Chiediamo a Brunetta: come mai sul Protocollo del 30 ottobre non c’è la firma del Ministero dell’Economia?

19 Luglio 2011

Chiediamo a Brunetta: come mai sul Protocollo del 30 ottobre non c'è la firma del Ministero dell'Economia? Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale Fp Cgil

 
L’affidabilità del Ministro Brunetta quando dà i numeri è nota e non a caso ha suscitato le attenzioni e la curiosità di siti economici come  “lavoce.info” o di università d’oltre oceano, nonché qualche interrogazione parlamentare.

Non ci faremo quindi trascinare in una polemica sui numeri, anche se il puntiglio con il quale il Ministro insiste nel voler sminuire la portata ed il successo dello sciopero e delle manifestazioni odierne, non dissimula sufficientemente il fastidio che il loro reale andamento deve avergli procurato.

Perché il Ministro, invece di occuparsi di numeri, non ci spiega come mai il Protocollo sottoscritto a Palazzo Chigi il giorno 30 ottobre, come si evince dalla lettura dei testi pubblicati sui siti del Governo, non reca la firma del Ministro Tremonti o di un suo delegato? E’ una dimenticanza o si deve ad altri motivi? Ricordo che in tutti i precedenti accordi preliminari al rinnovo dei CCNL pubblici nei quali venivano decisi gli incrementi economici, è stata sempre apposta la firma del Ministro dell’Economia, pro-tempore o di un suo rappresentante.

Il dare certezza alle risorse disponibili, non tanto per gli incrementi che nella loro miseria sono definiti in Leggi dello Stato già vigenti, quanto piuttosto per restituire i tagli che avverranno sulle buste paga di tutti i pubblici dipendenti a partire dal 1° gennaio 2009, non era forse uno dei principali motivi per cui il confronto tra Governo e Organizzazioni sindacali era stato trasferito da Palazzo Vidoni a Palazzo Chigi? Ed ancora, come mai gli aggettivi e gli avverbi utilizzati per definire le modalità e la certezza della restituzione delle somme, che pure erano stati oggetto del serrato confronto finale tra Governo e OO.SS., sono nei testi diversi da quelli che erano stati concordati?

Dal Ministro, che ha fatto della trasparenza il segno distintivo del proprio agire, ci aspettiamo qualche chiarimento.

Roma, 3 novembre 2008 
 

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