Roma, 29 settembre 2011
Al Capo del D.A.P.
Pres. Franco Ionta
Al Vice Capo Vicario del D.A.P.
dr. Emilio di Somma
Al Vice Capo del D.A.P.
dr.ssa Simonetta Matone
Al Direttore Generale del Personale e della Formazione
dr. Riccardo Turrini Vita
e, p.c. All’Ufficio per le Relazioni Sindacali D.A.P.
d.ssa Piera Conte
Oggetto: Incarichi dirigenziali
Nel corso dell’incontro dello scorso 26 luglio, tra le OO.SS. rappresentative della Dirigenza penitenziaria e i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, il Capo del Dap, considerate le numerose e complesse tematiche emerse nonché preso atto delle pressanti richieste di confronto tra le parti, assunse l’impegno di programmare incontri periodici sulle problematiche del settore e più specificamente afferenti la dirigenza penitenziaria.
Uno degli argomenti del quale si è particolarmente discusso e sul quale è stata richiesta una puntuale ed opportuna attenzione, è stata la mobilità dei dirigenti, tematica sulla quale si convenne di avviare necessariamente una discussione più approfondita e quindi mirata.
A tutt’oggi constatiamo che l’intento, benché sostenuto e sollecitato anche informalmente, non ha trovato ancora la necessaria e quanto mai opportuna conferma.
Intendiamo, infatti, evidenziare che presso la sede centrale del DAP, con modalità quanto meno discutibili sul piano della trasparenza, sono stati trasferiti con provvedimenti di missione, dalle sedi periferiche (Istituti penitenziari e UEPE), dirigenti cui sono stati conferiti anche incarichi dirigenziali di livello superiore.
Senza entrare assolutamente nel merito della professionalità dei funzionari interessati, si intende denunciare come tale “impropria” mobilità abbia lasciato in serie difficoltà organizzative ed operative le strutture di provenienza, alcune delle quali particolarmente complesse, e che a tutt’oggi risultano ancora prive del dirigente titolare.
Inoltre, è evidente che tali provvedimenti assumono un carattere deleterio nei confronti del funzionamento dell’amministrazione, considerandoli nel contesto di criticità emergenziale ben noto in cui versa il sistema penitenziario, con le ovvie ricadute negative per la gestione della popolazione detenuta e l’organizzazione del lavoro.
Un vero e proprio, concreto, stato di abbandono, aggravato dalla sensazione di un inesorabile declino del settore e del sistema sul quale ben potrebbero essere indicate precise responsabilità dirigenziali ed amministrative di danno erariale.
Crediamo sia ora di fare chiarezza e di definire un efficiente progetto organizzativo mirato ad ottimizzare al massimo le risorse centrali e periferiche.
La Fp Cgil, pertanto, determinata a battersi per il ripristino delle regole e della legalità ribadisce la necessità e l’urgenza degli incontri programmatici, peraltro assicurati.
In attesa di riscontro si porgono cordiali saluti
Il Segretario Nazionale FPCGIL
Antonio Crispi