La Banca Centrale Europea si occupa di bilanci, di moneta, di mercati, un Governo dovrebbe occuparsi certamente anche di queste cose, mettendole però in relazione con la coesione sociale e il futuro del Paese.
Un Governo dovrebbe avere delle politiche e non limitarsi ad eseguire ordini che arrivano da istituzioni che si arrogano il diritto di dettare soluzioni che incidono pesantemente sulle scelte politiche dei Paese, pur non avendo nessun mandato democratico.
La BCE si occupa dei conti, un Governo dovrebbe occuparsi di far quadrare i conti combattendo l’evasione fiscale e l’illegalità fatta di lavoro nero, corruzione e mafie che tanto costano all’Italia.
La BCE non potrebbe decidere le politiche di un Paese sovrano se quel Paese avesse credibilità ed avesse fatto il suo mestiere per contrastare la crisi invece di negarla.
Il diktat della BCE è stato recepito senza colpo ferire non solo perché questo Governo non è nelle condizioni di negoziare nulla, ma perché queste misure sono in sintonia con la scelta di scaricare sui più deboli i costi della crisi, scardinare il sistema di welfare e rendere residuale il ruolo pubblico.
Ma noi non ce ne facciamo una ragione, anche se a dirlo è la BCE e non ci rassegniamo a questo stato di cose, perché un’altra strada per uscire dalla crisi esiste ed è possibile.
Con le nostre proposte continueremo a contrastare questa sciagurata manovra e saremo in tantissimi in piazza a Roma l’8 ottobre per dire che “Pubblico è futuro”.
Roma 29 settembre 2011