Prime osservazioni sulla proposta di profili professionali inviateci dall’Amministrazione

18 Luglio 2011

Prime osservazioni sulla proposta di profili professionali inviateci dall'Amministrazione

Roma, 5 luglio 2007

All’Avv. Ruggero De Martino
Segretario Generale dell’Avvocatura dello Stato – ROMA

Oggetto: Osservazioni alla proposta di parte pubblica di nuovi profili professionali.

L’ Amministrazione in indirizzo, dopo aver elaborato una proposta di nuovi profili professionali dell’Avvocatura dello Stato, ha chiesto a tutte le OO.SS. di produrre proprie osservazioni scritte sulla stessa. Di seguito, ecco quelle della FP CGIL.
Come già abbiamo espresso nella riunione con l’Amministrazione del 30/05 u.s., l’istituzione di cinque aree professionali appare eccessiva; peraltro, ad evitare confusioni terminologiche rispetto alle aree funzionali (A, B, C) si propone di adottare la definizione “settore di attività” (amministrativo-contabile, professionale legale, ecc.).
Alla luce di quanto disposto all’ art. 1 legge 664/1986, nonché dal CCNIL 10/10/2000 sulla cui falsariga si sono svolti i processi di riqualificazione interna e la relativa formazione, riteniamo che tali settori di attività possono essere opportunamente individuati in numero di tre, e precisamente:

a) SETTORE DI ATTIVITÀ AMMINISTRATIVO-CONTABILE, nel cui ambito ricadono gli uffici (ex DPR 333/1995):
AFFARI GENERALI E PERSONALE; ORGANIZZAZIONE E METODO; RAGIONERIA; ECONOMATO; LIQUIDAZIONE E RECUPERO ONORARI.

b) SETTORE DI ATTIVITÀ PROFESSIONALE-LEGALE, nel cui ambito ricadono gli uffici (ex DPR 333/1995):
ARCHIVIO E IMPIANTI; COLLABORAZIONE PROFESSIONALE; ATTIVITÀ ESTERNA E AGENDA; DOCUMENTAZIONE GIURIDICA.

c) SETTORE DI ATTIVITÀ INFORMATICA, nel cui ambito ricade l’ufficio (ex DPR 333/1995):
RILEVAZIONE ED ELABORAZIONE DATI – C.E.D.

Complessivamente, riteniamo che la proposta di parte pubblica debba essere molto più articolata e completa. E’ fondamentale, per ciascun settore di attività, attuare nell’ordine indicato i seguenti passaggi:
a) specificare dettagliatamente le attività proprie di ogni singolo ufficio (ad esempio, non si ritrovano – o non sono riconoscibili – le attività svolte dall’ Ufficio del personale, da quello Organizzazione e Metodo; appaiono assai incomplete quelle svolte dagli Uffici Ragioneria, Economato, Liquidazioni);
b) accorpare i vari processi lavorativi (“linee di attività”, tra loro omogenee);
c) associarli per competenza al corrispondente profilo economico.
Questa operazione serve a favorire una corretta trasposizione a livello periferico del modello organizzativo funzionale finale: ogni settore di attività potrà essere letto “in orizzontale”, in modo da evidenziare senza incertezze quali sono le mansioni svolte dai diversi uffici di uno stesso settore di attività che si corrispondono per competenza; così ciascuna sede potrà decidere, in ragione della propria dimensione e delle proprie esigenze organizzative, di unificare più uffici tra loro omogenei senza difficoltà (per fare un esempio pratico, si potrà decidere di istituire a livello periferico un unico ufficio “Ragioneria ed Economato” : avendo già chiare le attività proprie del C3, del C2 ecc. di ciascuno dei due uffici autonomamente considerati, risulterà semplice accorparle per riferirle ad un unico incaricato).
Per la descrizione delle attività svolte da ciascun ufficio, proponiamo di utilizzare i lavori del Comitato paritetico; essendo il risultato di una scelta condivisa fra Amministrazione e OO.SS., sarebbe controproducente non utilizzare quanto già fatto.
Inoltre, quei lavori sono stati ispirati agli stessi criteri utilizzati dalla commissione paritetica istituita ex art. 9 CCNL 2002/2005, i cui risultati si ritrovano nelle linee guida della nuova piattaforma contrattuale unitaria, nonché nei lavori in corso per il nuovo ordinamento professionale del comparto ministeri.
Fondamentalmente, gli obiettivi da realizzare sono:
* ricomposizione dei processi lavorativi, per superare le precedenti frammentazioni;
* significativa riduzione dei punti di accesso dall’ esterno.
I modelli di riferimento che proponiamo sono quelli, adottati a già operativi, dei comparti Agenzie Fiscali e Presidenza del Consiglio dei Ministri.

