Ministero dello Sviluppo Economico: regolamento di unificazione ovvero lo smantellamento di un’amministrazione pubblica fondamentale per il Paese

18 Luglio 2011

Ministero dello Sviluppo Economico: regolamento di unificazione ovvero lo smantellamento di un'amministrazione pubblica fondamentale per il Paese

 
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Pubblichiamo di seguito il testo del comunicato unitario

Attraverso i provvedimenti di questi giorni il Governo persegue l’obiettivo di smantellare il lavoro pubblico: con il disegno di legge Brunetta e il Decreto Tremonti si negano le risorse per i rinnovi dei contratti nazionali e contemporaneamente si procede a tagli del personale e non si stabilizzano i lavoratori precari, rendendo impossibile lo svolgimento del servizio in molti uffici, aprendo così la strada ad ulteriori privatizzazioni; tagli ai fondi di Amministrazione per mortificare la produttività, intervento per via legislativa su materie regolate dai contratti, pensiamo alla malattia, ai permessi, al part time, per tornare all’antico a quando i lavoratori non erano considerati impiegati e dirigenti con diritti e doveri ma soggetti rispetto ai quali alternare il bastone e la carota, secondo la convenienza elettorale.

Si tagliano i diritti e non le vere inefficienze , si attaccano i diritti e non i fannulloni. In questo quadro la vicenda del DPR di riordino del Ministero dello Sviluppo Economico assume la sua vera luce.

Giovedì scorso il Ministro ha presentato alle OO.SS lo schema di DPR del Mise pretendendo, in linea col comportamento del Ministro della Funzione Pubblica, entro due giorni le osservazioni delle parti sociali, che abbiamo puntualmente, seppur sommariamente, formulate in un documento unitario CGIL, CISL e UIL.

Il primo confronto con le OO SS, per quanto estremamente contratto e tale da non consentire un vero approfondimento delle rilevanti tematiche in discussione, da quelle organizzative a quelle concernenti il personale, ci era stato presentato come la fase iniziale di un percorso dialettico in cui il ruolo del sindacato è non solo previsto dalle norme, ma anche indispensabile ai fini di una riforma che sia funzionale al miglioramento dell’intervento pubblico nel sistema paese.

Buoni propositi rapidamente smentiti dai fatti.

Apprendiamo da un comunicato stampa, che il Ministro Scajola ha sottoposto,incredibilmente, all’approvazione del Consiglio dei Ministri un provvedimento molto diverso da quello illustrato alle organizzazioni sindacali il 3 luglio.

Colpisce l’atteggiamento del Ministro, privo persino del più elementare garbo nelle relazioni industriali, in netto contrasto con la dichiarata volontà di un’incisiva azione di rilancio del Ministero, anche avvalendosi pienamente del confronto con le parti sociali.

Il comportamento del Ministro è pienamente in linea e addirittura in maniera più marcata, con l’attacco al lavoro pubblico e al disprezzo nei confronti dei lavoratori pubblici rappresentato dal decreto 112/2008.

Pensiamo alla riduzione di 700 unità lavorative, quasi il 20% delle dotazioni organiche odierne, sbandierata addirittura come una vittoria e che renderanno ancora più difficile lo svolgimento di molte attività e l’attuazione del contratto di lavoro.

Sul fronte del servizio che deve essere reso ai cittadini, la volontà di rilancio espressa dal Ministro è smentita dalla soppressione della Direzione generale per la proprietà industriale- UIBM, con il conseguente accorpamento delle politiche sulla concorrenza con l’attività di vigilanza, la confusa individuazione delle attività di gestione della politica industriale, la dispersione delle competenze dell’ex Ministero del commercio internazionale, l’assenza delle attribuzioni riguardanti lo sviluppo della società dell’informazione e della conoscenza, che condurrà all’emarginazione del Ministero dai processi evolutivi in corso e all’esclusione dai grandi temi del mondo della comunicazione.

Chi vuole che il lavoro pubblico non funzioni? Il DPR di riorganizzazione dimostra nel merito e nel metodo usato che il Ministro Scajola o non è in grado di tenere fede alle proprie dichiarazioni oppure non crede a ciò che dichiara. In tutte e due i casi il suo secondo esordio è pessimo, i lavoratori e le lavoratrici del Ministero dello Sviluppo Economico si mobiliteranno contro il decreto Tremonti e il DPR di riorganizzazione perché entrambi incidono sull’efficienza e l’efficacia della pubblica amministrazione e sulla vita dei lavoratori peggiorandole entrambe.

I veri risparmi di spesa conseguiti con il nuovo Regolamento di unificazione sono fatti tutti sulla pelle dei lavoratori con un inaccettabile attacco ai livelli occupazionali che va ben oltre il già pesante taglio previsto dal D.L. 112/08:

  • Risparmi sulle consulenze esterne                                                        Euro Zero
  • Risparmi sulle esternalizzazioni (I.P.I. – Studiare e Sviluppo, ecc.)          Euro Zero 
  • Risparmi sulle sedi dismesse                                                               Euro 7, 6 Milioni 
  • Taglio di 700 posti di lavoro                                                                 Euro 28 Milioni

 
Le OO.SS. proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale.

FP CGIL A.Garzi – CISL FP P.Cibin – UIL PA A.Pilla 

Roma, 15 luglio 2008

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