VVF – Foggia – Vigili del Fuoco tra passato e futuro: aspettative e criticità.

10 Agosto 2011

Foggia – Vigili del Fuoco tra passato e futuro: aspettative e criticità.

04.05.2011 – In data 28/04/2011 si è tenuto, con il patrocinio della Funzione Pubblica CGIL Foggia, il 1° Convegno provinciale CGIL VVF Foggia, presso la Sala Mensa della sede Centrale con il seguente tema:
Vigili del Fuoco tra passato e futuro: aspettative e criticità.

Il Convegno è stato un momento di incontro e partecipazione rivolto a tutto il Personale, per un’analisi del difficile momento storico del Corpo Nazionale, investito anch’esso dalla profonda crisi economica e finanziaria del paese.
 
Interventi previsti: CIANI Vincenzo Dirigente Provinciale; MOREO Vincenzo Coordinatore Provinciale CGIL VVF Foggia; LANZA Michele Coordinatore Provinciale CISL VVF Foggia; OCCULTO Luigi Coordinatore Provinciale UIL VVF Foggia; GESUALDO Michele Coordinatore Provinciale CONAPO Foggia; PESOLA Carmelo Coordinatore Regionale CGIL VVF Puglia; SALVATORE Nicola Segretario Provinciale CGIL FP Foggia; CLEMENTE Vincenzo Moderatore.

Alleghiamo di seguito la relazione del Coordinatore Provinciale Moreo e quella del Coordinatore Regionale Pesola.

 

 

Il Coordinatore Provinciale FPCGIL VVF MOREO VINCENZO

Alle ore 10.00 del 28/04/2011 ha avuto inizio il I Convegno Provinciale CGIL VVF, patrocinato dalla FP CGIL Foggia.
Il collega Gesualdo non ha potuto partecipare per precedenti impegni personali.
Questo Coordinamento ha inteso aprire i lavori di un tema così ampio dando la parola a tutte le componenti del Comando Provinciale con lo sviluppo di tale discussione secondo la propria sensibilità ed esperienza personale e professionale.
La pluralità infatti è stata riconosciuta non tanto quanto pericolosa diversità ma quale valore aggiunto per la crescita di tutta la componente VVF.
L’apporto di ogni relatore ha evidenziato il comune ed unitario riconoscimento di tutte le criticità che assillano il CNVVF.
Ritengo particolarmente importante menzionare il passaggio in cui il Dirigente ha fatto notare, in una particolare e forte congiuntura economica, quanto difficile risulta l’attenzione del Governo Centrale per quello che con un termine anglosassone possiamo definire la “safety “, rispetto a quello che si può identificare quale ” attenzione per l’Ordine Pubblico”.
Se mi si permette, direi la stessa cosa, circa l’attenzione per il valore supremo della democrazia e del rispetto della dignità di ogni singolo lavoratore.
Il Coordinatore UIL e CISL hanno rappresentato le difficoltà del Personale per le mancate spettanze arretrate così come anche una più attenta gestione delle risorse umane ed organizzazione del Lavoro.
Nel riconoscimento unanime di quanto finora espresso, ho ritenuto opportuno aggiungere che la tutela dell’operatore VVF si raggiunge attraverso la salvaguardia del servizio di soccorso.
Riconoscendo la logica del soccorso, l’operatore VVF acquisisce la dignità della sua professionalità ed acquisisce il diritto alla sua tutela.
Occorre un distinguo tra l’esperienza di riunioni del Personale cariche di tensioni per le problematiche di volta in volta affrontate, da “la carica di tensione” che deve nascere ed emergere da una approfondita analisi delle aspettative e criticità del ns. lavoro.
Il Coordinatore Regionale CGIL, il compagno Pesola, ha posto all’attenzione le criticità di una riforma, quella del 217, che non è mai decollata e che sin dall’inizio ha evidenziato i suoi limiti.
Il risultato finale non è stato altro che una ingabbiatura del sistema VVF, con logiche che da sempre abbiamo definito lontane da noi. 
Le criticità per il mondo del lavoro riscosso dalla recente finanziaria è stato oggetto di riflessione da parte del Segretario Provinciale di Funzione Pubblica SALVATORE Nicola che ha ricevuto riconoscimento e credibilità dalla stessa platea.
 
