Polizia Locale: Nuova Legislatura

18 Luglio 2011

Comunicato del Coordinamento Nazionale Polizia Locale FP CGIL

Prosegue e si rafforza l’impegno della FP CGIL per l’affermazione dei diritti dei lavoratori della Polizia Locale e del loro ruolo nelle politiche integrate di sicurezza urbana.

In questi ultimi cinque anni, sono state tante le battaglie che abbiamo insieme sostenuto per difendere il patrimonio professionale d’altissimo valore che caratterizza la Polizia Locale.
Ciò attraverso una costante mobilitazione volta ad impedirne il depotenziamento e l’emarginazione in un ruolo residuale, le cui conseguenze sarebbero lo snaturamento dell’impegno ed il forte indebolimento dell’autonomia organizzativa e della dipendenza istituzionale.
Da tempo sosteniamo, e spesso da soli, che la capacità investigativa tipica dei settori d’intervento della Polizia Locale (dall’abusivismo edile alla lotta contro i reati ambientali), è una risorsa insostituibile per la vivibilità delle nostre città.
La peculiarità professionale della Polizia Locale è indispensabile per garantire efficaci politiche integrate di sicurezza urbana, capaci d’intercettare i bisogni di legalità, di democrazia e di civile convivenza tra diverse etnie e culture.
Le scelte del Governo e delle Regioni di centrodestra hanno, invece, puntato sullo stravolgimento di questo ruolo attraverso l’amplificazione delle paure dei cittadini ed una risposta da stato di polizia ai problemi di natura sociale, così da nascondere l’assenza di qualsiasi politica tesa a rimuovere le cause che determinano emarginazione e povertà.
Tutto questo, avviene in danno dei cittadini e degli stessi lavoratori della Polizia Locale, sovraesposti ai rischi di città in cui cresce il disagio sociale ed a quelli che derivano dall’impiego in compiti che nulla hanno da spartire con la peculiarità professionale.
I gravissimi fatti di Como sono figli di questa situazione, dove piuttosto che preoccuparsi di implementare piante organiche asfittiche, di scegliere modelli organizzativi coerenti con i compiti istituzionali, di lavorare per un reale coordinamento tra tutti i soggetti impegnati nelle politiche integrate di sicurezza urbana, si trasforma la Polizia Locale in un clone (mal riuscito) delle Forze di Polizia Statali.
Il risultato è lo sconcerto e la radicalizzazione delle posizioni, il dramma umano del giovane cingalese, l’esposizione in compiti impropri (che nulla hanno da spartire con la stessa attribuzione delle qualifiche di P.G. e di P.S.) di lavoratori chiamati a pagare un prezzo altissimo a politiche sbagliate.
Per questo, il Coordinamento Nazionale della Polizia Locale FPCGIL sin dall’inizio della nuova legislatura vuole con forza proseguire nella mobilitazione a sostegno di una legge di riforma che definisca compiti e funzioni (per lo svolgimento dei quali riconoscere appieno la qualifica di P.G. e quell’ausiliaria di P.S.); valorizzi la specificità professionale; contempli percorsi formativi certi; regoli i rapporti con gli altri livelli istituzionali e con le altre forze di polizia; estenda alla polizia locale le tutele infortunistiche, assicurative e previdenziali applicate alle forze di polizia dello Stato e ridefinisca l’indennità professionale ed il relativo incremento.
Questo ed altro, da anni con estrema chiarezza è parte della piattaforma rivendicativa costruita assieme ai lavoratori del settore e che ci ha visto impegnati in sede contrattuale, a sostegno della peculiarità professionale della Polizia Locale all’interno del comparto regioni autonomie locali.
Abbiamo troppo rispetto dei drammi delle persone e della serietà dei problemi sul tappeto, per lasciarci trascinare in risse artatamente messe in campo.
La FP non ha da sponsorizzare partiti o deumaturgici parlamentari, il nostro progetto è diverso: dare risposte concrete ad i lavoratori di un settore basilare per l’agibilità democratica delle nostre città.

Roma, 10 aprile 2006

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