VVF – Forlì-Cesena – Presidio acquatico sul litorale della provincia

11 Agosto 2011

Forlì-Cesena – Presidio acquatico sul litorale della provincia

21.05.2011 – Di seguito, la nota FPCGIL VVF al direttore Regionale ed al Comandante provinciale con la quale si confuta il modello organizzativo del presidio acquatico e se ne propone uno alternativo più funzionale alla mission del Corpo.

 

 

Al sig. Direttore Regionale
Dir. Gen. Giovanni Nanni

Al Sig. Comandante
Dott. Ing. Carlo Dall’oppio

e p. c. O.S. FP CGIL Emilia Romagna

Oggetto : Presidio acquatico sul litorale della Provincia di Forlì-Cesena.

Presso i Comandi della Regione si stanno raccogliendo le adesioni per l’attivazione dei presidi acquatici di Cesenatico e Porto Garibaldi-Comacchio per l’estate 2011, sulla base delle disposizioni impartite da codesta Direzione Regionale.
 
Le modalità con cui verrà svolto il servizio di soccorso acquatico sul litorale romagnolo suscitano più di una perplessità, sia in merito alla strutturazione del dispositivo di soccorso sia per gli aspetti organizzativi e di utilizzo del personale.

In merito al primo aspetto, essendo dal lunedì al venerdì previsto l’utilizzo esclusivo delle moto d’acqua per le operazioni di soccorso, si è del parere che il servizio offerto risulti limitato, perché esclusivamente destinato al soccorso dei bagnanti.
 
In un contesto fortemente antropizzato, caratterizzato da ampie spiagge affollate, con servizio di salvataggio già presente, l’utilizzo delle moto d’acqua è infatti destinato a sovrapporsi a quello già svolto dalle Cooperativa dei Bagnini, presenti capillarmente sulla costa e in grado di garantire una maggiore tempestività per gli interventi a ridosso del litorale.
 
Per gli interventi di soccorso oltre l’ambito di operatività dei Bagnini, la moto d’acqua è certamente utile ma ugualmente finalizzata al solo salvataggio di pericolanti, dovendo attendere il gommone di appoggio per il loro recupero.
 
L’utilizzo del gommone, oltre al ruolo di appoggio degli operatori di moto d’acqua, consente di perseguire obiettivi di sicurezza ben più ampi, potendo offrire un contributo al contrasto del rischio acquatico ed alla sicurezza della navigazione.
 
In tal senso, attraverso un efficace coordinamento con gli Enti istituzionalmente preposti, Guardia Costiera in testa e nel rispetto reciproco dei ruoli istituzionali, potrebbe consentire di mettere a disposizione anche in ambito acquatico la professionalità dei vigili del fuoco, in grado di portare anche in tale ambito le competenze e le abilità maturate nella quotidiana attività di soccorso, ad esempio nel caso di imbarcazioni in avaria o in caso di incendio di natanti, in banchina o in mare, o, per fare altri esempio, nel caso di incaglio sulle scogliere, in caso di affondamenti o quando emerge la necessità di effettuare svuotamenti.

La disponibilità di un mezzo nautico consente inoltre di affiancare il servizio specialistico svolto dai Nuclei Sommozzatori, con copertura h24 ma con tempi di intervento inevitabilmente lunghi, in tal caso dispiegando operatori VVF equipaggiati e di immediata operatività con funzioni di appoggio alla componente specialistica.
 
In definitiva il relegare il gommone ad un ruolo marginale e non operativo appare inappropriato e non praticabile, in quanto l’intervento di tale mezzo potrebbe essere richiesto e non sarebbe possibile, in ottemperanza alla mission istituzionale, essere rifiutato, finendo con l’esporre l’unico operatore previsto ad un consistente rischio personale.
Pertanto questa Organizzazione ritiene inammissibile:
 
– che un mezzo nautico VVF stazioni presso il presidio acquatico senza essere coinvolto nel dispositivo di soccorso
– che tale mezzo nautico possa essere governato da un solo operatore.
 
Ritiene viceversa che il gommone sia indispensabile per organizzare un servizio di soccorso acquatico realmente efficace e non soltanto di facciata e che debba essere governato da un congruo numero di operatori.

Il coordinatore provinciale CGIL
Rossi Claudio

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