Sicurezza/Polizia Penitenziaria: richiesta di incontro unitaria al Ministro Nitto Palma

08 Agosto 2011

Comunicato unitario

OSAPP SiNAPPe UGL CISL FNS CGIL FP FSA-CNPP

 

 Roma, 4 agosto 2011

On.le Francesco Nitto Palma
Ministro della Giustizia
Via Arenula, 70
00186 ROMA

Onorevole Ministro,

avrà sicuramente avuto modo di apprendere, nonostante il suo recentissimo insediamento, delle insostenibili condizioni in cui versa il mondo penitenziario, e con questo i suoi operatori.
Del pari avrà conoscenza della spaccatura in atto fra una parte del fronte sindacale e la parte pubblica tradottasi nell’assoluta assenza di dialogo fra il “cartello maggioritario”, che raggruppa le scriventi organizzazioni sindacali che rappresentano il 57% del personale del Corpo, e i Vertici dell’Amministrazione Penitenziaria.
Nell’ampio panorama delle compagini sindacali che orbitano nel Comparto Sicurezza del Ministero della Giustizia, i firmatari del presente documento stanno da tempo intraprendendo un cammino condiviso abbracciando, attraverso politiche diverse ma convergenti, la strada della ragionevolezza per la rivendicazione dei diritti dei poliziotti, prima fra tutti la dignità lavorativa.
È infatti questo aulico concetto che racchiude le immense problematiche dell’intero sistema, scompaginato nei “problemi satellite” del sovraffollamento, della carenza organica, della penuria di fondi, dell’inadeguatezza delle strutture e dei mezzi.
Più e più volte si è detto degli impegni assunti dal Governo che Lei autorevolmente rappresenta e più e più volte si è dovuto prender atto delle promesse disattese.
Da tempo ormai immemore, ma mai stanchi, continuiamo a chiedere (e pretendere) attenzione dai “guardasigilli” che si sono avvicendati e la constatazione del ripetersi di annosi problemi mai risolti non ci fa demordere dall’intento.
Oggi, con il sottosegretario delegato del suo ministero, il “cartello maggioritario” ha sottoscritto l’Accordo per la ripartizione del Fondo Efficienza per il 2011. Si badi bene, solo il cartello maggioritario, in assenza di altre sigle che pure rappresentano un’importante sfera del personale.
Questo a riprova che la maggioranza che oggi Le scrive non è la mera maggioranza numerica, ma una maggioranza concreta di valori, progetti e speranze. Un gruppo che costituisce la giusta cassa di risonanza della voce del popolo. E in nome di quel “popolo” riteniamo di non poter ulteriormente attendere dietro paventate (o sperate) riforme epocali e cambi di direzione.
Riteniamo doveroso spogliarci delle vesti istituzionali e superare in un confronto non oltremodo interlocutorio “i problemi degli uomini”, la loro “stanchezza”, la rivendicazione dei loro diritti.
Il problema penitenziario ha occupato la ribalta degli ultimi anni, ma è stato vittima di un equivoco di fondo. La questione non si limita al problema del sovraffollamento che ha partorito il famoso “piano carceri”; la piaga è assai più ampia e interessa tanto la sfera di interesse sociologico legata alle condizioni detentive, tanto la sfera più pratica, quella magari nascosta, di chi quotidianamente deve far fronte a rischi e disagi legati a strutture fatiscenti, all’ammassamento di reclusi in pochi metri quadri, a traduzioni su strada con mezzi vetusti e inadeguati. Pochi uomini e poche donne a fronte di molti (troppi) utenti in un momento storico in cui la crisi economica del Paese limita il ricorso al lavoro straordinario, non permette di liquidare le missioni, blocca gli avanzamenti retributivi.
Una amministrazione che nonostante inviti e diffide, si astiene dal dare avvio alle procedure di mobilità; un’amministrazione che è sorda di fronte alla richiesta di costituzione di tavoli tecnici per la definizione delle piante organiche e dei carichi di lavoro. E in questo clima sorgono padiglioni detentivi che come novelle “lampade di aladino” dovrebbero risollevare le sorti delle “patrie galere”, dimenticando però che senza il personale è difficile assicurare la custodia!
La promessa dell’assunzione di migliaia di unità è quantomeno controversa: numeri alla mano, l’Amministrazione Penitenziaria ha richiesto l’autorizzazione all’assunzione di n.1145 unità senza, a tutt’oggi, la necessaria copertura economica da parte del governo!
In questo panorama si staglia l’odierna richiesta di convocazione, urgente e indifferibile.
Certi di un pronto riscontro, si porgono deferenti ossequi

OSAPP SiNAPPe UGL CISL FNS CGIL FP FSA-CNPP
(L. Beneduci) (R. Santini) (G. Moretti) (P.Mannone) (F. Quinti) (G. Di Carlo)

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