Ministero Interno: proposta unitaria terzo percorso di riqualificazione

18 Luglio 2011

Ministero Interno: proposta unitaria terzo percorso di riqualificazione

Riprendiamo l’attività sindacale affrontando un nodo strategico, il terzo percorso di riqualificazione, rispetto al quale avanziamo una proposta unitaria. Ricordiamo a tutti che – per quanto riguarda la Fp-Cgil – nell’assemblea nazionale del 23 maggio scorso si era convenuto sulla opportunità di puntare a modifiche del sistema attualmente in vigore da realizzare nel prossimo Contratto Integrativo di Ministero (posizione che troviamo, sul piano del metodo, condivisa da Cisl e Uil), avviando nel frattempo un terzo percorso con le regole attualmente in vigore. E’ su questa proposta, che chiediamo – alle RSU, alle lavoratrici, ai lavoratori – di avviare un urgente confronto.


FP CGIL      CISL FPS       UIL PA

PER GARANTIRE LA SICUREZZA DEMOCRATICA, I DIRITTI DI CITTADINANZA, L’INTEGRAZIONE E LA COESIONE SOCIALE
PROSEGUIRE IL PERCORSO DI RIQUALIFICAZIONE DELL’AMM.NE CIVILE

Care colleghe, cari colleghi,
siamo consapevoli che, in questi ultimi anni, l’attacco ai servizi pubblici, e al lavoro pubblico, che da più parti è stato – e viene tuttora – perseguito, non ha prodotto una caduta della qualità della convivenza sociale, e quindi una lacerazione irreversibile del tessuto civile, anche grazie all’impegno di tante lavoratrici e tanti lavoratori del pubblico impiego che hanno assicurato – anche quando dovevano contemporaneamente lottare per il rinnovo dei contratti di lavoro – un servizio pubblico all’altezza delle esigenze del Paese. Questo è vero in particolar modo nel Ministero dell’Interno, che ha saputo garantire la sicurezza dei cittadini e lo svolgimento della vita democratica anche in condizioni a volte disperate per carenze di organico e di risorse strumentali.
Ed è difficile immaginare come questo sarebbe potuto accadere senza l’avvio di un percorso di riqualificazione professionale, che ha al tempo stesso elevato la qualità del servizio, e promosso la partecipazione e l’assunzione di sempre più elevate responsabilità da parte delle lavoratrici e dei lavoratori.
Ciò non significa che riteniamo le prime due procedure di riqualificazione, del 2001-2 e del 2004-5, perfette: tutt’altro, siamo consapevoli dei limiti che hanno presentato (sotto il profilo dei criteri di valutazione, e di selezione, per esempio, non mancano certo elementi che si possono migliorare), tuttavia rivendichiamo a testa alta l’utilità e l’opportunità di un percorso che ha ridato centralità al personale contrattualizzato dell’Amm.ne Civile, riconoscendo al tempo stesso l’indispensabile suo ruolo e, anche per questo, la necessità di investimento sulle sue funzioni e sui suoi percorsi professionali.
Oggi, a seguito della pubblicazione del DPCM 08/02/06, e della conseguente concertazione – definita con la proposta di parte pubblica del 26 giugno scorso – sulla nuova dotazione organica nazionale di ministero, abbiamo la possibilità di avviare un terzo percorso di riqualificazione per assicurare lo svolgimento delle funzioni che sono state ridefinite, e rispetto alle quali l’Amministrazione soffre di centinaia di carenze in organico, specie nelle qualifiche superiori.
Sull’avvio di questo terzo processo è però indispensabile che tutti si assumano le proprie responsabilità, specialmente in relazione ai criteri da utilizzare. Perché delle due l’una: o si parte al più presto con un processo di riqualificazione fondato sui criteri attualmente previsti nel Contratto Integrativo di ministero 1998-2001 (con le modifiche apportate nel quadriennio 2002-5); oppure si parte dopo aver modificato i criteri. Questa seconda alternativa sembra la più logica e razionale, ma va attentamente valutata alla luce della attuale situazione politico-contrattuale, che vede scaduti i nostri contratti di categoria (comparto ministeri) al 31 dicembre 2005, tanto per la parte economica (biennio 2006-7) quanto per la parte normativa (quadriennio 2006-9). Dunque, dal momento che le regole per i percorsi di riqualificazione sono conseguenti all’ordinamento professionale, definito dal contratto di categoria (e attualmente fondato su aree e posizioni economico-funzionali), non riteniamo opportuno modificare l’attuale Contratto Integrativo di ministero, e aprire una trattativa al buio, senza cioè il sostegno di un contratto nazionale di comparto che forzi l’Amministrazione in direzione delle nostre richieste – come è accaduto tra il 1998 e il 2000, con il superamento dell’ordinamento speciale e la piena contrattualizzazione del rapporto di lavoro, senza i quali non avremmo ottenuto né riqualificazioni né altro.
E aprire la trattativa per un nuovo Contratto Integrativo di ministero non è una passeggiata, molti di voi ricorderanno che il primo fu chiuso il 28 giugno 2000 (avendo presentato la piattaforma unitaria nel settembre 1999), mentre per le poche modifiche introdotte nel secondo quadriennio arrivammo a chiudere il 1° aprile 2004, dopo aver presentato la piattaforma unitaria nel luglio 2003.
Si tratta di scegliere tra l’avvio di un terzo percorso di riqualificazione (a criteri invariati) che può partire entro l’anno e chiudersi entro il 2007, o riaprire la contrattazione sull’Integrativo rischiando il sovrapporsi con i rinnovi dei contratti nazionali di categoria, e l’avvio di un terzo percorso non prima del 2008. Riteniamo, sulla base della nostra comune esperienza, che la prima ipotesi sia preferibile, e che sia più opportuno rinviare gli interventi di miglioramento del sistema a quando dovremo modificare l’integrativo a seguito della firma del CCNL 2006-2009.
Vi chiediamo dunque di condividere con noi questa scelta, consapevoli della vostra maturità professionale e del vostro senso di responsabilità. Pertanto, è opportuno che le strutture periferiche di categoria aprano immediatamente un confronto con le RSU, le lavoratrici, i lavoratori, comunicandoci l’esito entro venerdì 22 settembre.

Roma, 1 settembre 2006

CGIL – Lino CECCARELLI
CISL – Paolo BONOMO
UIL – Enzo CANDALINO
 

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