L’adesione crescente delle lavoratrici e dei lavoratori, anche non iscritti alla CGIL, agli scioperi del 3, 7 e 14 novembre, sta producendo prese di posizione, tramite comunicati stampa da parte della CISL, che trasudano nervosismo e preoccupazione.
Preoccupazione che dovrebbe essere ingiustificata per questa Organizzazione, se fossero vere le cifre ridicole di adesione allo sciopero che la CISL si ostina a fornire. Tali cifre sono addirittura più basse di quelle dichiarate dal Ministero della Funzione Pubblica, e sembrano degne, più che di un “sindacato libero” di un’organizzazione dei lavoratori sovietica.
Se, inoltre, il legittimo diritto al dissenso viene scambiato per intimidazione, allora sì c’è da preoccuparsi.
Ribadiamo, ancora una volta, che la strada maestra della democrazia è il voto. Se si è così sicuri del proprio operato, ci si affidi al libero, questo sì, giudizio delle lavoratrici e dei lavoratori.
Smettiamola di nasconderci dietro questa o quell’altra scusa, e si risponda alla nostra richiesta: il “libero sindacato” della CISL e l’altrettanto “libero sindacato” della UIL accettano di sottoporre l’intesa al voto o no?
Roma, 10 novembre 2008