Ministero Interno: O.D.G. approvato dalla delegazione trattante

18 Luglio 2011

Ministero Interno: O.D.G. approvato dalla delegazione trattante

Pubblichiamo l’ordine del giorno approvato dalla delegazione nazionale trattante di ministero, nella riunione del 15 febbraio scorso, alla quale hanno partecipato le rappresentanze delle regioni Piemonte, Veneto, E. Romagna, Lazio, Campania e Calabria. E’ la sintesi del nostro programma di lavoro in questa fase sindacale. Le indicazioni in esso contenuto saranno sviluppate in una assemblea nazionale di tutte le rappresentanze regionali, che convocheremo possibilmente prima della pausa pasquale.


 
CGIL FP 
 
La delegazione nazionale trattante della Fp-Cgil, Ministero dell’Interno, si riunisce – oggi – alla vigilia del primo incontro con il ministro Amato.
E’ un’opportunità che vogliamo cogliere, per avviare un percorso che segni un cambiamento non solo sul piano delle relazioni sindacali interne al ministero, ma soprattutto nella concreta realtà di questa amministrazione. E’ un obiettivo per il quale la Fp-Cgil ha lavorato unitariamente fin dall’insediamento del governo Prodi, e rappresenta un successo che intendiamo rivendicare pienamente.
Un successo che non giunge isolato, né inaspettato: accanto ai successi che l’iniziativa sindacale nel ministero ha conseguito negli ultimi mesi (avvio del terzo percorso di riqualificazione, recupero di 6 milioni di euro per aumentare le risorse del FUA, atto di concertazione per le funzioni della dirigenza contrattualizzata che individua per la prima volta decine di posti dirigenziali a carattere amministrativo e informatico) ricordiamo in particolare la vittoriosa mobilitazione contro la prima stesura della finanziaria 2007, che siamo riusciti a modificare trasformando quelli che venivano presentati come tagli unilaterali, alle risorse umane e ai posti di lavoro, in un percorso rispettoso dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, del ruolo delle loro rappresentanze sindacali, e comunque più attento alle ricadute sui servizi alla cittadinanza e alle comunità locali.
Non ci sfugge l’apparente contraddizione di una legge finanziaria che, mentre prevede tagli alla dirigenza e razionalizzazione degli uffici (tanto nel sistema della pubblica sicurezza, quanto nell’apparato centrale e periferico dell’amministrazione civile) al tempo stesso individua nella rete delle prefetture un luogo di sintesi della presenza dello Stato sul territorio, nel quadro di quel diverso rapporto tra Stato e autonomie locali che la riforma del Titolo V della Costituzione ha disegnato, e che il nuovo “testo unico” delle autonomie locali, recentemente presentato dal governo, dovrebbe attuare. Tuttavia, siamo convinti del percorso individuato dal recente documento unitario di Cgil Cisl e Uil su welfare sviluppo e pubblico impiego, e – prima ancora – nel memorandum firmato tra il governo e le nostre federazioni di categoria, insieme alle confederazioni, dove al tempo stesso vengono riaffermati la natura della pubblica amministrazione come garante di diritti di cittadinanza, le sue potenzialità come fattore di sviluppo per il sistema-paese, e il ruolo imprescindibile – in questa prospettiva – dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali confederali, unico vero baluardo contro i riflussi corporativi.
Nel merito, confermiamo che è indispensabile attribuire pienezza alle funzioni del personale dell’amministrazione civile, anche dirigenziale; riorganizzare il lavoro, e quindi gli uffici, per attuare i necessari interventi di razionalizzazione attraverso la massima chiarezza nell’individuazione a tutti i livelli delle responsabilità da attribuire al personale civile, sviluppando pienamente le conseguenze dei percorsi di riqualificazione e le indicazioni della pianta organica del personale; in particolare, diffondere a tutti i livelli dell’organizzazione della Polizia il modello individuato con l’accordo sull’Ufficio tecnico logistico, e chiudere – nel quadro delle modifiche alla legge Bossi-Fini – la fase emergenziale dello “sportello immigrazione”, individuando con precisione l’organizzazione dell’ufficio e la dotazione di personale necessarie a gestire quella parte delle procedure (primo ingresso dell’immigrato/a, e ricongiungimento familiare) che verosimilmente rimarranno funzioni del Ministero dell’Interno, anche nel quadro opportuno e necessario di un passaggio agli enti locali di tutte le altre funzioni e servizi per l’immigrazione.
Specialmente questi due ultimi obiettivi comportano la necessità di restituire certezza alle dotazioni organiche del ministero, e l’avvio di un programma di copertura delle gravi carenze tuttora presenti, con vuoti nell’organico a volte superiori al 50%, chiudendo la stagione del ricorso al lavoro precario anche attraverso un percorso di stabilizzazione del personale interinale.
Questi interventi sull’organizzazione del lavoro nel ministero, se attuati con coerenza e determinazione, possono aprire una stagione di protagonismo della contrattazione decentrata, nella quale il rinnovo delle RSU, e l’impegno che assumiamo a devolvere alla contrattazione territoriale la maggior quota possibile delle ulteriori risorse che riusciremo a far affluire sul FUA, possono contribuire al rilancio della funzione del Ministero dell’Interno come rete periferica di governo della coesione sociale, al servizio della cittadinanza e delle comunità locali.

Roma, 15 febbraio 2007
 
La delegazione trattante nazionale

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