“La soppressione di Inpdap ed Enpals e l’accorpamento di questi enti all’Inps, prevista dal decreto legge “Salva Italia”, è stata frutto di una scelta politica frettolosa, assunta in assenza di un confronto con le organizzazioni sindacali e di una vera programmazione”. E’ duro il giudizio dei segretari generali Rossana Dettori (Fp-Cgil), Giovanni Faverin (Cisl-Fp) e Benedetto Attili (Uil-Pa) sulla norma relativa al cosiddetto “Super-Inps” contenuta nella manovra economica.
Già in occasione dello sciopero generale del lavoro pubblico Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa avevano criticato tanto le modalità e i tempi di questo accorpamento, quanto la totale assenza di garanzie sul fronte dell’occupazione e dell’erogazione dei servizi ai cittadini. Critiche che i tre segretari ribadiscono con forza, ricordando che gli enti in questione gestiscono risorse dei lavoratori prevalentemente destinate a tutelare il loro futuro. “Incomprensibile, ad esempio, la previsione di circa 800 possibili esuberi, come l’assenza di indirizzi politici che evitino la semplice sommatoria di risorse e strutture, la mancata indicazione dei settori e delle funzioni che dovrebbero produrre reali risparmi e non tagli lineari”.
“Il Governo apra il confronto sui punti critici del provvedimento e spinga affinché si giunga all’apertura del tavolo per la contrattazione integrativa, per uniformare i trattamenti dei lavoratori e affrontare la riorganizzazione degli uffici” è la richiesta congiunta delle tre sigle. “La vera riorganizzazione del sistema previdenziale e assistenziale non può avvenire senza un progetto su funzioni, organici, presenza sul territorio e razionalizzazione delle spese”.
“Siamo aperti al confronto – concludono Dettori, Faverin e Attili – purché si abbandoni l’unilateralità delle decisioni e si tuteli l’occupazione, l’offerta dei servizi e la loro qualità. Allo stesso modo riteniamo necessario predisporre un piano industriale che, abbandonate le velleità ragionieristiche, affronti il nodo dell’organizzazione dell’ente puntando ai veri sprechi senza colpire i diritti dei lavoratori e scongiurando il pericolo di un ridimensionamento del welfare”.
Roma, 4 Gennaio 2012