VVF – Torino – Tragedia Thyssen Krupp: il punto di vista di un Vigile del Fuoco

18 Luglio 2011


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Torino – Tragedia Thyssen Krupp: il punto di vista di un Vigile del Fuoco

11.12.2007 – Enzo Ariu è un ispettore antincendi esperto (ex assistente antincendi) in servizio presso il Comando di Torino, al quale – così come ad altri colleghi nella medesima condizione, ma in servizio in altri Comandi VVF –  è stata negata la possibilità di uno sviluppo professionale equo e, soprattutto, commisurato alla qualità e complessità del servizio prestato in tanti anni di onorata carriera.
 
Tante volte ha rivendicato giustizia per se e per quei colleghi che hanno subito le medesime mortificazioni … tante volte, ma non questa …
 
Ci sarà tempo per farlo e noi, come sempre, cercheremo di essere con lui, anzi … con tutti quelli ai quali vengono calpestati diritti e tutele.
 
Intanto, ne alleghiamo di seguito la lettera aperta ai mass-media, con alcune riflessioni relative alla tragedia della Thyssen Krupp: siamo onorati di poterne condividere la sensibilità, lo spirito solidale, la voglia di denuncia e quella di riscatto.  

Adriano Forgione


 

Gentile Direttore

Sono un Vigile del Fuoco in servizio presso il Comando di Torino.

In questi giorni, dopo la tragedia occorsa alla Thyssen Krupp, assisto disgustato al teatrino delle parti che puntualmente si ripropone ogni volta che una tragedia si abbatte su dei poveri lavoratori dipendenti.

Spesso, oltre che soccorritore sono spettatore, per servizio, dell’inarrestabile serie di gravissimi infortuni sul lavoro che nonostante gli impegni, le promesse ed in alcuni casi i fondi investiti, continuano a mietere vittime tra i lavoratori.

Ho avuto modo di conoscere, per servizio, quell’ambiente e quei lavoratori, ne ho colto, anche ultimamente, prima dell’incidente, la preoccupazione per la consapevolezza della perdita certa del posto di lavoro e per il futuro, gravido d’incertezze, che aspetta loro e le proprie famiglie.

Il disgusto si accentua in me sentendo le dichiarazioni dei responsabili d’organizzazioni d’imprese, politici, sindacalisti e, non ultimi, anche alcuni giornalisti che, con toni compunti esprimono le loro solidarietà alle vittime e ai loro famigliari.

Mi ha particolarmente colpito ed offeso l’arrogante dichiarazione dei giorni passati del Presidente di Confindustria, replicata dai propri collaboratori, sui dipendenti statali ritenuti una massa di fannulloni e puntualmente colta da alcuni politici; anche i Vigili del Fuoco, di cui mi pregio ed onoro di far parte, sono dipendenti statali!

Questo è il comune pensare di una “casta” della nostra società e che non è necessariamente solo “casta politica”.

Costoro, dietro la scusa di uno Stato vessatore che imbriglia la capacità produttiva delle imprese, nascondono la dichiarata e malcelata volontà d’arricchimento di pochi anche a scapito della sicurezza e della salute di tanti.

Tutto sembra essere sacrificabile per la libertà d’impresa e per il mercato globale, nella consapevolezza che gli eventuali danni procurati alla società, saranno assorbiti dai singoli o dallo Stato e, consolati dalla certezza di un’impunità oramai storica, tentano di incidere, a volte riuscendoci, anche sulle scelte politiche.

Ne è prova il decreto Bersani che riguarda, nel complesso delle facilitazioni rivolte alle imprese, anche quella della sostanziale delegificazione delle procedure per l’acquisizione del certificato di prevenzione incendi, documento necessario per l’esercizio di numerose attività lavorative, nonché garanzia contro gli infortuni di chi vi lavora e, più in generale, sicurezza per la collettività, che promuove il progettista a controllore di se stesso.

Mi suona quale presa in giro, ancorché contraddittorio il sempre più frequente invito rivolto dal Capo dello Stato ai politici, affinché si prodighino nel tentativo di contenere gli infortuni nei luoghi di lavoro, contrapposta alla “deregolation” di fatto in atto.

Sono mesi che sento il Ministro del Lavoro On. Damiano parlare di controlli sui luoghi di lavoro e far riferimento agli Ispettori, alle ASL ed agli onnipresenti Carabinieri; sarà il caso di ricordargli che ai sensi della 626/94 uno dei due Organi di controllo previsti è il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco?

Ancora, sarà il caso di sottolineargli anche che una rilevante percentuale di morti nei luoghi di lavoro sono determinati dai devastanti effetti d’incendi?

In questo momento, in cui è stato realizzato per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco un lacerante riordino a “costo zero”, proprio le squadre d’intervento, le stesse che portano quotidianamente il soccorso nelle nostre città sono, per assurdo, esposte a rischi incalcolabili perché per poterne completare gli organici, si ricorre, sempre più massicciamente, al contributo di giovani precari.

Le assunzioni sono fatte da anni con il contagocce, al turn-over dei colleghi andati in pensione si supplisce, sempre più frequentemente, richiamando in servizio volontari che sono pagati al pari dei professionisti, ma di cui non hanno l’esperienza né la professionalità, incentivando così il lavoro precario.

Ogni capo partenza, un tempo, uscendo con la squadra per intervento si voltava verso i propri uomini, li conosceva tutti, di ognuno conosceva le attitudini e le potenzialità ed affidava loro i compiti conseguenti.

Oggi parlando con i colleghi mi affermano che voltarsi all’indietro sull’autopompa è inutile, vedrei ragazzi solo vestiti da “pompiere”, sovente con scarse esperienze, lì presenti per guadagnarsi uno stipendio e una dignità di vita.

Che amarezza, nel constatare che non è stato sufficiente cambiare negli anni tanti governi, né maturare tante tragiche esperienze sociali, poiché chi dovrebbe tutelare e chi dovrebbe essere tutelato, nell’ambito lavorativo, rappresenta solo la diversa faccia, in fondo, di una medesima medaglia.

Man mano che il tempo passa diventa sempre più certezza, la sensazione che il rispetto per la vita umana e della dignità di chi lavora, producendo benessere, ricchezza o sicurezza per gli altri, non sia più tra le priorità di questa società.

D’altronde essa, da tempo oramai, ha sostituito i valori in cui intere generazioni hanno creduto, con altri; il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Cordiali saluti

Enzo Ariu

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