Min. Lavoro e Politiche Sociali: nota su attività ispettiva

18 Luglio 2011

ATTI VITA' ISPETTIVA : QUALE PRESENTE E QUALE FUTURO

Ai lavoratori e agli iscritti CGIL del Ministero
del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

Apprezziamo la scelta fatta dall’Amministrazione di accogliere le richieste avanzate dalla FP CGIL, con i comunicati in data 7 febbraio e 20 febbraio 2009, di aprire un confronto su temi tanto importanti quali la programmazione dell’attività ispettiva, la mobilità esterna e l’informatica.

Sul primo tema esprimiamo le nostre valutazioni, consapevoli che tale attività, finalizzata alla tutela dei lavoratori, è tra tutti lavori pubblici uno dei più importanti e delicati.

L’esame del “Documento di programmazione della attività di vigilanza per l’anno 2009”, invece rivela il preciso intento di sminuirne e limitarne l’incisività fino a renderla di fatto inefficacie.

Infatti prendendo come causa delle scelte operative, la problematica connessa alla crisi economica, le scelte politiche che caratterizzano questo documento, orientano tale attività verso uno pseudo contrasto delle irregolarità sotto il profilo sostanziale e non formale delle regole.

Pseudo contrasto, perché a leggere con attenzione il documento ci si accorge che sia per la scelta dei fenomeni da contrastare che per gli obiettivi da raggiungere, i criteri adottati tendono ad effettuare una operazione di facciata, che in concreto non incide minimamente sul rilevante problema del lavoro nero, sommerso, irregolare.

Basta leggere le contraddizioni tra il rapporto delle ispezioni da effettuare in regioni come la Lombardia o il Veneto, rispetto a quelle indicate per la Basilicata o il Piemonte.

Limitare l’intervento ispettivo soltanto a settori specifici, come per esempio al contrasto del lavoro sommerso (che per definizione è difficilmente individuabile), significa in concreto tener fuori dalla sfera di intervento interi settori produttivi, lasciare senza tutela dello Stato un gran numero di lavoratori discriminandoli pesantemente.

In sintesi, la vera tutela dell’Amministrazione è rivolta alla parte datoriale, la parte tradizionalmente più forte nel rapporto di lavoro.

E che dire del ricatto psicologico innestato nei confronti di ogni singolo ispettore, attraverso il “Progetto uniformità e trasparenza”, che dovrà vedere la propria attività istituzionale sottoposta al giudizio di una serie di soggetti, tra i quali si badi bene, i consulenti del lavoro e non già dei lavoratori, unici veramente interessati, perchè è alla loro pelle e al loro futuro che è rivolta l’azione di vigilanza del personale ispettivo.

Nel corso dell’incontro previsto per il 16/3 p.v. metteremo in evidenza questi ed altri aspetti “perversi” dell’attività ispettiva, così come pensata e voluta dal documento predisposto dall’Amministrazione. Qui, in conclusione, vogliamo soffermarci su una semplice considerazione: se l’Amministrazione avesse voluto affrontare seriamente questi problemi avrebbe dovuto prima di tutto reperire ed indicare le risorse economiche e strumentali da investire, predisporre un piano d’azione che realmente facesse sentire la presenza dello Stato nei luoghi di lavoro, motivare e sostenere l’operato del suo personale ispettivo non lasciare ancora più soli i lavoratori in questo momento cosi incerto e difficile.

Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali

Giuseppe Palumbo 

 

 

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