In riferimento alle dichiarazioni del Ministro Brunetta riguardanti l’equiparazione dell’età pensionabile tra uomo e donna (sarebbe preferibile distinguere i generi con queste due parole, caro Ministro), ci sentiamo in dovere di dare un consiglio: “non ci provare nemmeno, Brunetta!!!”
Sono altre le sperequazioni che riguardano le donne, e comunque parliamo di sperequazioni subite (divario nella retribuzione, ostacoli all’avanzamento di carriere, maternità, lavoro di cura), non certo di privilegi.
Se il Ministro conoscesse la condizione femminile in questo paese, se si occupasse dei problemi del settore che amministra, non passerebbe il suo preziosissimo tempo a lanciare demagogiche campagne propagandistiche. In un paese come il nostro, con un sistema di welfare carente come il nostro, il ruolo della donna (la donna che produce e che procrea, lavoratrice, madre e levatrice) supplisce a queste carenze.
Non c’entra nulla il paternalismo, si chiama civiltà.
Siamo sicuri che, qualora il governo intendesse davvero sostenere una tale iniziativa del Ministro Brunetta, la sollevazione dei dipendenti pubblici (e non solo la loro) sarebbe immediata, di grandi dimensioni e, su questo siamo certi, unitaria.
Roma, 13 Dicembre 2008