Solidarietà alle popolazioni colpite. Finita la protezione civile dei grandi eventi festosi. Ora protezione civile dei grandi interventi operosi . Comunicato stampa di Antonio Crispi, Segretario Nazionale Fp-Cgil

08 Novembre 2011

Solidarietà alle popolazioni colpite. Finita la protezione civile dei grandi eventi festosi. Ora protezione civile dei grandi interventi operosi . Comunicato stampa di Antonio Crispi, Segretario Nazionale Fp-Cgil

 
Il Presidente del Consiglio sostiene che i danni di queste recenti alluvioni sono dovuti al fatto che si è costruito male e dove non si doveva, omettendo che il suo Governo ha premiato chi lo ha fatto, attraverso i condoni. Il Presidente del Consiglio, benché sia autorità di protezione civile, condona a favore di chi ha costruito nei letti dei fiumi e ha approfittato della propria condizione e del proprio ruolo per sfruttare e massacrare il territorio, perseguendo un devastante tornaconto.

Di nuovo il divario tra istituzioni e popolo si allarga perché alle esigenze di ricostruzione non si aggiunge una coerente azione di governo. Nessuna notizia dal Ministero dell’Ambiente o da altri organismi di Governo, tutti attardati nella stanca difesa dell’esistente e incapaci di progettare interventi di tutela del territorio e di riassetto urbano.
 
Nel contempo il Capo Dipartimento della protezione civile (DPC) afferma che “… bisognerebbe recuperare un patto sociale tra i cittadini e le istituzioni, che devono essere attente e competenti”. Tale affermazione è condivisibile così come è encomiabile il suo invito a non inveire contro i Sindaci. Affermazioni che segnano una bella discontinuità con il passato. Ad esse si aggiunge il fatto che, seppur tra mille difficoltà, il DPC diretto da Gabrielli sta facendo qualcosa per i piani nazionali di protezione civile. Ne prendiamo atto con grande soddisfazione.

Vanno aiutati dunque i territori meno virtuosi. Basta con condanne e richiami insensati!

Ciò detto, non ci spieghiamo perché dallo stesso Dipartimento guidato da Gabrielli, a mezzo stampa, si punta l’indice contro i Sindaci, accusandoli in pratica di non fare niente. Bene ha fatto l’Anci a reagire a questo insulto, perché tale è!

É ora che i cittadini sappiano come funziona la macchina degli avvisi meteo: lo Stato ha speso miliardi per avvertire le regioni e le avverte; le stesse, che hanno speso milioni per ricevere l’avvertimento, avvisano i Sindaci che non hanno però fondi dedicati, perché questi ultimi sono decisi e gestiti altrove, per esempio proprio al DPC e presso le Regioni.

I Sindaci, senza risorse, senza potere reale, non potendo nulla decidere, sono contemporaneamente l’unica Autorità di protezione civile sul territorio (non delegati, ma Autorità!) e devono da soli provvedere alle magnifiche “otto azioni” previste anche da recenti direttive della Presidenza Consiglio dei Ministri su suggerimento del DPC.

Sosteniamo dai tempi della SPA che o i dirigenti del DPC, tutti nominati dall’ex Capo Dipartimento in “linea ereditaria”, sono in grado di assolvere ai loro compiti, o è meglio andare al più presto all’individuazione di una nuova classe dirigente capace di non inveire contro i Sindaci e in grado di preservare la pubblica e privata incolumità.

Infine, su ciò che è accaduto in Liguria e altrove, è d’obbligo il silenzio, in rispetto delle vittime e dei soccorritori, ancora al lavoro. Ed è meglio tacere sulla passerella “europea” che il DPC organizzerà proprio questo fine settimana. Dal canto nostro sospenderemo le iniziative di lotta previste, a Roma, per contrastare il modello che si sta tentando di affermare in UE. Un modello che, per grandi linee, abbiamo già visto all’opera nel nostro Paese e i cui danni sono sotto gli occhi di tutti.

Finiti i tempi dei “grandi eventi” festosi è ora di voltare pagina e riprendere il cammino dei grandi interventi operosi. C’è bisogno di aria nuova e di una classe dirigente nuova all’altezza del compito che è chiamata da assolvere.
 
Roma, 8 novembre 2011

 
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