Per come anche la Base ha risposto a tali analisi ed iniziative, ritengo di poter addivenire alle seguenti conclusioni:
1. A livello periferico ed a livello di discussione in cui la base rimane coinvolta, più difficili sono le diversità di veduta e di pensiero rispetto all’analisi delle Aspettative e Criticità del CNVVF, di quanto non avviene stranamente a livello Centrale e Nazionale;
2. Perseguire una unitarietà di intenti è possibile nella misura in cui ogni compagine sindacale è capace di sacrificare parte della sua linea politico-aziendale a favore della complementarietà delle idee e dei percorsi;
3. Le motivazioni di dissenso della ns. linea sindacale rispetto all’azione di Governo sono più condivise di quanto non possa apparire in un contesto di corporativismo di tesseramento sindacale.
4. Auspico che a livello periferico, sia condivisa tale esperienza che renda soggetto principale la Base e le sue logiche ed aspettative.

Foggia, lì 03/05/2011.

 

 

Il Coordinatore Regionale FPCGIL VVF Carmelo PESOLA
 
Inizio ringraziando il compagno Moreo per la possibilità che ci dà di poter affrontare l’argomento in oggetto, anche perché questo momento ci permette di confrontare i diversi pensieri, se pur a livello regionale, su una organizzazione importante per il Paese come è quella dei Pompieri in termini di servizi e principalmente in termini di soccorso.

A mio parere si inizia a parlare seriamente di una riforma per il Corpo Nazionale solo quando, alla fine degli anni 90-inizio del 2000, a fronte di una serie di eventi calamitosi, gestiti diversamente dal passato, si aprì una discussione forte sulla riforma del sistema di protezione civile; il pensiero dominante fu quello dell’Agenzia di PC alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio, al cui interno i Vigili del Fuoco (fuori dal Ministero Interno) avrebbero dovuto assumere una funzione trainante, in stretta sinergia con gli altri soggetti che a vario titolo si occupano di PC, quali gli Enti Locali, i Servizi Tecnici Nazionali, il Volontariato etc.
 
Tutti sappiamo come andò a finire, i Vigili del Fuoco non entrarono nell’Agenzia, ma ne dipesero solo funzionalmente; il Governo di centro sinistra (Ministro Interno Bianco) non fece nulla per consolidare l’Agenzia e il Governo Berlusconi appena vinse le elezioni la abrogò definitivamente e iniziò a caratterizzarla sul fronte dei grandi eventi che nulla hanno a che vedere con la gestione delle calamità e dei grandi rischi.
 
SI, COLLEGHE E COLLEGHI, noi della CGIL pensavamo e pensiamo che quella fosse una riforma giusta che si basava sul decentramento delle risorse e funzioni al territorio, valorizzando Direzioni regionali e Comandi con l’alleggerimento della struttura centrale che si dovrebbe solo occupare di armonizzazione e coordinamento, valorizzando la Dirigenza Tecnica.
 
Ho sempre pensato ad una protezione civile CON AL CENTRO I POMPIERI, una protezione civile GESTITA DAI POMPIERI, noi a capo e quindi, anche del controllo di tutte le numerose associazioni di volontariato presenti nel Paese, che se continuano ad impegnarsi così come ora e contemporaneamente a farsi aiutare dalla politica – lo dico con parole povere- finiranno con toglierci il lavoro e sapete perché: perché costano di meno e sono presenti capillarmente su tutto il territorio e quindi , in questa amministrazione, e delle altre che verranno, con risorse nella gestione sempre più esigue per i servizi, servono a far quadrare i bilanci.
 
Nel 2004/2006 arrivò Morcone e insieme a Cisl e Uil, (questa è storia), caratterizzano la loro attività ponendosi come obiettivo la riforma del rapporto di lavoro, attraverso la ripubblicizzazione dello stesso. Parte del centro sinistra fece sua una opposizione di sola facciata, la riforma passò e riconsegnò un sistema regolato rigidamente da norme e non dalla contrattazione, nel quale il sindacato conta molto meno (fa comodo a tutta la politica avere un sindacato debole, differenza norma e contrattazione) le condizioni economiche e professionali peggiorano (tanti nella qualifica in cui vanno ad essere collocati percepiranno un inquadramento economico minore, delle trecento euro promesse neanche l’ombra ma c’è il riassorbimento dell’assegni ad personam previsti allora per rispondere a chi andava a prendere di meno).
 
