Sanità-Assenteismo: Basta con le strumentalizzazioni e la demagogia –

18 Luglio 2011

Sanità-Assenteismo: Basta con le strumentalizzazioni e la demagogia – Comunicato Stampa di Rossana Dettori Segretaria Nazionale Fp Cgil

I primi giorni di attività del neo Ministro della Funzione Pubblica, Prof.Brunetta, hanno evidenziato chiaramente quale sarà l’argomento sul quale il Governo spenderà le sue attenzioni: l’efficienza della Pubblica Amministrazione, la sua finalità , i suoi dipendenti.

La Fp Cgil non resisterà nemmeno un attimo.

Siamo pronti:

* ad un confronto su quelli che oggi il Ministro Brunetta chiama “nuovi piani industriali” e che nel Memorandum per il lavoro pubblico sottoscritto dal Governo Prodi erano chiamate “nuove missioni istituzionali”

* a misurare la parte riguardante l’efficienza e la qualità del servizio reso dai dipendenti; l’ultimo contratto di lavoro sottoscritto prevede l’adozione di sistemi di valutazione di tutti i dipendenti ai quali legare quote di salario di produttività, anche considerando il grado di soddisfazione del cittadino per i servizi resi

A proposito di assenteismo bisognerebbe, in via preliminare, mettersi d’accordo almeno sulla lettura dei numeri e su quali assenze si vogliono colpire.

Perché i dati della rilevazione della Ragioneria, anticipati oggi dal Sole 24 Ore, sulle assenze nel servizio sanitario nazionale qualche domanda la pongono.

Nelle 60,6 giornate di assenza medie l’anno per dipendente sono conteggiate, infatti, le ferie, il congedo per maternità, i permessi studio, le assenze per formazione professionale, gli scioperi, i permessi sindacali, quelli retribuiti e quelli non retribuiti previsti da apposite norme di carattere generale, quelle che valgono sia per il privato sia per il pubblico.

Tenuto conto che la media di assenza per malattia, l’unica assenza nella quale può annidarsi “il virus dell’assenteismo”, è di soli 12,4 giorni l’anno per dipendente, le domande che nascono spontanee sono molteplici.

I dipendenti pubblici non devono andare in ferie? Le dipendenti pubbliche, in questo caso le infermiere professionali e le professionalità tecniche ( quasi il 70% dell’intero comparto) non devono più fare figli? Ed ancora, i professionisti della sanità pubblica non devono più frequentare, così come la legge gli impone, corsi di aggiornamento e di formazione professionale continua? Gli deve essere negato il diritto allo sciopero o la possibilità di accedere ai permessi retribuiti in occasione di gravi eventi familiari o di certificate e straordinarie esigenze personali? Oppure le ore di lavoro straordinario non retribuite per mancanza di fondi non devono più essere recuperate?

Sarebbe il caso, quindi, che si abbandonino velocemente demagogia e populismo e che si cominci ad operare seriamente e concretamente per il rilancio del servizio sanitario nazionale.

Roma 26 Maggio 2008

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