Riorganizzazione Ministero dell’Ambiente:comunicato di Alfredo Garzi – segretario nazionale funzioni centrali FPCGIL

18 Luglio 2011

Comunicato sulla Riorganizzazione

 
Al Ministero dell’Ambiente qualcuno ha deciso di riscrivere le norme che regolano le prerogative sindacali in materia di informazione relativamente ai processi di riorganizzazione.
L’arroganza di questa scelta non ha precedenti nelle storie delle relazioni sindacali di questo Ministero.
A conferma dell’ importanza che si riconosce al rapporto con i lavoratori l’Amministrazione ha ritenuto di inviare al Consiglio dei Ministri un testo di regolamento facendo riferimento alla riunione del 21 agosto (riunione nella quale è stato presentato alle OO.SS. un testo che prevedeva un unico Dipartimento) e in mancanza del confronto nella riunione dell’8 novembre ha ritenuto che bastasse informare le OO.SS. (inviando la bozza di un nuovo testo) perché l’iter formale sul Regolamento si ritenesse compiuto.
Inutile dire che anche il nuovo testo prefigura un Ministero dove la preoccupazione sembra quella
di garantire che le Direzioni continuino ad essere piccoli feudi piuttosto che rafforzare le azioni di coordinamento , il caso delle competenze in materia di formazione è illuminante!
Il rapporto con Apat rimane a dir poco ambiguo e la preoccupazione è che, a fronte di una Agenzia che si rafforza, anche se solo nominalmente, e di un Ministero che non riesce a risolvere i propri cronici problemi, l’APAT – ente vigilato – abbia l’ambizione, difficilmente realizzabile, di trasformarsi in un Ministero ombra. Forse l’avv. Viglione, Capo di Gabinetto part-time del Ministero dell’Ambiente, nei momenti liberi che l’incarico di Commissario/Presidente dell’Apat gli lascia, potrebbe fugare queste preoccupazioni. A questo proposito verrà formalmente richiesto al Ministro da questa O.S. di chiarire la posizione giuridica dell’Avv. Viglione.
Sono previste 6 Direzioni Generali ed 1 posto di funzione di livello generale, nell’ambito degli uffici di diretta collaborazione, con compiti di consulenza, studio e ricerca. Si procede nel solco già tracciato dal governo precedente, mantenendo 6 direzioni, con pesi, attribuzioni e compiti molto disomogenei utilizzando un altro posto per finalità di consulenza e studio (ancora consulenti!!).
Eppure nel corso della riunione del 21 agosto tutte le OO.SS. hanno concordato che sarebbe stato utile prevedere una Direzione per il mare (non si comprende allora il significato di aggiungere alla ormai già lunga denominazione del Ministero anche “e del mare”). Ma purtroppo, come confermato dai comportamenti successivi per questo Ministro il sentire le OO.SS significa adempiere ad un fastidioso atto formale.
Dal momento che al Ministero non ci sono orecchie per sentire, relativamente al regolamento non si può far altro che continuare a denunciare anche nelle sedi che saranno chiamate ad esaminare il provvedimento – Commissioni ambiente di Camera e Senato – l’anomala procedura utilizzata, in totale dispregio delle legittime rivendicazioni sindacali.
Pretendiamo come lavoratori e coma cittadini che la difesa delle strutture pubbliche che sono chiamate ad attuare le politiche ambientali di questo Paese passi per scelte che posano invertire la pericolosa deriva organizzativa del Ministero dell’Ambiente.
Roma, 16 novembre 2007

 
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