tre anni dei rinnovi contrattuali e, per il personale non contrattualizzato, nel blocco per tre anni degli adeguamenti all’inflazione, degli scatti e persino degli effetti economici delle eventuali promozioni maturate.

Tutto ciò non era mai accaduto in oltre sessant’anni di storia repubblicana e si rivela profondamente iniquo e mortificante per la dignità professionale e personale dei pubblici dipendenti italiani.

Inoltre, con lo stesso decreto legge, è stata decisa un’ulteriore decurtazione, nella misura del 10%, delle dotazioni finanziarie ministeriali ed è stato prorogato il blocco del turn over del personale amministrativo. Tutto ciò avrà effetti drammatici sulla funzionalità degli uffici giudiziari se teniamo ad esempio presente che: per le spese ordinarie, nel solo Tribunale di Campobasso, a fronte di uno stanziamento nell’anno 2002 pari ad euro 12.670,00, nell’anno 2009 vi è stato uno stanziamento di soli euro 4.800,00; il personale amministrativo che va in pensione non viene rimpiazzato, con serie difficoltà a garantire la funzionalità degli uffici e la presenza del cancelliere nelle udienze civili, presenza che già oggi non viene garantita al Tribunale di Larino ed alla sezione distaccata di Termoli.

Il personale amministrativo, ormai fermo da anni nelle stesse qualifiche ed ingabbiato nelle aree, per effetto del nuovo contratto integrativo si è visto propagandare come riqualificazione un ulteriore demansionamento, a differenza dei dipendenti D.A.P. e dell’archivio notarile che, pur appartenendo allo stesso Ministero, hanno già avuto in passato avanzamenti di carriera ed economici. Infatti, non solo sono venute meno tutte le aspettative giuridiche, giacchè ogni qualifica è stata cristallizzata con pochissime possibilità di progressione sia all’interno sia, a maggior ragione, tra le aree, ma alcune qualifiche si sono viste togliere competenze sinora svolte con la collocazione verso il basso, anziché verso l’alto come imporrebbe l’avanzamento di carriera. La “cosidetta riqualificazione”, quindi, sarà solo orizzontale e non verticale, così come invece si è sinora avuta da parte di tutti i dipendenti statali, con ulteriore disparità di trattamento per chi, come il personale dell’amministrazione giudiziaria, non ha mai goduto di nessuna riqualificazione.

A questo bisogna aggiungere che la realizzazione di un eventuale progetto di mobilità tra le amministrazioni comporterà la copertura di qualifiche superiori da parte di personale già riqualificato appartenente ad altra amministrazioni.

Va poi precisato che il personale amministrativo non percepisce, ormai, da tempo più alcun compenso straordinario e che l’abolizione del F.U.A., già paventata in base ad una virtuale meritocrazia di cui ancora non si conoscono i criteri di valutazione, sembra essere ormai una realtà. Inoltre nel territorio della Provincia di Campobasso i lavoratori sono in questi mesi gravati dall’ulteriore prelievo dei contributi sospesi in occasione del terremoto.

Inoltre nulla continua ad essere deciso rispetto agli sprechi ed alle spese improduttive che affliggono questo Ministero, come ad esempio: la presenza di alcuni uffici del Giudice di pace dove vengono iscritte poche cause all’anno e si spendono centinaia di migliaia di euro per il riscaldamento, l’affitto o l’immobilizzazione forzata dei locali; l’insoddisfacente riscossione delle pene pecuniarie e delle spese di giustizia, rispetto alle quali occorrerebbe prevedere forme automatiche di congelamento dei beni degli indagatiimputati (sul genere dell’abrogato istituto dell’ipoteca legale) nonché forme di significativa compartecipazione dei lavoratori agli introiti riscossi; l’ingiustificata estensione anche alle pene pecuniarie dell’indulto di cui alla legge n. 2412006; i costi derivanti dall’irrazionale dislocazione in tre sedi diverse della scuola della magistratura.

Tutto ciò non è più ulteriormente tollerabile.

Per questa ragione, ove in sede di conversione il decreto non verrà significativamente modificato, le categorie interessate si riservano ogni azione giudiziaria per la tutela dei loro diritti e, soprattutto, sia pure in accordo con quanto verrà deciso a livello nazionale, dichiarano dalla data del 1° luglio 2010 di voler cessare da tutte quelle attività di supplenza non dovute grazie alle quali fino ad ora l’amministrazione della giustizia ha continuato a funzionare nonostante il disimpegno della classe politica. Ad esempio i magistrati si rifiuteranno di continuare a tenere udienze senza la presenza del cancelliere ed il personale amministrativo, a fronte degli straordinari non corrisposti, si rifiuterà di lavorare oltre gli orari di ufficio e si riserva di proporre domande di mobilità in blocco e di esigere il rigoroso rispetto delle proprie mansioni.

Il presente comunicato sarà trasmesso al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, al Ministro dell’Economia, al Ministro della Funzione Pubblica, al Prefetto di Campobasso, ai Presidenti delle Commissioni Giustizia ed Economia di Camera e Senato, ai Parlamentari eletti nella Regione Molise nonché, per conoscenza, al Consiglio superiore della Magistratura, al Consiglio nazionale Forense, al Consiglio giudiziario di Campobasso ed ai vertici delle organizzazioni sindacali interessate.

Campobasso, 17 giugno 2010.

Firmato:

Rossana Venditti, presidente associazione nazionale magistrati distretto di Campobasso
Demetrio Rivellino, presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati
Guglielmo Di Lembo, segretario regionale Cgil funzione pubblica

I componenti delle r.s.u. del Tribunale di Campobasso:
Luisa Romano
Ulisse Gallo
Giuseppina Santucci
Concettina Cofelice

 
 
 
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto