Ministero dell’Ambiente: I lavoratori difendono l’ambiente e il proprio ruolo. Comunicato stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale FP CGIL

18 Luglio 2011

Ministero dell'Ambiente: I lavoratori difendono l'ambiente e il proprio ruolo. Comunicato stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale FP CGIL

Mentre sui giornali il Ministro Prestigiacomo annuncia misure drastiche per combattere lo smog, al Ministero che dirige gli uffici sono allo sbando. Nonostante da ottobre sia in vigore il nuovo regolamento che organizza uffici, compiti e funzioni del Ministero dell’Ambiente, il Ministro non ha, ancora, colpevolmente, proceduto a nominare i responsabili delle nuove direzioni, a dare legittimità e certezza alla gestione quotidiana di quelle attività che dovrebbero garantire ai cittadini interventi efficienti per combattere l’inquinamento, governare e tutelare il territorio, avviare seri interventi in materia di mobilità, rifiuti e risorse idriche.

I lavoratori del Ministero dell’Ambiente, nel corso di un’affollata assemblea svoltasi, martedì 26 gennaio, e proclamata unitariamente da fpcgil, fpcisl e uipa, hanno denunciato con forza l’insostenibile stato di caos organizzativo in cui versa la struttura.

Il Ministro, nella sua intervista al Corriere della Sera, afferma che il Ministero sta lavorando da oltre otto mesi per realizzare un Piano nazionale contro lo smog con i competenti uffici, ma quali?

Quelli esistenti sono drammaticamente deboli e possono contare su pochissime unità di personale, a causa di una disorganizzazione che ha rari precedenti nella storia delle amministrazioni dello Stato: dal 16 ottobre 2009, da quando è entrata in vigore la riforma organizzativa fortemente voluta dal Ministro (D.P.R. 3 agosto 2009, n.140), nessuna delle nuove Direzioni generali (cinque) ha un Direttore generale incaricato.

Le strutture dirigenziali di secondo livello (Uffici) operano nella “fase transitoria” secondo il precedente assetto organizzativo, assicurando l’ordinaria amministrazione. E ci chiediamo: un Piano nazionale per la riduzione delle polveri sottili rientra nell'”ordinaria amministrazione”?

Ma vi è ancora di più: il 30 dicembre 2009 il Governo ha approvato il decreto-legge n.195/2009 che prevede, all’art. 17, l’istituzione di un Ispettorato Generale per la gestione degli interventi nelle situazioni a più elevato rischio idrogeologico: a tale Ispettorato sarebbero preposti 3 nuovi direttori generali, con ulteriore taglio di strutture dirigenziali del Ministero stesso e congelamento delle posizioni lasciate libere dal personale che ha cessato servizio nel 2009 (pensionamento).

Intento nobile, si dirà, vista l’emergenza idrogeologica che sta interessando il Paese. Certo è strano fare una riforma organizzativa il D.P.R. 3 agosto 2009, n.140 che aveva previsto l’accorpamento della ex Direzione Generale per la difesa del suolo in un’unica Direzione Generale “per la tutela del territorio e delle risorse idriche” e poi non darvi attuazione.

Si nominano Commissari per l’emergenza in presenza di uffici sia del Ministero e che dell’ ISPRA (altro ente vigilato dal Ministero) che già svolgono funzioni in materia di rischio idrogeologico e che rappresentano un grande patrimonio di competenze e professionalità. E’ questa l’efficienza di cui parla il Governo? Moltiplicare strutture per effettuare nomine sembra questa la strategia, non la difesa dai rischi idrogeologici.

Purtroppo, di ristrutturazione in ristrutturazione il Ministero dell’Ambiente scompare: nel 2003, il regolamento di organizzazione del Ministero adottato con il D.P.R. 17 giugno 2003, n. 261 prevedeva 8 direttori generali, 62 dirigenti non generali e 928 tra funzionari e impiegati.

Con il nuovo D.P.R. 3 agosto 2009, n.140 i direttori generali sono passati da 8 a 6 (5 direttori generali ed 1 segretario generale), i dirigenti non generali da 62 a 50 e i funzionari e gli impiegati sono passati da 928 a 770.

Di questi 770 posti, circa 200 dell’attuale organico risultano tutt’ora scoperti (dal 2003 ad oggi il Ministero dell’Ambiente non ha mai bandito alcun concorso per coprire i posti vacanti della sua pianta organica continuando con l’affidamento a terzi di compiti e funzioni proprie dell’Ente, attraverso Convenzioni ed esternalizzazioni che generano precariato e clientele, con costi e spese poco trasparenti.

E soprattutto, chi elaborerà il Piano nazionale per la riduzione delle polveri sottili che milioni di cittadini stanno aspettando con preoccupazione?

Roma 27 gennaio 2010

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