Insomma è una cattiva copiatura dell’ordinamento della Polizia di Stato.
 
Ma quello che più mi sconcerta sulla questione economica è che il tutto lo si poteva leggere, infatti era già scritto nelle risorse previste che sarebbe andata così… Ma c’è da arrabbiarsi per la propaganda che in questi ultimi anni ancora parla ancora di centinaia di euro ai pompieri se entrano nel comparto sicurezza.
 
Nessuno nega che forse la polizia percepisce un salario maggiore di un centinaio di euro. Ma abbiamo verificato a quali competenze istituzionali corrispondono quei soldi in più? E senza svolgere certe altre funzioni in più oltre a quelle istituzionali, è automatico che quei soldi in più li prenderemo? Si è verificato che pur nel comparto sicurezza altre forze percepiscono meno della polizia? Vi risulta che forze appartenenti al comparto sicurezza hanno firmato contratti con disparità economiche? Ma poi perché non ci battiamo per un salario maggiore o riconoscimenti specifici, restando al di fuori di competenze che non ci riguardano e che non abbiamo la formazione e la forma mentis per assolvere?
 
Ma quello che più mi fa ridere è che le finanziarie prevedono sempre meno per i contratti in genere e noi crediamo – io e tanti altri no! – che basta entrare nel comparto sicurezza e che oggi, Berlusconi o chissà chi altro nel futuro, preveda soldi così, a “babbo morto” per i pompieri… scusatemi, malgrado il rispetto che ho delle idee altrui… questa mi fa ridere…

Arriviamo al 2006/2011 – Il Corpo, malgrado le promesse della politica, compreso il centro sinistra che vince le elezioni, è sempre più in crisi: il 217 non viene modificato strutturalmente come necessario, il mancato recupero del turn over fa aumentare a dismisura le carenze di organici, il servizio è sempre più in difficoltà, il modello organizzativo rimane profondamente accentrato ed ingessato, poco conforme alle esigenze dei cittadini e del Paese.
 
2007/2008 – Si discute il primo contratto di natura pubblicistica i cui contenuti, malgrado le promesse di altre OO.SS., sono al di sotto delle attese; la CGIL in un primo momento non firma, ma nella successiva sessione è costretta a firmare per non essere estromessa dalle contrattazioni successive.

Poi il 2009 – Il terremoto in Abruzzo riporta all’ordine del giorno la necessità di rivedere il sistema di protezione civile; la dirigenza del Corpo non riesce a cogliere l’opportunità di rilanciare un progetto di riforma che caratterizzi e valorizzi il lavoro dei pompieri in quell’ambito.
 
2010/2011 – Inizia e prosegue una deriva che tende ad identificare sempre più i VVF con il comparto sicurezza, quasi fossero il 6° corpo dello stato; ciò li allontana dal sistema di protezione civile e li relega in un ruolo comprimario di semplice manovalanza. La firma del biennio economico contrattuale porta notevoli risorse, ma non per similitudine con comparto sicurezza – come continuano a sostenere CISL UIL CONFSAL e CONAPO – bensì per il lavoro fortemente identitario svolto nelle grandi emergenze che riafferma, qualora ce ne fosse bisogno, l’unicità dei VVF che non devono essere confusi con nessun altro, a partire dai compiti di soccorso e protezione civile, in opposizione a quelli di ordine e sicurezza pubblica, come è avvenuto anche recentemente con l’allestimento ed il controllo dei campi profughi.
 
ADESSO – Bisogna rilanciare un progetto di riforma (252/217) che a partire dal modello organizzativo, autonomo nella gestione e decentrato, valorizzi gli operatori, attraverso un nuovo ordinamento, sia professionalmente che economicamente; serve potenziare il Corpo portandolo agli standard europei (1 VF ogni 1500 abitanti = 45.000 pompieri); bisogna prendere le distanze dal comparto sicurezza e rilanciare il ruolo nel sistema di protezione civile.
 
Grazie per l’attenzione

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