Una manovra economica sbagliata e antimeridionale. Comunicato stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale Fp-Cgil

18 Luglio 2011

Una manovra economica sbagliata e antimeridionale. Comunicato stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale Fp-Cgil

Il Governo, in difficoltà per la manovra economia 2010/13, continua a vaneggiare. Da tempo il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha deciso di affossare questo Paese con i tagli indiscriminati alla spesa pubblica, che in genere colpiscono i servizi e tutto il sistema di tutele. Così in una condizione di generale difficoltà taglia tutto e in particolare i trasferimenti alle Regioni e agli Enti locali, non ponendosi l’obiettivo costituzionale di ampliare la base contributiva attraverso la lotta all’evasione fiscale, come invece andrebbe fatto.

Questa volta le Regioni, iniziando da quelle del nord, si sono ribellate e hanno chiesto una revisione profonda della manovra. La Lega, sfruttando questa inquietudine, pretende un occhio di riguardo per le Regioni leghiste che a suo dire sono oppresse fiscalmente da Roma.

Il Ministro Tremonti, fiscalista prestato all’economia, intervenendo all’assemblea della Coldiretti ha sostenuto che le difficoltà sono causate da quei “cialtroni” dei governatori meridionali, che non sanno spendere le competenze a loro disposizione.

Siamo sorpresi e meravigliati dal fatto che, per la prima volta nella storia della Repubblica, un Ministro abbia fatto dichiarazioni così pesanti nei confronti del lavoro svolto dalle regioni meridionali. E’ evidente la strumentalità dell’attacco. Il Governo non attua il piano di finanziamenti per il Mezzogiorno e impegna fondi per progetti inutili come la costruzione del ponte sullo stretto di Messina.

Il Ministro Tremonti, noto per le sue simpatie leghiste, probabilmente punta a costruire e accentuare una mentalità antimeridionale, già presente in questo Governo. Ci sorprende che i Parlamentari di centrodestra non abbiano protestato. Forse, come poveri ascari, si sono già piegati a un’idea di federalismo fiscale che di fatto prepara la divisione del paese.

Sarebbe auspicabile un’ampia e unitaria protesta istituzionale. Ma temiamo che non ci sarà.

Ancora una volta sarà compito dei cittadini meridionali opporsi a queste scelte con ogni forma lecita di protesta.

Roma, 6 Luglio 2010

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