Il giorno 17 novembre 2011 si è svolta l’assemblea nazionale del coordinamento dei lavoratori penitenziari e della giustizia minorile Fp Cgil alla quale hanno partecipato delegati ed eletti FpCgil nelle RSU dei posti di lavoro nonché le delegazioni trattanti dei coordinamenti DAP e della Dirigenza penitenziaria. Presenti all’incontro anche alcuni componenti delle segreterie territoriali FpCgil.
Sono intervenuti, inoltre, il Segretario generale FpCgil Rossana Dettori ed il segretario Nazionale FpCgil -Funzioni Centrali Antonio Crispi.
La discussione ed il confronto pur nel rispetto dell’ordine del giorno si sono concentrati e sviluppati in maniera particolare sulla tematica dei “ruoli tecnici” della polizia penitenziaria argomento sul quale in questi ultimi mesi si è focalizzata nuovamente l’attenzione dei lavoratori del comparto ministeri soprattutto a seguito dell’audizione delle OO.SS. alla commissione lavoro del senato in merito ai disegni di legge Catanoso, Carlucci e altri che dal 2008 sembrano rappresentare, per alcune OO.SS., un punto fermo, la panacea per la soluzione delle annose ed endemiche problematiche del personale penitenziario afferente al comparto Ministeri.
Le diverse proposte hanno sviluppato nel tempo ciclicamente forti aspettative tra il personale proiettato in una dialettica confusa e a tratti ingannevole o basata su informazioni imprecise soprattutto quando si sono poste in parallelo altre esperienze , quella del corpo dei vigili del Fuoco, quella del Corpo Forestale o della Polizia di Stato.
La FpCgil per favorire un costruttivo sereno confronto tra e con i lavoratori ha inteso approfondire la questione elaborando un documento nel quale sono stati evidenziati gli effetti e le problematiche dal punto di vista contrattuale e funzionale dei “ruoli tecnici” già esistenti in altri corpi di polizia e come la trasposizione di tali collaudate esperienze nel contesto penitenziario possa trovare allocazione senza ricadute devastanti per i lavoratori e per il mandato istituzionale di riferimento che, nonostante l’approccio alla tematica sia stato fondamentalmente laico, risultano evidenziarsi fortemente.
L’assemblea ritenendo infruttuoso e forviante improntare la discussione sull’analisi dei disegni di legge per le evidenti inesattezze ed incongruenze nelle stesse riscontrate riguardo sia l’ordinamento professionale del personale e sia i compiti istituzionali loro demandati, ha preferito avviare la riflessione ed il confronto sulla effettiva necessità e possibilità di valorizzare le professionalità penitenziarie e le loro competenze perché siano considerate e, quindi, riconosciute come “specialistiche” del mandato istituzionale di riferimento senza per questo modificare il loro status giuridico ed in quanto tali adeguatamente retribuite.
Una discussione appassionante che ha superato il gap determinato dai disegni di legge che prevedono il personale penitenziario del comparto ministeri confluire nei “ruoli tecnici” della polizia penitenziaria, obiettivo che sembrerebbe eluso persino dai firmatari e quindi promotori delle proposte i quali, evidentemente in difficoltà anche per le ultime vicende politico-governative, nel corso di una iniziativa promossa dai sostenitori, hanno evidenziato un certo disinteresse alla questione.
I contributi offerti dai compagni presenti all’assemblea di coordinamento si sono rivelati particolarmente preziosi e degni di attenzione e di approfondimento ed essi troveranno la giusta sintesi in una proposta e la loro concretezza attraverso lo strumento contrattuale in particolare quello integrativo di comparto.
A tal proposito è stato ribadito l’iniquità del contratto integrativo nazionale Giustizia del 2010, siglato dalla minoranza delle OO.SS., che ha demansionato e mortificato ulteriormente le professionalità.
La Fp Cgil ne ha chiesto, come è noto, fin da subito l’annullamento nella consapevolezza che la riaffermazione delle competenze operative ed il riconoscimento specialistico delle professioni penitenziarie sia uno, se non il primo, degli aspetti che possono contribuire a dare dignità al contesto e a tutti i lavoratori che nello stesso esprimono il loro agito professionale ed il loro sapere specialistico fortemente in linea con i principi istituzionali.
Vi terremo informati sugli sviluppi e auspichiamo , inoltre, nel prezioso contributo che vogliate nel merito offrire per condividere al massimo i contenuti della piattaforma contrattuale che presenteremo.
Roma, 23-11-2011
Il coordinatore nazionale DGM Il coordinatore nazionale DAP
Macigno Lamonica