VVF – Protezione Civile nel Ministero dell’Interno? Una diatriba infinita.

30 Novembre 2011

 

Protezione Civile nel Ministero dell’Interno?
Una diatriba infinita.

 

30.11.2012 –  Alcune notizie diffuse dalla stampa nei giorni scorsi hanno portato alla ribalta uno dei temi che ciclicamente riaffiorano nel dibattito politico.

I paradossi e le antinomie del servizio nazionale di protezione civile prestano il fianco, di tanto in tanto, a riesumati tentativi di metterne in discussione la collocazione istituzionale, come se ciò fosse la panacea di tutti i mali del sistema.

Al di là dei giochi di equilibrismo sulle poltrone, anticipati peraltro da una circolare emanata dal Ministero degli Interni che ipotizza un ritorno al secolo scorso della gestione delle emergenze, il vero problema da affrontare è la tutela della popolazione e del territorio attraverso interventi mirati alla prevenzione dei disastri che, sempre più spesso, colpiscono il nostro Paese.

Per quanto ci riguarda, dunque, il sistema di protezione civile deve integrare al proprio interno tutti i diversi soggetti che concorrono all’attività di protezione della popolazione ed alla salvaguardia dell’ambiente, attraverso lo sviluppo di politiche relative alla previsione, prevenzione, pianificazione e gestione delle emergenze, con lo scopo di ottenere la più ampia riduzione dei rischi evitando, prima di tutto, perdite di vite umane e danni alla collettività.

In uno Stato civile e moderno, il soccorso e le attività di protezione civile debbono essere considerate un servizio sociale fondamentale per i cittadini.

In ragione di ciò, riteniamo indispensabile un immediato rilancio del ruolo svolto dal Corpo Nazionale nel sistema integrato di protezione civile contemperando, nello stesso tempo, l’interesse pubblico e l’esigenza di migliorare le condizioni economiche e professionali dei Vigili del Fuoco.

A tal proposito, con la legge 225/92, il legislatore immaginò di fondare la struttura pubblica nazionale di protezione civile sulle competenze tecniche e operative del CNVVF.

Tuttavia, successivamente, le deleterie scelte politiche hanno riservato un destino diverso per il Corpo, conducendo alla pubblicizzazione del contratto di lavoro di un’organizzazione paralizzata nel Ministero dell’Interno.

Oggi, purtroppo, siamo costretti a registrare il consuntivo negativo di un ordinamento che, oltre a limitare le tutele ed i diritti dei VVF, non ha portato alcun vantaggio né per il Corpo Nazionale, né per i pompieri, né per il servizio di soccorso.

Non solo, a tutto ciò si sommano gli effetti devastanti prodotti dalle ultime manovre finanziarie che rischiano di assestare il colpo definitivo alla nostra struttura organizzativa spingendola sull’orlo del collasso.

In definitiva, con sempre maggiore forza, emerge da più parti la necessità di riformare il sistema di Protezione Civile, ebbene, al riguardo, la nostra idea è quella di sviluppare un piano di lavoro che guardi al futuro del Paese, non di certo un progetto che si adegui alla politica dei tagli indiscriminati attualmente perseguita.

Un modello organizzativo che, per poter resistere all’alternanza delle diverse fasi storiche, dovrebbe essere legittimato da una seria ed imprescindibile discussione politica.

E’ gravissimo, dunque, a nostro modo di vedere, il mancato coinvolgimento di tutti i soggetti che sono parte integrante del sistema – forze politiche, istituzioni, amministrazioni – ma in particolar modo, è intollerabile l’esclusione delle parti sociali da un confronto che provocherà, certamente, pesanti ricadute sulle lavoratrici ed i lavoratori di tutto il settore. 

FP CGIL VVF NAZIONALE
Mario Mozzetta
 

 

 
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