L’Aquila – A quasi tre anni dal terremoto i Vigili del Fuoco senza caserma e senza soldi.

02 Dicembre 2011

L'Aquila – A quasi tre anni dal terremoto i Vigili del Fuoco senza caserma e senza soldi.

 
A più di due anni e mezzo dal sisma che ha distrutto L’Aquila, gran parte della caserma dei Vigili del Fuoco, compresa l’invidiabile palestra che, oltre a consentire il mantenimento fisico del personale, era anche a disposizione di diverse associazioni sportive cittadine, nonostante le promesse di una rapida cantierizzazione con tempi di abbattimento e ricostruzione nell’ordine dei 20/24 mesi, così come accade per il centro storico, è ancora inagibile e non si ha la benchè minima notizia in riferimento al suo recupero. E da quasi due anni le ore di servizio straordinario non vengono pagate. Migliaia gli interventi effettuati per far fronte all’emergenza e alle necessità di una città in ginocchio, pochi mezzi e pochi uomini ma tantissime ore di straordinario accumulate ogni mese e non pagate. Sono queste alcune delle cifre che fotografano la condizione in cui lavorano, ogni giorno, i vigili del fuoco dell’Aquila, impegnati nelle attività ordinarie, oltre che nei servizi legati al terremoto del 6 aprile 2009. A denunciare lo stato di abbandono in cui versano i pompieri aquilani sono i segretari provinciali di CGIL, FNS-CISL, UIL, CONAPO e CONFSAL, rispettivamente Vincenzo D’Aprile, Antonio Cococcia, Stefano Del Romano, Elio D’Annibale e Riccardo D’Agostino, in una nota congiunta.
 
“Ma le difficoltà economiche – puntualizzano i rappresentanti sindacali – non sono le sole con le quali ci troviamo a fare i conti: Gran parte della caserma è inagibile a livello più grave (E) e la maggior parte degli uffici è dislocata tra le casette di legno, costruite dopo il terremoto in un piazzale vicino al comando, e i container, come quello che ospita la ‘Sala crisi’. Inoltre le squadre sono sempre troppo poche per affrontare la mole di attività nella quale è previsto l’impiego dei Vigili del Fuoco: oltre al soccorso, alle urgenze e all’assistenza ai cittadini durante i recuperi di beni, ci occupiamo della raccolta  e del trasporto delle macerie, dell’assistenza alle ditte durante i traslochi, della messa in sicurezza e demolizione degli edifici a maggior rischio di crollo. Se siamo in difficoltà adesso, possiamo solo immaginare come sarà quando partirà la ricostruzione pesante. Può solo peggiorare”.
 
“Tutti gli altri Enti e Corpi dello Stato – prosegue la nota – hanno individuato una soluzione concreta per le loro sedi; noi siamo costretti a lavorare in locali inagibili e la cosa più incredibile è che dopo quasi tre anni, non si ha la minima notizia di come e quando il ‘problema caserma’ sarà risolto. E’ paradossale come da un lato, per tutelarne l’incolumità, prestiamo assistenza alla popolazione per permettere il recupero dei beni nelle abitazioni pericolanti e dall’altro, proprio noi, siamo costretti a lavorare in pessime condizioni di sicurezza, noi che la sicurezza, per mestiere, dobbiamo garantirla alla cittadinanza. Tutto ciò ha dell’incredibile e, a nostro avviso, è scandaloso”.
 
In merito all’organico in forza al Comando dell’Aquila CGIL, FNS-CISL, UIL, CONAPO e CONFSAL, lamentano la totale inadeguatezza dei numeri che il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ha garantito allo stesso. “A differenza di altre emergenze – puntualizzano – non è stato possibile far rientrare tutto il personale residente a L’Aquila ed in servizio fuori sede; non è stato possibile potenziare stabilmente l’organico che risulta del tutto insufficiente a garantire le attività ancora da svolgere; gran parte del personale temporaneamente dislocato in missione a L’Aquila, il 31 dicembre prossimo, sarà costretto a fare rientro ai Comandi di appartenenza, cosicchè i numeri torneranno ad essere quelli tristemente famosi della notte del terremoto, cioè appena 12 unità in servizio per garantire il soccorso alla città. Infine dobbiamo continuare a garantire i servizi post sisma impiegando personale in straordinario che dal 6 aprile 2009 lavora incessantemente e con turnazioni massacranti  sottraendolo di fatto alla propria vita privata, aggravando i disagi familiari conseguenti al terremoto, disagi tutt’ora drammaticamente presenti nella vita di tutti noi aquilani come dimostrato anche da recenti studi scientifici con i quali dovremo fare i conti ancora per diversi anni”.
 
“Ricordiamo – aggiungono i sindacalisti – che oltre al soccorso tecnico urgente, il Corpo dei Vigili del Fuoco, deve garantire tra l’altro: l’assistenza alla popolazione nel recupero dei beni ancora dovuta per Ordinanza sindacale; l’evasione di oltre 100 richieste ancora in attesa per coperture di tetti; la messa in sicurezza di un numero ancora consistente di edifici storici nel centro cittadino; la revisione delle opere di messa in sicurezza di circa 300 edifici che dovranno essere verificate in conseguenza del degrado naturale degli elementi lignei utilizzati”.
 
“Queste sono solo alcune delle maggiori criticità che quotidianamente siamo costretti a fronteggiare – conclude la nota – ed è bene che popolazione ed Istituzioni locali ne siano al corrente. Il nostro intento è quello di denunciare una situazione ormai ai limiti del collasso di cui il Dipartimento dei Vigili del Fuoco e il Governo, evidentemente, continuano a non rendersi conto, considerando i pompieri e la popolazione aquilana cittadini di serie B non meritevoli, nonostante il dramma che loro malgrado hanno subito, della giusta sicurezza e considerazione. Siamo pronti ad azioni di protesta incisive ed eclatanti e il nostro unico rammarico, sin d’ora, è quello che a rimetterci sarà, come al solito, l’anello debole della catena: il cittadino, per quanto incolpevole e bisognoso dei servizi che i vigili del fuoco erogano”.


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