Osservazioni sull’appalto fornitura lavoro e sull’organizzazione del lavoro al Ministro De Castro

18 Luglio 2011

Osservazioni sull'appalto fornitura lavoro e sull'organizzazione del lavoro al Ministro De Castro

Roma, 21 febbraio 2007

Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
On.le Prof. Paolo De Castro

Al segretario particolare del Ministro
Avv. Ernesto Carbone

Al Capo di Gabinetto
Dr. Ezio Castiglione

e, p.c. Ai Sottosegretari di Stato
Dott. Guido Tampieri
Dott. Stefano Boco
Prof. Gianni Mongiello

Al Capo Dipartimento delle politiche di sviluppo
Dott. Giuseppe Ambrosio

Al Direttore Generale dell’amministrazione
Dott. Giuseppe Cacopardi

A CISL e UIL

Egregio Signor Ministro,
abbiamo ricevuto tempo fa, e l’abbiamo analizzata attentamente, la comunicazione sul rinnovo dell’appalto “Somministrazione lavoro”, relativo ai lavoratori interinali impiegati nel Ministero dal 2003.
Pur nella consapevolezza che vi è stato uno sforzo per affrontare e superare le pesantissime questioni di legittimità che Le avevamo posto nella nostra nota del 18 dicembre scorso, non possiamo che ribadire l’assoluta contrarietà della FP CGIL al reclutamento, tramite la forma del lavoro somministrato, di personale precario per la copertura di cicli lavorativi interni e qualificati dell’Amministrazione.
Il ricorso alla fornitura di lavoro intermittente mantiene tuttora delle caratteristiche di eccezionalità e provvisorietà che non vengono certo risolte dalla procedura che la Sua Amministrazione sta seguendo: ormai data dal 2003 il ricorso costante a queste forme lavorative, presupponendo quindi un fabbisogno strutturale dell’Amministrazione che non può più essere coperto dal ricorso a queste forme di rapporto di lavoro.
Siamo reciprocamente consapevoli del ruolo determinante che Lei ha avuto per la firma del Memorandum d’intesa sul Lavoro pubblico e riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche, firmato il 18 gennaio scorso tra Governo e parti sindacali che, tra i suoi punti qualificanti prevede, al punto 5, l’impegno a riassorbire il precariato che si è stratificato negli anni e ribadisce che il ricorso al lavoro flessibile potrà avvenire, in base a tipologie e limiti individuati nella contrattazione collettiva, che comunque non dovrà riguardare attività che formano le attività core dell’Amministrazione come, in realtà, avviene.
Il memorandum indica, fra le altre cose, l’esigenza di una profonda e radicale riorganizzazione del lavoro, aspetto che rappresenta il tema centrale della nostra nota che non è stato invece affrontato: richiama la necessità della puntuale e preliminare verifica delle esigenze dell’Amministrazione, in funzione della rigorosa corrispondenza fra l’espletamento del mandato istituzionale e le effettive esigenze dell’amministrazione.
Questo ci costringe a dirLe che questa modalità di reclutamento non è altro che la mera reiterazione dell’errore precedente e che il perseverare in tale politica aggrava le divisioni tra i lavoratori di ruolo e quelli esternalizzati e non risolve certo i problemi organizzativi dell’Amministrazione.
Pertanto riteniamo opportuna una ulteriore riflessione sulla situazione che Le abbiamo evidenziato, finalizzata alla ricerca di soluzioni più idonee, compatibili con il quadro macro economico e normativo di riferimento, che pongano al centro la riorganizzazione dei servizi del Ministero e l’attivazione di processi di stabilizzazione occupazionale.
Le facciamo presente quindi la situazione di estremo disagio (se non di mancanza di dignità umana, addirittura prima ancora che professionale) nella quale versa una larga parte del personale al quale, in diversi casi, non è attribuita alcuna competenza (sebbene previsto dall’art. 97, c.2, Cost.), marginalizzati così dai processi lavorativi, mentre assistiamo ad una irrazionale assegnazione di stanze, di risorse ed apparecchiature informatiche nonché materiale d’uso comune a personale estraneo all’Amministrazione impiegato invece per compiti istituzionali.
Le ricordiamo al riguardo le dichiarazioni che l’ex Ministro Alemanno ha fatto nel corso della trasmissione “Ballarò”, circa una presunta maggiore produttività del personale precario rispetto al personale di ruolo: una dichiarazione, offensiva, che la dice lunga sulla mancata valorizzazione dei lavoratori interni e delle loro funzioni.
Non Le sarà sfuggito – ci auguriamo – che una parte del personale non ha una propria postazione di lavoro, che alcuni non hanno una stanza mentre, di contro, vediamo operare personale estraneo all’Amministrazione (e non ci riferiamo ai precari), che continua peraltro ad aumentare! Specialmente in una direzione generale.
A queste condizioni, Le chiediamo pertanto se non ritenga sia giunto il momento di dare un chiaro segnale di discontinuità.
Non è ulteriormente accettabile che questi lavoratori, dipendenti di associazioni di categoria, siano in alcuni casi utilizzati – come abbiamo già denunciato più volte – per compiti propri dei dipendenti ministeriali, con una illogicità che sfugge ai più…
Noi compresi.

p. la CGIL Funzione Pubblica Nazionale
Savino Cicoria

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