Pronunciamento Regione Toscana su art. 37 bis

18 Luglio 2011

Pronunciamento Regione Toscana su art. 37 bis

 
Riteniamo utile segnalarvi che ieri è stata rilasciata dalla Regione Toscana una nota ufficiale con la quale comunica di lavorare ad una proposta rivolta al Governo, e che possa essere condivisa anche dalle altre regioni, volta a consentire, in sede di predisposizione del decreto attuativo della L.133/2008 per le Pubbliche Amministrazioni, di risolvere positivamente il problema dei precari che, altrimenti in base all’art 37 bis del ddl 1441 quater, rischierebbero di essere mandati via alla scadenza dei propri contratti, determinando a seguito di ciò un potenziale d’inefficienza dei servizi pubblici erogati, sul piano della continuità, qualità ed efficacia, le cui ricadute negative, ricadrebbero senza distinzione su tutti i cittadini.

Nello stesso tempo la Regione ha anche annunciato che qualora non si giungesse ad una intesa comune tra Governo e Regioni sulla interpretazione della L 133, in particolare sul delicato tema della precarietà e delle stabilizzazioni, se necessario, ricorrerà alla Corte Costituzionale anche da sola per difendere il protagonismo e l’autonomia delle Regioni sancita dal Titolo V della Costituzione e dalla riforma federalista che, altrimenti, verrebbe disatteso con questa imposizione monocratica da parte del Governo Centrale

Questo atteggiamento della Regione Toscana non fa che confermare le valutazioni che abbiamo espresso nei nostri precedenti comunicati riguardo l’evidente incostituzionalità di alcune parti dell’art 37/bis.

Serve a questo punto intensificare l’ iniziativa politica per favorire in questi poche settimane ancora a disposizione, prima della trasformazione in legge del ddl 1441 quater, la generale presa di posizione delle Amministrazioni Locali e della Sanità contro il 37/bis chiedendo che nel prossimo decreto attuativo della L. 133 possano essere superati gli attuali limiti posti alle stabilizzazioni.

Tutto ciò, attraverso la mobilitazione dei lavoratori nei posti di lavoro, continuando nelle manifestazioni di protesta davanti alle sedi istituzionali, con la predisposizione delle diffide individuali e collettive da presentare a tutte le controparti come forma di tutela, anche risarcitoria, del singolo lavoratore, e come stimolo politico ad agire nei confronti del Governo insieme a tutte le altre amministrazioni pubbliche.

Ciò per chiedere, oltre alla soppressione del famigerato art 37/bis, un intervento politico di natura legislativa che consenta di portare a buon fine i processi d’inserimento dei lavoratori precari nell’ambito più generale dei processi di trasformazione,riordino e rilancio del ruolo della Pubblica Amministrazione nel paese.

Con la riserva di ulteriori informazioni al riguardo

Dipartimento Welfare -MdL
Gian Guido Santucci

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