Richiesta a verbale di CGIL-CISL-UIL su concertazione per riordino rete estera

18 Luglio 2011

Richiesta a verbale di CGILCISLUIL su concertazione per riordino rete estera

Con riferimento alle procedure di concertazione avviate in merito alla parziale ristrutturazione della rete estera le OO.SS. CGILCISLUIL evidenziano che:
Si rileva una assenza di strategia complessiva – Una riflessione approfondita e preliminarmente condivisa sulla nostra presenza sui mercati esteri avrebbe richiesto, prima della proposta di riordino, una analisi su obiettivi, risorse finanziarie e alleanze possibili nelle diverse aree articolando la rete a seconda delle attività e priorità che non possono essere le stesse ovunque. Il documento e il confronto affrettato con il sindacato non spiegano per quali specifiche finalità l’ICE dovrebbe aprire nuovi PDC o uffici e/o ridurre le presenze. Non viene spiegato come si intende procedere nel prossimo futuro, quali funzioni andranno potenziate e cosa significa razionalizzare.
Per quanto attiene le scelte geografiche si rammenta che per anni il nostro obiettivo è stato quello di incrementare le correnti di scambio, le opportunità di collaborazione industriale e la creazione di investimenti nell’interesse delle aziende esportatrici. Se tutto questo non è cambiato, la ratio delle presenze irrilevanti (PDC) su mercati marginali (Azerbajan, Etiopia, Angola) non risponde a logiche commerciali né economiche.
Convenzione con il MAE e accorpamento logistico con le ambasciate: non sembrano aver prodotto risparmi rilevanti ma hanno certamente imposto comportamenti e scelte non funzionali alla missione istituzionale dell’ente . Le OO.SS. chiedono di conoscere al riguardo i risultati delle analisi certamente effettuate dall’Amministrazione dell’ente sulle esperienze fatte fino ad ora al fine di confrontare i presunti “risparmi” con le reali perdite di operatività degli uffici.
Punti di Corrispondenza: Come ampiamente dimostrato dalle esperienze pregresse i cosiddetti Punti di Corrispondenza non sembrano garantire la necessaria assistenza sul posto, in quanto impossibilitati ad operare sulla base di piani di lavoro specifici e soprattutto in mancanza di obiettivi e controlli da parte del dirigente o responsabile ICE data la dislocazione in città o stati diversi dal locale ufficio ICE. Ciò comporta inevitabilmente che il PDC, locale o italiano che sia, non appartenga sostanzialmente alla organizzazione ICE ma operi più spesso al servizio della Ambasciata o consolato locali proprio per motivi di ordine geografico e logistico.
Tutto questo ne fa spesso strutture inefficaci e inefficienti, anche se a costi contenuti. Rafforzamento delle strutture: Le OO.SS. ribadiscono la necessità prioritaria di rafforzare le sedi estere con personale di ruolo, addestrato e consapevole delle proprie funzioni al fine di evitare il rischio di dispersione delle risorse con personale a contratto di nessuna esperienza.
A tal fine si ricorda che assume carattere di urgenza la rivisitazione degli attuali criteri per la mobilità all’estero del personale non Dirigente.
Chiedono che siano prioritariamente ricoperte le sedi estere prive di responsabile.
Ribadiscono l’ importanza della qualificazione del personale in direzione di una crescente specializzazione nell’erogazione dei servizi e del mantenimento di presenze qualificate e articolate in Europa quale mercato principale di sbocco per il nostro export e area a più dinamica crescita che annette stati e culture in costante evoluzione. Se la funzione primaria nei paesi ad elevato tasso di industrializzazione è, come inevitabile, quella della personalizzazione dell’assistenza e dell’alta specializzazione nell’intervento promozionale , tanto più cresce l’inglobamento nel MAE quanto più sarà difficile dialogare direttamente e facilmente con le imprese clienti e scegliere sulla base delle loro primarie esigenze. La selezione delle risorse, la razionalizzazione della rete e le necessità di rafforzamento non possono non tenere conto dei paesi economicamente emergenti, scelti però nella logica della crescita commerciale e dello sviluppo economico.
Infine la coerenza della razionalizzazione passa anche attraverso la prioritaria soluzione dei numerosi interim e delle carenze strutturali di organico, nell’ambito comunque del prioritario confronto con il Sindacato trattandosi di materie oggetto di organizzazione della struttura e del lavoro.
Roma, 22/03/07

CGIL Paola Lisi
CISL Silvana Stella
UIL   Giovanni Gismondi

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