Mibac: lavori insalubri – ancora istruzioni per la vertenza

23 Novembre 2011

 
 

LAVORI INSALUBRI: ANCORA ISTRUZIONI PER LA VERTENZA

   
COMUNICATO
 

Di seguito il parere che ci ha cortesemente fornito l’avvocato Paolo Montaldo, che chiarisce ulteriormente i termini giuridici della vertenza. Come avrete modo di notare si sottolinea che la vertenza deve essere indirizzata alla Corte dei Conti ed aggiungiamo che questa procedura deve essere avviata sia da chi è ancora in servizio che da coloro che sono già in pensione.
Ovviamente siamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Roma, 23 novembre 2011 

FPCGILBAC Nazionale
Claudio Meloni

 

 

 
Il DPR 1092/73 prevede che gli operai addetti a lavori insalubri ottengano una sorta di supervalutazione dell’anzianità di servizio ai fini pensionistici; in sintesi, il periodo di effettiva adibizione a tali lavorazioni comporta un incremento del percentuale dell’anzianità, a valere sulla pensione.
La individuazione dei lavori insalubri è stata effettuata  con apposita tabella; tra le varie fattispecie, ve n’è una che riguarda i ricercatori del Ministero dei Beni Culturali.
Costoro infatti sono stati in alcuni periodi, tutti documentati o documentabili, a contatto con tali sostanze, tanto è vero che proprio in ragione di tale esposizione hanno percepito negli stessi periodi l’indennità di rischio.
Con l’ausilio della CGIL F.P. molti di costoro hanno chiesto che venisse riconosciuto il loro diritto alla suddetta supervalutazione ai fini pensionistici.
Il Ministero ha peraltro negato tale diritto rifacendosi al testo della norma di legge che esplicitamente concede tale beneficio ai soli appartenenti alla carriera operaia.
E’ assai probabile che il legislatore del 1973 non abbia preso in considerazione l’ipotesi che ai lavori insalubri e in particolare a quello di cui si discute potessero essere adibiti anche lavoratori non operai, probabilmente perché all’epoca l’esposizione e la manipolazione di alcune specifiche sostanze era previsto che venisse effettuata solo da operai.
E’ chiaro però che la disposizione va letta secondo principi costituzionali. Non ha senso che la esposizione alle medesime sostanze comporti solo per alcuni un riconoscimento ai fini pensionistici in ragione di un fattore puramente estrinseco quale è la appartenenza ad un carriera piuttosto che ad un’altra: ciò infatti si risolve in una palese violazione dei principi di uguaglianza e di imparzialità dell’azione della P.A.
Si sta quindi consumando una palese ingiustizia in danno dei restauratori e dei fotografi.
Le iniziative sindacali hanno indotto l’Amministrazione ad un approfondimento della questione.
Peraltro c’è il rischio che questo si risolva solo in una dilazione senza esito delle determinazioni finali. E’ assai probabile che l’Amministrazione pur dopo l’approfondimento riconfermerà la sua lettura rigida e formalistica della norma di legge ribadendo che solo gli operai possono usufruire del beneficio.
Per tale ragione va valutata l’opportunità di un’azione legale per riconoscere anche ai restauratori ed ai fotografi esposti alle sostanze nocive di cui alla tabella di ottenere l’incremento percentuale della anzianità ai fini pensionistici.
L’azione va proposta alla Corte dei Conti della regione in cui risiedono i lavoratori interessati, a prescindere dalla loro sede di lavoro; nel ricorso verrà sollevata la questione di incostituzionalità della legge che discrimina senza ragione lavoratori che sono sottoposti agli stessi rischi e che però vengono trattati diversamente quanto agli effetti sulla pensione.

 
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