Paradossale discutere di gabbie in un paese già diviso: Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

18 Luglio 2011

Paradossale discutere di gabbie in un paese già diviso: Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

La crisi economica ha messo a nudo i limiti del sistema paese e della sua classe dirigente. Il paradossale dibattito che si è aperto in questi giorni sulle gabbie salariali ne è un esempio: nel bel mezzo di una crisi di bassi consumi, causata principalmente dalle ingiustizie del nostro sistema economico, si discute su come ridurre i salari dei lavoratori del mezzogiorno.

In questa discussione mi hanno colpito, ed ho trovato francamente poco convincenti, alcune dichiarazioni, soprattutto quelle di esponenti autorevoli dell’opposizione, che non condividendo la reintroduzione delle gabbie, rilanciano energicamente sul fronte della contrattazione aziendale, con tanto di accorati appelli alla Cgil. Credo francamente che quella di abbandonare la strada del contratto nazionale privilegiando la contrattazione aziendale, sia una proposta cieca, che appunto non tiene conto delle ragioni della crisi che stiamo attraversando, ed in un certo senso la accompagni, la assecondi.

Il lavoro italiano è già troppo, direi ingiustamente, diviso: tra nord e sud del paese, tra le generazioni, tra i generi. La proposta leghista, giustificata col differente costo della vita, crolla se posta di fronte ai dati, quelli ben più allarmanti, relativi alle retribuzioni medie. Il sud è troppo povero ed i lavoratori meridionali troppo malpagati per essere ulteriormente penalizzati. Non è necessario trovare una contropartita da offrire, per salvaguardare quel po’ di solidarietà ed equità presenti nel sistema.

Parlare di contrattazione aziendale come strumento sostitutivo per l’accrescimento dei salari, vuol dire eliminare l’unico elemento di garanzia che i lavoratori hanno per difendere il loro reddito: il contratto nazionale. Chiedere alla Cgil di accettare l’accordo del 22 Gennaio e andar oltre, ricercando un’unità che quell’accordo ha seriamente messo in discussione, vuol dire non comprendere le ragioni profonde della contrarietà al modello contrattuale che quell’accordo ci ha consegnato. Da questa crisi, si può uscire solo aumentando i salari, utilizzando la leva fiscale per alleggerire le buste paga troppo penalizzate dalla tassazione, ed intervenendo tramite i contratti laddove il salario si genera. In due parole: contratto nazionale.

Roma, 11 Agosto 2009

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