PCM Protezione civile: Lettera al S.G. PCM e a Guido Bertolaso sull’incolumità dei cittadini

18 Luglio 2011

 

Lettera al S.G. PCM e a Guido Bertolaso

 

 
Al Segretario Generale PCM
Dott. Manlio Strano

Al SS Guido Bertolaso
Dipartimento Protezione Civile

 
 
Oggetto: l’incolumità dei cittadini

La recente ordinanza 3855 del 5.03.2010 assegna al Presidente della Regione Sardegna l’organizzazione e gestione del “grande evento” della regata velica Louis Vuitton Cup, sottraendola dalle attività del Dipartimento della Protezione Civile (DPC).

I cosiddetti grandi eventi – prevedibili, pianificabili e quindi non rientranti in quelle situazioni di emergenza che mettono a grave rischio l’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente – hanno distolto per anni il DPC dalle sue precipue attività, volte alla tutela dei cittadini e del territorio dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali ed antropiche. E questo, in un Paese, come l’Italia, primo in Europa per la numerosità delle tipologie di eventi connessi ai rischi naturali ed antropici e per l’entità degli stessi.

Il territorio italiano, infatti, è altamente sismico per il 40%, ed il 65% delle costruzioni edificate in queste aree sono sismicamente insicure. Centinaia dì piccoli bacini si affiancano ai 5 grandi bacini nazionali (Po, Arno, Tevere, Piave, Volturno) e disegnano una mappa del rischio alluvionale estesa e capillarmente diffusa da Nord a Sud.

L’instabilità geologica dei nostri monti, in particolare dell’Appennino, rende le frane (460.000) e i dissesti una regola, piuttosto che un’eccezione. Circa 2 milioni di italiani sono insediati in aree a rischio vulcanico e convivono – in modo non pienamente cosciente – con il rischio di eruzioni esplosive dalla tremenda forza distruttiva. A questi rischi, che possiamo definire “naturali”, dobbiamo aggiungere quelli originati o connessi con l’attività dell’uomo: il rischio industriale, il rischio incendi, il trasporto di sostanze tossiche o pericolose, il rischio nucleare e i pericoli derivanti, più in generale, dalle varie forme di inquinamento.

Ecco questo è lo scenario, il campo di battaglia sul quale il DPC dovrebbe concentrare tutti i suoi sforzi, tutte le sue energie e risorse per una seria politica di mitigazione dei rischi, attraverso l’impostazione e l’attuazione, per tempo, di tutte le fasi di prevenzione e preparazione in accordo al principio di sussidiarietà. Invece ancora si preferisce orientarsi sui grandi eventi.

Infatti, in ragione della prossima “regata velica Louis Vuitton Cup” è stata comunque organizzata e formalizzata una “Struttura Temporanea di Missione” con la quale 12 funzionari del DPC sono stati nominati per supportare due dirigenti generali del DPC quest’ultimi in qualità rispettivamente di soggetto attuatore e di responsabile dell’ufficio GER- Grandi eventi, risorse tecnologiche e innovazione.

Si continua quindi a perpetuare la distrazione di personale del Dipartimento della Protezione Civile impiegandolo in attività non di sua pertinenza anziché in attività volte alla tutela dell’ambiente e della vita umana dai rischi presenti sul territorio. Mentre sul territorio nazionale tutto è fermo. Cosa si sta facendo, infatti, per le aree sismogenetiche di interesse nazionale quali Arco Calabro, Stretto di Messina, Irpinia, Trevigiano-Bellunese, Gargano, Matese? E ancora cosa si sta facendo per il rischio idrogeologico connesso ai grandi fiumi quali il Po, l’Arno, Il Tevere, il Liri Garigliano e Volturno?

Su questi importanti temi, finalizzati alla salvaguardia e preservazione della vita e dei beni della collettività, quali sono le attività (quelle vere) messe in campo?

Roma, 17 marzo 2010

Fp CGIL PCM
Massimiani
 
RdB PI
Stramaccioni

 
 
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