La politica dei due tempi del Governo è davvero sfacciata: le risorse provenienti dallo scudo fiscale, ancorché vergognose, sono ancora indeterminate, ma si decide di spenderle subito per coprire la riduzione degli acconti IRES e IRAP, prevedendo, in un eventuale quanto indeterminato e incerto futuro, di utilizzare i maggiori proventi derivanti dai saldi per politiche di rilancio dell’economia, cui lo scudo era destinato.
Ancora una volta i redditi da lavoro e da pensione rimangono al palo, sorpassati da sostegni indiscriminati alle imprese, per giunta privi al momento di copertura finanziaria.
Non finisce qui: le imprese chiedono con forza la moratoria della revisione degli studi di settore o una sospensione dei controlli degli stessi, richiesta sulla quale non si può che essere contrari. Dopo la reintroduzione della politica dei condoni, attraverso lo scudo fiscale, il Governo uscirebbe definitivamente allo scoperto istituzionalizzando l’evasione fiscale come unica politica di sostegno alle imprese. In un colpo solo, cioè, legalizza l’illegalità, riduce le entrate così necessarie in periodi di crisi, e penalizza i pagatori onesti, i lavoratori e i pensionati.
Roma, 12 Novembre 2009