21.12.2006 – ROMA – Ieri, nel corso della riunione di concertazione tra le parti, la delegazione di parte pubblica ha sottoposto alle OO.SS. maggiormente rappresentative una nuova bozza di regolamento – in base al quale sarà emanato il bando di concorso – che sintetizza le richieste di modifica avanzate dalle Parti Sindacali nel corso della riunione tenutasi il 22 novembre u.s. (il cui verbale troverete di seguito pubblicato). In particolare, per quanto ci riguarda, abbiamo riaffermato la necessità di trovare un punto di equilibrio tra l’incidenza dell’anzianità e quella dei titoli (di studio e formativi), così da consentire anche ai Capi Squadra di superare il concorso, ma senza per questo discriminare i Capi Reparto diplomati che non sono risultati vincitori nel primo concorso straordinario per 300 Ispettori. Ebbene, a fronte della discussione, anche accesa, di ieri, crediamo si sia raggiunto un risultato soddisfacente e contiamo di rendervelo noto al più presto con la pubblicazione del nuovo verbale di concertazione, tuttavia permangono elementi di forte preoccupazione e perplessità poiché, si è nuovamente evidenziata l’assoluta confusione della Controparte in merito al ruolo ed ai compiti che questa nuova figura professionale deve assumere nell’organizzazione del lavoro degli Uffici centrali e periferici del Corpo. A queste condizioni, la previsione di 1300 Ispettori è l’ennesima follia di una riforma contraddittoria ed inadeguata (basti pensare anche ai concorsi straordinari per il SATI), che non affronta, tanto meno risolve, i noti problemi strutturali dell’organizzazione antincendi. A partire, per esempio, da una improrogabile riflessione: con simili “quantità” di tecnici laureati e diplomati è ancora plausibile mantenere gli istituti della prevenzione e della formazione esterna fuori dalle normali turnazioni di lavoro? Non sarebbe opportuno, invece, cogliere l’occasione per riportare nell’orario ordinario tali prestazioni – particolarmente remunerative e per pochissimi soggetti, a secondo dei territori – e ridistribuire equamente fra tutto il personale, con le finalità previste nei precedenti contratti, almeno una parte degli introiti derivanti da tali servizi? Ulteriori elementi di preoccupazione permangono anche sulla necessità, palesata dalla Parte Pubblica e da taluni Sindacati, di accelerare l’emanazione del bando senza che ci sia stata, prima, la definizione delle nuove piante organiche e delle sedi disponibili; non capiamo, inoltre, il motivo di tutta questa fretta per un concorso che distoglie ulteriori operatori dall’area del soccorso, a maggior ragione, visto che la finanziaria appena approvata, per il momento, prevede solo l’assunzione di 600 unità; una fretta, per certi versi irresponsabile, che renderebbe ancora più complicato mantenere gli standard minimi di operatività e di sicurezza del servizio, a scapito, non solo dei Pompieri, ma anche dei cittadini e del Paese. In conclusione ed a scanso di equivoci o malintesi, quest’ultimo aspetto, per quanto ci riguarda è pregiudiziale: spetta al Governo ed al vertice politico del Ministero trovare, nelle pieghe della Finanziaria, le risorse necessarie per potenziare seriamente il Corpo, a partire dall’esaurimento della graduatoria del concorso per 184 e dallo scorrimento di quella per 173 discontinui, in attesa che un nuovo concorso dia una possibilità di lavoro stabile ai tanti colleghi precari che non sono compresi nelle graduatorie succitate. Così non fosse, almeno per il momento, agli interessi di un numero esiguo di colleghi, non potremmo che anteporre, responsabilmente, la necessità primaria di garantire il servizio, gli operatori ed i cittadini.
(Adriano Forgione e Franco Moretti)