Manovra: dov’è la discontinuità? Su pensioni, lavoro pubblico e welfare pagano sempre gli stessi. Comunicato Stampa di Rossana Dettori Segretaria Generale Fp Cgil

20 Dicembre 2011

Manovra: dov'è la discontinuità? Su pensioni, lavoro pubblico e welfare pagano sempre gli stessi. Comunicato Stampa di Rossana Dettori Segretaria Generale Fp Cgil

A quasi 24 ore dal Consiglio dei Ministri, nessuno è ancora in grado di leggere un testo ufficiale del decreto e siamo costretti a commentare una manovra così pesante sulla base di atti non ufficiali. Pesa inoltre il fatto che tali misure non siano state oggetto di una concertazione vera, ma di una semplice informativa. Nel riservarci, quindi, una più attenta analisi di tutto l’articolato ufficiale, esprimiamo un giudizio nettamente critico su almeno tre dei capisaldi attorno ai quali la manovra sembra ruotare.

La decisione di reintervenire sul sistema pensionistico, attraverso l’innalzamento dei limiti di età e di anzianità, è esattamente l’antitesi dell’equità perché conferma l’idea che la finalità del nostro sistema previdenziale non è quella di garantire diritti e condizioni di vita dignitose dopo il lavoro, ma solo ed esclusivamente quella di fare cassa sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori e perché si somma ai provvedimenti devastanti già assunti dal precedente Governo.

L’esempio di una lavoratrice pubblica è emblematico: una donna di una qualunque pubblica amministrazione si troverà costretta a lavorare fino a 66 anni e tre mesi, dopo che, non più di qualche mese fa, si era già vista innalzare la sua età pensionabile da 60 a 65 anni.

Così come la decisione di creare una “super Inps” senza confronto alcuno, senza garanzie di corretto funzionamento del nuovo super ente, senza verifica sui riflessi organizzativi e delle dotazioni organiche è profondamente rischiosa: oltretutto non si rinviene alcuna indicazione su come da tale accorpamento si deducano risparmi.

Forte preoccupazione, infine, anche per le norme che riguardano gli Enti locali: ancora una volta, infatti, ritroviamo tagli al sistema delle Autonomie locali che avranno forti ripercussioni sul mantenimento di servizi essenziali e sul personale dipendente. Ad aggravare il conto vi è un provvedimento che introduce forti elementi di incertezza sulle Province italiane, in assenza di un disegno organico di riforma istituzionale.

Leggeremo il testo ufficiale e metteremo in campo tutte le iniziative di mobilitazione, nessuna esclusa, a partire da presidi in tutti i posti di lavoro, affinché  in sede di conversione del decreto si intervenga per ristabilire quel segno di equità e sviluppo che ad oggi, nei testi rinvenuti, risulta completamente assente; compresa, ovviamente, l’assunzione di un piano di investimenti sul lavoro pubblico, sulla contrattazione collettiva ed integrativa aziendale, sulla stabilizzazione del lavoro precario.

Roma, 5 dicembre 2011

 
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