VVF – Reggio Emilia – Lettera aperta del Coordinatore Provinciale FP-CGIL VVF

18 Luglio 2011


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Reggio Emilia – Lettera aperta del Coordinatore Provinciale FPCGIL VVF

22.11.2008 – Lettera ai colleghi – Caro collega, ho deciso di scrivere questa lettera perché mi sto sempre più accorgendo che si va diffondendo un idea qualunquista molto lontana dalla realtà di ciò che è e rappresenta un sindacato, in particolar modo. all’interno del nostro ambiente di lavoro.
 
Per questo spero tu possa trovare il tempo di leggere queste righe e se lo riterrai necessario contattare me, o altri che svolgono attività sindacale, per approfondire la questione.
 
Quando si entra a far parte dell’ambiente lavorativo dei Vigili del Fuoco si è convinti di essere entrati a far parte e di svolgere un mestiere tra i più utili ed i più apprezzati dai cittadini.
 
Mestiere che gode di un vasto consenso tra le persone; tutto questo è vero, ma non è più vero quando si lega questo al pensiero che proprio perchè svolgiamo questo lavoro, tutto ci sia dovuto e basti solo chiedere perché ci venga dato.
 
Abbastanza recentemente (2002 – 2005) il Parlamento ha approvato, e parte del movimento sindacale ha favorito, una legge di riforma e decreti allegati, contenenti tra l’altro il mutamento del rapporto di lavoro, con il passaggio da un sistema privatistico ad uno pubblicistico.
 
Le promesse di roboanti aumenti e fantascientifici e fulminei sviluppi di carriera si sono sciolti come neve al sole nel momento in cui si sono scoperte le carte; la CGIL ha manifestato il proprio dissenso a questa riforma proprio perché sin da subito noi non vedevamo la certezza di ciò che si prometteva e l’unica certezza era quella di una diminuzione dei diritti e delle tutele, nonché del potere contrattuale.
 
Oggi, è inutile dire noi l’avevamo detto, non serve a niente.
 
Oggi dobbiamo chiedere ai Vigili del Fuoco di tornare ad occuparsi delle loro cose, di tornare a fare ciò che noi non siamo abituati a fare, occorre lottare ed occorre riconquistare i nostri diritti e la nostra dignità; è tempo perso credere che questo o quel comparto contrattuale favoriscano migliori condizioni, è una discussione sterile e forviante.
 
Il 217, a mio avviso, una cosa buona la contiene: siamo in un comparto nostro, se la politica vuole valorizzarci vuole darci quel che crediamo di meritarci, non ha bisogno di fare tanti calcoli.
 
Armonizzazione alle forze di polizia? Maggiore salario? Tutto questo è sacrosanto ma và conquistato con le nostre forze e non con similitudini che sviliscono la nostra identità ed il nostro lavoro.
 
La confusione è ulteriormente aumentata da chi, in maniera populistica, sta facendo attività sindacale senza la responsabilità di concludere accordi, e si può quindi permettere di dare ragione a tutti quelli che legittimamente si lamentano e può sostenerli tutti.
 
Senza badare al fatto che, a volte, le proteste sono contrastanti.
 
Un piccolo esempio: la legittima protesta di chi é fuori casa da anni, non sta insieme al blocco della procedura selettiva del 40% per altro sacrosanta; la difficoltà di chi ha responsabilità sta in questo, chi non ne ha può criticare ed avere sempre ragione.
 
Il sindacato, per essere sempre migliore, ha bisogno di sempre maggiore partecipazione ed interesse, non basta, anche se oggi è già tanto, iscriversi, ma occorre partecipare, interessarsi e discutere, occorre far sentire la nostra voce e lottare per ciò in cui crediamo, per i nostri diritti che a volte vogliono dire lavorare sempre con migliori condizioni di sicurezza.
 
In questo non bisogna mai smarrire l’interesse generale, perché un sindacato deve sempre considerare tutto ciò che muta nella sanità, nella scuola, nel sistema assistenziale: non ci è avulso ci riguarda molto da vicino, anche se sovente lo dimentichiamo.
 
Essere iscritti alla CGIL, vuol dire tutto questo, ma, soprattutto, far valere dal basso la nostra voce e la nostra voglia di combattere per i nostri diritti.
 
La rappresentanza conta e questa categoria oggi forse conta anche meno, perché perde di rappresentanza.
 
Mi rivolgo in particolare ai giovani, non lasciatevi fuorviare da chi, forse anche giustamente, esprime idee di sfascio totale, se noi lo vogliamo non è così, ma se prevarrà l’omologazione e l’idea che niente cambia e tutto resta uguale, prevarrà lo sfascismo e noi saremo sempre più insoddisfatti e sempre meno tutelati.
 
La storia delle lotte sindacali non ci parla di questo, occorre riprendere quella via fatta di persone appassionate ed interessate del proprio mestiere.
 
Invitiamo coloro che non sono iscritti ad avvicinarsi, a parlare, e poi, se lo vorranno e saranno convinti, a partecipare, a dare forza.

 

Per la FPCGIL VVF Reggio Emilia
Luca INCERTI

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