VVF – Ancora a proposito di aerosoccorritori VVF SAF 2B!

18 Luglio 2011

Ancora a proposito di aerosoccorritori VVF SAF 2B!

15.05.2008 – Come certamente rammenterete, nei giorni scorsi, a fronte dei contenuti polemici di un articolo comparso sul quotidiano “La Repubblica”, avevamo ritenuto di pubblicare, sempre sul medesimo argomento, una lettera aperta di un collega di Bari.

Il collega che ha fornito gli elementi per scrivere l’articolo di cui sopra ha chiesto di replicare e ci ha inviato una sua riflessione che di seguito, volentieri, pubblichiamo.


 

In risposta alla “Lettera aperta di un Pompiere di Bari”del 9/5/2008 pubblicata sul sito della CGIL

Caro Lorenzini, sono “il forse collega”, mi chiamo Silvio Piva del Comando di Torino.

Ho iniziato il mio rapporto con i Vigili del Fuoco nel lontano 1979 come ausiliario, poi come discontinuo e dal 1983 sono un permanente diventato capo squadra nel 1995. Attualmente sono responsabile operativo del nucleo Saf, mansione che svolgo oltre ai normali turni di squadra (al Comando di Torino si fanno circa 28.000 interventi all’anno) e alla turnazione presso il nucleo elicotteri. Ho svolto attività sindacale nella CGIL e da alcuni anni sono un iscritto dell’RDB.

All’inizio degli anni ’90 ho condiviso con alcuni colleghi un progetto chiamato “nucleo soccorsi speciali” con l’obiettivo di migliorare sia la sicurezza degli operatori che l’intervento di soccorso. In quel periodo le uniche corde in caricamento sui mezzi erano in canapa. Tra il ’93 e il ’94 quasi tutto il personale di Torino era formato all’utilizzo di tecniche di derivazione speleo alpinistiche. Con grande soddisfazione il nostro progetto, analogo a quello di altri comandi, è diventato nazionale e da qualche anno ormai i vigili del fuoco sono in grado di offrire su tutta la penisola un servizio di soccorso celere e qualificato.

Fatta la premessa, entro nel merito della tua lettera. L’articolo pubblicato da “La Repubblica” in pagina Nazionale era uno stralcio di quello apparso nell’edizione di Torino (che allego) dove la fonte, cioè io, era citata. Forse la giornalista non è riuscita in poche righe a sviscerare tutte le problematiche dei Saf 2b ma i nostri legali lo hanno fatto molto bene nel ricorso al Tar presentato da 167 colleghi (e ti allego anche quello). Legali ai quali ci siamo rivolti dopo anni di richieste inascoltate dall’Amministrazione e dal Sindacato.

Personalmente non mi sento “ordinario” quando svolgo il mio lavoro su un’ autopompa, ma quando mi appendo al verricello dell’elicottero e penso che il collega pilota con il quale condivido la missione e che tra le mani ha un pulsante che può tranciare il cavo guadagna circa 500 euro più di me di indennità di volo, bene, in quel momento non so quale aggettivo usare per descriverti il mio stato d’animo. Non ho trovato sicuramente sollievo leggendo la relazione della dott. Sabelli Direttore delle risorse umane, dove anche lei si domanda cosa stiamo a fare ai nuclei elicotteri visto che non abbiamo titoli o brevetti(allego pure questa).

Mi permetto di fare un’analisi politica: nel corso degli ultimi anni i pompieri stanno sempre di più diventando dei dipendenti ministeriali, non ci sono stimoli, non c’è più passione. Credo che in parte la responsabilità sia da imputare all’appiattimento anche salariale. Sono convinto che per il futuro sia necessario valorizzare l’impegno dei singoli, conscio che la passione non sia monetizzabile ma incentivandola sicuramente non si commette errore.

Dopo le recenti elezioni, stiamo vivendo in una fase di cambiamento e se il sindacato non sarà in grado di rinnovarsi ascoltando soprattutto i lavoratori più meritevoli, abbandonando il clientelismo che contraddistingue alcune sigle, sarà destinato a sparire come è avvenuto per la sinistra, vanificando le conquiste ottenute con anni di lotte dove chi faceva del sindacato rischiava il posto di lavoro. E non sarà questione di simpatia caro Forgione, ma spero che i Saf sappiano fare breccia in una diga dove ogni professionalità venga riconosciuta anche economicamente. Sarebbe indubbiamente simpatico se tu caro Forgione informassi se non me almeno i tuoi iscritti su come intendi affrontare la discussione saf 2b “che si presenta, comunque, molto delicata e complessa”.

