Rifiuti Campania: Uscire dall’emergenza si può e si deve – Comunicato della Segreteria nazionale Fp Cgil

18 Luglio 2011

Rifiuti Campania: Uscire dall'emergenza si può e si deve – Comunicato della Segreteria nazionale Fp Cgil

Le cronache di questi giorni parlano di un disastro ampiamente annunciato che ripete, con condizioni ancora più tragiche, gli avvenimenti dello scorso Natale.

E’ un disastro ambientale, è un disastro sociale. Una popolazione che non vede via di uscita e che trova visibilità solo con gesti estremi come il blocco di interi quartieri e strade. Su questo si innestano azioni provocatorie e violente di soggetti, che nulla hanno a che vedere con la popolazione stessa . E così accade che i vigili del fuoco, che non hanno funzioni di ordine pubblico, ma di soccorso alla popolazione, vengano attaccati e feriti durante lo svolgimento del loro difficile mestiere, che li espone oltre al rischio sull’incolumità fisica, anche a condizioni di lavoro fortemente insalubri.

Oltre agli intollerabili cumuli di immondizia, brilla l’assenza del pubblico, nei suoi diversi livelli di responsabilità istituzionale.
Abbiamo ripetuto più volte, in un assordante silenzio, che la stagione dei commissariamenti, avrebbe prodotto la deresponsabilizzazione delle istituzioni locali. E così è stato.

Abbiamo sostenuto, inascoltati, che in una situazione di emergenza sul piano della legalità, l’affidamento dell’intero ciclo dello smaltimento a privati, non avrebbe garantito trasparenza, tutela ambientale ed avrebbe prodotto inquinamenti da parte della criminalità.

I rifiuti non si sono smaltiti perché l’emergenza, i trasporti fuori regione ed all’estero, la mancata individuazione dei siti per gli impianti, sostengono una economia sommersa ed illegale che è la prima fonte di reddito della criminalità organizzata.
Servono scelte radicali e ferme: ma anche in questa situazione di emergenza deve prevedere il consenso e la partecipazione della popolazione interessata.

Ognuno di deve fare carico del proprio pezzo di responsabilità: serve un cambio di passo, di cultura individuale e collettiva.
Produrre meno rifiuti si può: a partire da comportamenti responsabili individuali sulla raccolta differenziata. Ma non si può nascondere che i problemi si risolvono radicalmente se cambiano i nodi centrali del problema “rifiuti”. L’intervento sul settore produttivo degli imballaggi, sulla grande e piccola distribuzione, l’avvio di una raccolta differenziata seria ed intensiva, l’individuazione partecipata dei siti per gli impianti che si renderanno necessari, la ricomposizione del ciclo integrato dei rifiuti, con una programmazione, gestione e controllo pubblici forti ed autorevoli. Serve un piano regionale dei rifiuti, serve che si individuino gli ambiti territoriali ottimali che possano garantire l’unicità del ciclo e l’autosufficienza territoriale.

Serve che il pubblico torni ad essere presente e punto di riferimento per una popolazione che troppo spesso si è sentita sola.

La segreteria nazionale Funzione Pubblica CGIL

Roma, 10 gennaio 2008
 
 
 

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