IN PARTICOLARE, ma fermo restando che l’ argomento richiede l’ apertura di un confronto diretto fra le parti, essendo esclusa – per la complessità dell’ argomento -la possibilità di continuare a scambiarsi proposte per via epistolare, si osserva per il momento quanto segue (lo ripetiamo, le seguenti note non hanno assolutamente carattere esaustivo rispetto alla proposta di parte pubblica nel suo complesso).

– Sul settore di attività amministrativo contabile.

– come già detto, mancano interi gruppi di attività, e molte competenze di uffici tra loro diversi risultano mescolate e/o accavallate; riteniamo essenziale mantenere distinte e riconoscibili le attività svolte dai singoli uffici, pur ricompresi nell’ambito di uno stesso settore di attività;
– le competenze del B3 appaiono troppo uguali a quelle del C1. Deve essere chiaro, e questo vale per tutti i settori di attività, che se una certa flessibilità di competenze è auspicabile all’ interno della medesima area funzionale, la diversificazione fra un’ area funzionale e l’ altra deve essere comunque rimarcata;
– un altro criterio ispiratore deve essere quello della chiarezza; cosa si intende, ad esempio, con l’ espressione “svolgimento di attività didattica altamente qualificata” riferita al C3?

– Sul settore di attività professionale legale.

– Il profilo economico B3 appare senza dubbio sovraccarico di competenze, sotto il profilo qualitativo e quantitativo, oltre che sbilanciato rispetto al profilo economico C1 (che risulta addirittura svuotato di contenuti) per i motivi già specificati al precedente paragrafo;
– Circa la richiesta attività di “traduzione” e “conoscenza di almeno due lingue straniere” con riferimento ai profili economici C2 e C3, esprimiamo perplessità; come si pensa di gestire il personale non in possesso di tali “requisiti” ? Che, peraltro, non sono richiesti per i C3 di altri settori di attività. Inoltre: se la conoscenza di almeno due lingue straniere può rappresentare un requisito, non è automaticamente garanzia della capacità professionale di svolgere attività di traduzione, per la quale occorrerà prevedere una specifica attività formativa, una volta stabilità l’ esigenza organizzativa su cui si fonda.

– Sul settore di attività informatica.

Questa O.S. ritiene necessario e preliminare evidenziare con chiarezza la diversificazione esistente fra attività proprie del CED di Roma (che, per semplificare al massimo, vanno dall’ assistenza alla programmazione, dalla ricerca di nuove tecnologie alla decisione di acquisti, nonché al coordinamento dell’ attività di tutte le sedi) ed attività svolte a livello locale dagli incaricati (anche qui, per semplificare al massimo: assistenza hardware e software, risoluzione dei problemi locali, acquisti e relativa gestione degli stessi). In quest’ ottica potrebbe essere opportuno, come parametro di valutazione delle attività svolte, anche il numero di utenti di riferimento nelle singole sedi (intesi come personale amministrativo, togato, praticanti).

Sulla base di questa impostazione, si potrà avviare il lavoro di individuazione delle varie figure professionali e delle rispettive attività di competenza. Tra queste ultime non potranno comunque mancare, stante la tipologia dell’ attività richiesta, una costante formazione e un continuo aggiornamento degli incaricati.

A questo punto, non resta che avviare un’ apposita sessione di contrattazione integrativa di amministrazione, come previsto dal CCNL.

LA DELEGAZIONE TRATTANTE NAZIONALE FP CGIL
(Claudio Coltorti) (Vincenzo Malatesta) (Roberta Proietti)

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