VVF – Emilia Romagna – Quale ruolo del Corpo nel sistema di Protezione Civile?

11 Agosto 2011

Emilia Romagna – Quale ruolo del Corpo nel sistema di Protezione Civile?

 

26.05.2011 – Abbiamo ricevuto e, di seguito, pubblichiamo, una riflessione da parte del Coordinatore Regionale FPCGIL VVF Emilia Romagna, Roberto Franca, sul ruolo del CNVVF nel sistema di Protezione Civile .

 

 

Ruolo del CNVVF all’interno del sistema di Protezione Civile.

Nell’ultimo coordinamento regionale svoltosi a Bologna il 10 Maggio, che ha visto la partecipazione del compagno Mario Mozzetta, fra i tanti temi posti all’O.D.G. si è ampiamente discusso dei Vigili del Fuoco nel sistema di Protezione Civile, anche alla luce delle tante emergenze che li vedono coinvolti, a volte in maniera impropria, altre in maniera non sempre coerente, con quello che dovrebbe essere il loro ruolo all’interno della macchina del soccorso e del sistema di protezione civile.

Dall’interessante discussione è emerso che in questi ultimi tempi si è passati da una gestione del sistema di protezione civile modello “Bertolaso”, nel quale ogni singolo evento, anche i più banali (comprese le Feste di Paese), prevedeva un intervento diretto del grande capo che controllava e centralizzava ogni tipo di decisione, tenendo il CNVVF fuori dalla gestione, oppure riconoscendogli ruoli marginali, ad una nuova gestione chiamata “scarichiamo tutto sul CNVVF e tanti saluti al sistema integrato di protezione civile “.

La gestione “Bertolaso” è stata più volte e giustamente criticata da parte della nostra O.S.

Le tante vicende oscure, i tanti scandali, gli abusi di potere che hanno caratterizzato questo tipo di gestione “centralizzata” e senza alcun rispetto delle regole democratiche (va ricordato che tutto veniva by-passato in quanto la dichiarazione di “grande evento” consentiva di derogare leggi, norme, regole e contratti), hanno costretto a cambiare metodo di lavoro chi, ora, si trova a dirigere il dopo “Bertolaso”.

Purtroppo si è passati dalla padella alla brace: se, da un lato, il nuovo modello sembra riconoscere un ruolo importante al Corpo, e questo non può che farci piacere, tant’è vero che l’allestimento del campo profughi è stato prevalentemente delegato ai VVF, dall’altro lato pecca in maniera drammatica rispetto a quello che sosteniamo da anni, e cioè che un moderno sistema di prevenzione, pianificazione e gestione delle emergenze deve coinvolgere, in maniera coordinata e organizzata, tutti quei soggetti che fanno parte del sistema di protezione civile.

Né basta aver dato la possibilità a diversi lavoratori di arrotondare il magro stipendio con ore di straordinario (oltre tutto, non può certo essere questa la strada da percorrere per riconoscere professionalità e competenza), bisogna comunque rivendicare che, unitamente al CNVVF, per realizzare il campo profughi avrebbe dovuto mobilitarsi l’intero apparato della Protezione Civile.

Questo non si è verificato e chi aveva la facoltà di decidere ha preferito mantenere un profilo molto basso e accondiscendente, piuttosto che disturbare il manovratore, il cui nome, in questo caso, è quello del Ministro dell’Economia, il quale, pur di risparmiare non si è fatto certo scrupolo di finanziare un dispositivo emergenziale con i soli Vigili del Fuoco, ma monco di tante altre importanti componenti.

Qualcuno potrebbe obiettare che, così facendo, si è risparmiato, ma simili risparmi, di fronte ad una emergenza, dovrebbero essere ben ponderati e, semmai, bisognerebbe investire di più su tutti i quei soggetti che portano soccorso e solidarietà, facendo risparmiare – ed è questo che dovrebbe interessare chi ci governa – vite, disgrazie e disagi.

Purtroppo tutto questo non si è visto, nonostante diverse regioni preparino da anni manovre integrate di protezione civile, nonostante la nostra regione è, probabilmente, tra quelle più all’avanguardia nella gestione di un simile modello, le direttive sono state altre, perché l’importante era allestire i campi, “lo facciano i Pompieri punto e basta.”

Chi scrive è da poco più di un anno coordinatore di una regione che, come è noto si è spesa tantissimo per sostenere il sistema integrato di Protezione Civile ed ha fortemente voluto esercitazioni congiunte, tanto che dopo il terremoto abruzzese eravamo già pronti ad allestire un campo base unificato; peccato che grazie ai soliti noti il campo VVF Emilia Romagna ed il campo Protezione Civile Emilia Romagna erano ad oltre 20 chilometri di distanza l’uno dall’altro.

Speravamo fosse solo un incidente di percorso, invece, appena scattata l’emergenza profughi, quando il Governo aveva deciso che ogni regione allestisse il proprio campo – decisione ritirata il giorno dopo (e questo la dice lunga sulle idee “chiare” di chi ci governa) – era sembrato normale organizzare il campo dell’Emilia Romagna operando congiuntamente con la Protezione Civile, mentre tale chiarezza, evidentemente, è mancata a chi era preposto a dare direttive in tal senso, tanto è vero che ci siamo trovati in “splendida solitudine” ad allestire il campo, fino al contrordine del giorno successivo.

Credo, e qui mi avvio rapidamente alle conclusioni, che le gestioni ultime dell’apparato Protezione Civile debbano fare riflettere i nostri colleghi e, soprattutto, la nostra classe politica: se, malauguratamente, altre emergenze dovessero colpire il nostro Paese, la preoccupante realtà e che non saremmo ancora sufficientemente pronti ed attrezzati ed i cittadini, a causa dell’ennesimo atto di irresponsabilità del peggior governo dell’Italia repubblicana, subirebbero danni e disagi in buona parte evitabili.

Coord. Reg.le FP CGIL VVF Emilia Romagna
Roberto FRANCA

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