VVF – Decreto Legge a favore dell’Abruzzo: emendamenti della maggioranza sui VVF

18 Luglio 2011


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Decreto Legge a favore dell'Abruzzo: emendamenti della maggioranza sui VVF

21.05.2009 – Giusto ieri l’Amministrazione ci ha portato a conoscenza degli emendamenti (allegati) che – per quanto riguarda i VVF – verranno proposti in sede di conversione del DL contenente gli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma.

Volendo prevenire le solite critiche strumentali nei confronti della CGIL – ed ammesso e non concesso che gli emendamenti vengano accolti, ma le ultime notizie non sono buone – premettiamo da subito che lo sforzo che si sta facendo va in ogni caso apprezzato, tuttavia, questo non ci può esimere dal formulare alcuni elementi di contrarietà e di perplessità nei confronti dell’impianto proposto.

In particolare, riteniamo assolutamente insufficiente – ed incoerente con le continue dichiarazioni dei vertici politici – l’assunzione di 600 unità a fronte di una carenza conclamata (rispetto all’attuale dotazione organica) di circa 3500; non si comprende poi la ragione per la quale i posti – comunque pochi – non vengano equamente distribuiti tra tutte le graduatorie tuttora aperte, ma vengano assegnati solo ai “volontari in ferma breve” ed agli ex ausiliari 2004/2005, il cui concorso rimane uno dei più ingiusti e controversi della storia del Corpo. Non siamo d’accordo e ribadiremo la nostra richiesta nelle sedi opportune, quanto meno per ripristinare la dotazione organica prevista dalle norme vigenti, attraverso l’esaurimento di tutte le graduatorie esistenti, con priorità per quella dei 184 VF e della stabilizzazione dei precari.

Né ci convince l’emendamento relativo alle risorse da destinare alla speciale indennità operativa per il servizio di soccorso tecnico urgente, espletato all’esterno; già ne avevamo accennato in passato, non possiamo che ribadirlo oggi: per valorizzare il personale non c’è alcun bisogno di inventare una nuova indennità per la medesima platea alla quale vengono indirizzate già le indennità di turno, notturna e festiva; oltre tutto una indennità che oltre a complicare il lavoro degli Uffici preposti, rischia di alimentare insoddisfazione e discriminazioni tra gli operatori. Noi, al contrario, crediamo che questa sia una occasione da non perdere per semplificare l’attribuzione della retribuzione accessoria e dare, nel contempo, una risposta a tutto il personale, sia esso operativo, tecnico o amministrativo. Come? Innanzitutto riassorbendo nell’indennità di rischio le quote dell’indennità di turno/giornaliera in modo da renderle fisse e continuative – non legate alla presenza – con miglioramenti sia immediati che di prospettiva, tanto sul fronte pensionistico, che nel TFR; in secondo luogo, per dare un vero segnale al personale operativo maggiormente esposto al rischio ed al disagio, canalizzando tutte le risorse aggiuntive per rivalutare, almeno raddoppiare, un’indennità notturna e festiva che risulta essere la più bassa di tutti i settori lavorativi pubblici.

Infine, una annotazione di carattere generale, ma che per noi continua ad essere molto importante: pensavamo che il lavoro egregiamente svolto dai Vigili del Fuoco in Abruzzo – peraltro riconosciuto ed apprezzato, sia dalla popolazione, che dalle Istituzioni – avesse riaffermato la valenza sociale e solidale dei Vigili del Fuoco, ne avesse definitivamente caratterizzato compiti e ruolo all’interno del sistema di protezione civile, così come nell’attività ordinaria, ne avesse, per questo, marcato una volta per tutte la netta differenza con la diversa, ancorché apprezzabile e rispettabile, “mission” delle Forze di Polizia. Se malgrado tutto ciò il Corpo continua ad essere associato a queste ultime, si tratti di ottenere un poco di personale, piuttosto che della solita carità che viene spacciata per riallineamento retributivo, significa che qualcuno non sta facendo bene il proprio lavoro, o non sta lavorando per il bene dei Vigili del Fuoco. Per quanto ci riguarda riaffermiamo invece e con orgoglio l’identità dei Pompieri, l’unicità di un lavoro rischioso, disagiato ed usurante, la necessità di valorizzarlo economicamente e professionalmente senza dover mendicare somiglianze con chicchessia, ma per i meriti guadagnati sul campo giorno dopo giorno.

Michele D’AMBROGIO


 
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