Riguardo all’art.18, Lorenzini forse lo citi un pò a sproposito, tra di noi possiamo pure dirlo, ci sono diversi giornalieri che la salute l’hanno buona ma non hanno tanta voglia di stare in giro di notte con il freddo o con il caldo di un bel incendio. Giornalieri non me ne vogliate, so che il vostro lavoro è indispensabile ma il mio ha qualche disagio e qualche rischio in più.

Non mi sento affatto disonesto a coltivare il mio “orticello” anche perché è stato innaffiato da ore di corsi e da ore di addestramento non retribuite e non recuperate, concimato con l’impegno in tutte quelle “variabili” con l’identica passione che ho avuto per i Saf. Sono sempre stato in prima fila “partecipando attivamente a quelle che sono le rivendicazioni di tutti”.

E’ tempo che tutti gli orticelli diano i loro frutti, possibilmente non dei cetrioli.

Caro Lorenzini, attento agli attacchi personali, sei sulla buona strada per diventare un generale della guerra dei poveri, resto comunque disponibile ai “tuoi quesiti” e spero di non aver “parlato a vanvera”.

Saluti Silvio Piva

 

 

Alcune conclusive riflessioni a cura di Adriano FORGIONE
 
Nè per spirito polemico, tanto meno per avere a tutti i costi l’ultima parola, tuttavia, se da un certo punto di vista talune valutazioni suesposte sono indubbiamente condivisibili, sono però d’obbligo alcune precisazioni partendo dalla lettera aperta incriminata, dall’articolo comparso in 3^ pagina su “La Repubblica” e dal mio sommesso commento, che rialleghiamo.
 
Iniziamo, innanzitutto, dalla scelta di pubblicare la lettera di Lorenzini, l’unica tra le diverse giunte al nostro indirizzo – e con ben altri toni e contenuti – in grado di rappresentare, oltre al risentimento dell’estensore, anche una sorta di sensibilità, di solidarietà, di voglia di coesione tra lavoratori, insomma, uno spirito confederale il cui smarrimento, quanto meno per la CGIL, è certamente un motivo di grande preoccupazione. 
 
Nè è stata colta, nel commento finale del sottoscritto, la metafora della simpatia intesa come sommesso richiamo – ai colleghi aerosoccorritori – a non comportarsi come un corpo estraneo, ma come parte importante, ma non indispensabile, dell’organizzazione dei Pompieri e della “mission” che è chiamata a compiere.
 
Ma veniamo al merito: scopriamo che le tecniche speleo alpinistiche consentono, ormai, “di offrire in tutta la penisola un servizio celere e qualificato”, peraltro, in egual misura, anche se con modalità diverse e con meno enfasi, a quello garantito dai Pompieri “ordinari”: è indubbio, il progetto originario SAF ha portato al miglioramento del servizio di soccorso – e ne siamo tutti felici – ma possiamo dire la stessa cosa per la sicurezza di tutti gli operatori? Il settore, 1A, 1B, 2A, 2B, è stato portato avanti in modo equilibrato ed omogeneo su tutto il territorio? I risultati sono monitorabili? E se si, perchè non vengono resi disponibili?
 
Si ricorre al TAR per superare la sordità dell’Amministrazione e del Sindacato!!!
 
Innazitutto, troviamo curioso che si associno Amministrazione e Sindacati, ma è inevitabile quando si è convinti del “clientelismo di alcune sigle” e, per quanto ci riguarda, anche imbarazzante: le accuse, o si provano, o si tace!
 
Ma di quale sordità si parla? Dell’incapacità di soddisfare le richieste del Settore? Oppure del disinteresse nei confronti dello stesso, della volontà più o meno evidente di emarginarlo?
 
Ma il Sindacato è stato mai veramente coinvolto, oppure è stato percepito, sempre e da subito, come un possibile ostacolo alla coltivazione “dell’orticello”? 
 
