Già qualche mese fa, in uno dei suoi ultimi rapporti, il Censis rilevò che sul tema dell’assistenza sanitaria ai cittadini e sulle capacità del SSN di garantire l’erogazione delle prestazioni previste dai livelli essenziali di assistenza, vi è una grande sottostima dei fabbisogni di personale infermieristico e tecnico nelle Aziende Sanitarie e negli Ospedali.
Fu quantificata in circa 5/6.000 unità di personale la carenza organica di infermieri e tecnici.
Chiedemmo al Governo, inascoltati, di fare tesoro di questa oggettiva rilevazione aprendo una fase di consultazione fra sistema formativo (Università) e sistema delle Regioni per una migliore attività di programmazione e per un conseguente piano di assunzioni.
Ora il Censis pone drammaticamente la questione dell’impoverimento delle famiglie e dei riflessi che questa situazione ha iniziato a produrre anche in termini di salute: sono tanti i cittadini, secondo il Censis, che stanno già rinunciando a quelle cure mediche e a quegli esami a pagamento e che si rivolgono al Servizio Sanitario Nazionale per prestazioni esclusivamente “pubbliche”.
Un Governo che sa ascoltare i bisogni profondi del Paese e che sa trarre spunto anche da importanti rilevazioni socio-economiche, come quella del Censis, non avrebbe titubanze: convocherebbe immediatamente un tavolo di confronto con le istituzioni Regionali e locali e con le parti sociali per capire come affrontare unitariamente lo scenario che si prefigura.
Se, come è vero, v’è già un problema legato alle liste d’attesa (che nessuna controriforma “Brunetta” è riuscito a risolvere), il 2010 potrebbe essere l’anno di vera crisi nel rapporto fra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale.
Il silenzio e l’immobilismo del Governo su questo tema sarebbe gravissimo e rappresenterebbe l’ennesimo atto contro i cittadini, contro l’esercizio del diritto universale alla salute, contro il Servizio Sanitario Nazionale e sarebbe un’altra occasione persa dall’Esecutivo per “accompagnare” concretamente i cittadini, gli anziani, le fasce di popolazione più esposte, fuori dalla crisi difendendo la loro salute.
Se non ci sono più soldi nelle famiglie per le prestazioni sanitarie a pagamento e se il SSN non è messo in condizione di innalzare il suo livello di erogazione di servizi si sta semplicemente dicendo ai cittadini che in questo Paese il diritto alla salute non è più garantito.
Se non si è ricchi.
Roma 22 Dicembre 2009