E dagli altri colleghi come vengono percepiti gli aerosoccorritori VVF? E’ vero, non è un problema di simpatia, ma se la percezione collettiva è quella del collega che ci ha scritto da Ravenna, forse sarebbe meglio abbassare i toni ed affrontare la questione con un pizzico di sano realismo: “Innanzitutto credo sia un fatto molto grave dal punto di vista della solidarietà quando una “sottocategoria” (intesa in senso strettamente organizzativo) si attiva al fine di promuovere una rivendicazione esclusivamente per sè stessa. A mio modesto avviso questo sa molto di egoistico corporativismo e ben poco di solidale sindacalismo. In secundis… vorrei far notare a quei SAF 2B che manifestano le loro rivendicazioni che, a tutt’oggi, nessuno li ha cercati. Ancorchè la loro opera sia stata e sia meritoria e proficua, non è stata l’Amministrazione a costringerli a fare gli aerosoccorritori” ( Ravenna – Lettera firmata).
 
Invece di impiantare ricorsi – che la CGIL aveva sconsigliato – o formulare generiche accuse, bene si farebbe a fare mente locale su quanto avvenuto nel Corpo negli ultimi anni, per comprendere che, non il disinteresse, ma le particolari condizioni createsi con la riforma hanno impedito di avviare seri percorsi di valorizzazione professionale ed economica, non solo per i SAF, ma per tutto il personale operativo, amministrativo e tecnico. 
 
Si saprebbe anche che la CGIL VVF è stata, forse non simpatica, certamente tutt’altro che sorda alle esigenze rappresentate dai colleghi, SAF compresi, visto che aveva istituito un gruppo di lavoro (di seguito allegato) il cui obiettivo “emerso da un primo approccio alla discussione, è quello di sviluppare, a breve, ovvero, anche alla luce degli ultimi avvenimenti, un progetto-piattaforma per lo sviluppo del settore, con particolare riferimento alla definizione di un modello organizzativo che dia rilevanza a tutti i livelli operativi, tenendo conto, soprattutto, ma non solo, degli aspetti relativi alla sicurezza degli operatori. Attraverso la rivendicazione e l’applicazione degli istituti contrattuali esistenti, occorre incrementare i percorsi formativi, di addestramento e mantenimento, al fine di valorizzare, sia sul piano economico che professionale, tutto il settore, ma con particolare riguardo per il livello di eccellenza. Il gruppo di lavoro, infine, ritiene importante ogni ulteriore contributo voglia essere fornito dai colleghi di tutto il territorio, pertanto, eventuali specifiche riflessioni possono essere inviate all’indirizzo e-mail coordinamentovvf@fpcgil.it e saranno, oltre che gradite, tenute nella debita considerazione.” 
 
Il prodotto di questo gruppo è sempre stato disponibile per chiunque lo volesse visionare, non solo per gli iscritti: se lo avessimo reso pubblico senza contestualizzarlo in una specifica riunione con l’Amministrazione lo avremmo semplicemente bruciato; non ci è mai stata data tale opportunità, peggio ancora, nell’assoluto silenzio di buona parte degli operatori SAF 2B, i quali, agli “ostacoli” che avrebbe frapposto un Sindacato “populista e colluso”, sembrava preferissero le promesse di chi voleva garantire il famoso “orticello”. 
 
I risultati sono sotto gli occhi di tutti!
  
Così come, sempre a proposito del presunto disinteresse del Sindacato, se è vero che non c’è traccia di tutti gli interventi fatti per le vie brevi, gli ultimi dei quali nelle riunioni del 23 aprile e dell’8 maggio uu.ss., sono sempre state visionabili le innumerevoli prese di posizione della CGIL sulla materia – sempre nell’assoluto silenzio degli operatori del settore –  talune delle quali alleghiamo di seguito.
 
Un minimo di cautela e meno supponenza, magari non rende simpatici, di sicuro aiuta! O no? 
 
In conclusione – non torneremo più su questa vicenda, nè pubblicheremo altri commenti – ovvero in attesa di quella riunione che la “disinteressata” CGIL ha recentemente richiesto, un ultima sommessa riflessione: Lorenzini è un povero, non un generale, così come lo è il collega succitato che scrive da Ravenna; la loro guerra non è tra, ma dei poveri, fra i quali, anche se pigliassero i soldi degli elicotteristi (!!!), se non ci sarà una vera discussione di merito continueranno ad esserci, comunque, anche i colleghi del SAF.
 
Forse è su questo che dovremmo riflettere. Tutti.

 
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