VVF – Rischio amianto nei Vigili del Fuoco: i dati Renam.

30 Gennaio 2012

News

 

RISCHIO AMIANTO NEI VIGILI DEL FUOCO:
I DATI RENAM.

 

E’ notizia di questi ultimi giorni l’inclusione dei Vigili del Fuoco nelle categorie che sono state, o sono ancora, a rischio amianto.

58 pompieri sono deceduti per mesotelioma pleurico o peritoneale, provocati dall’inalazione dell’amianto a causa delle operazioni di spegnimento degli incendi che hanno interessato strutture coibentate con l’asbesto.

Un avvelenamento “fulmineo” e devastante per i Vigili del Fuoco, poiché l’inalazione di amianto sarebbe avvenuta in maniera concentrata durante le operazioni di estinzione delle fiamme che hanno liberato la sostanza tossica.

La FP CGIL VVF già nel corso dell’anno 2005 ha avviato, in collaborazione con l’INCA CGIL, una vertenza generalizzata contro l’INAIL per tentare di ottenere il beneficio sul trattamento pensionistico per i lavoratori esposti all’amianto.

Al riguardo, per ciò che concerne la normativa vigente, rammentiamo che l’articolo 47 della legge 326/03 ha esteso i benefici sul trattamento pensionistico per i lavoratori esposti all’amianto, anche non iscritti all’INAIL, modificando l’art. 13 della legge 257 del 1992 che, pur riconoscendo tali diritti, escludeva i Vigili del Fuoco in quanto non tutelati dal sistema assicurativo dell’Istituto Nazionale Infortuni sul Lavoro.

Successivamente con circolare dell’11 gennaio 2004 N. 90, l’INAIL stessa ha indicato i Vigili del Fuoco tra le categorie di lavoratori alle quali poteva essere esteso il beneficio in discussione che, in particolare, determinava un vantaggio economico sul calcolo della pensione, ovvero la maggiorazione dell’1,25% per l’intera vita lavorativa con un periodo minimo di 10 anni di esposizione, ma non poteva comportare un aumento contributivo ai fini del collocamento a riposo.

Tale normativa, inoltre, ha stabilito dei parametri elevatissimi di esposizione, ovvero 100 fibre/litro, ogni giornata di 8 ore, per cui rischiavano di essere esclusi anche quei lavoratori che avevano lavorato in modo continuativo ed a diretto contatto dell’amianto.

Per quanto riguarda il Corpo Nazionale, hanno avuto la possibilità di richiedere l’applicazione della normativa i Vigili Permanenti, i Capi Squadra, i Capi Reparto e i Funzionari Tecnici che alla data del 2 ottobre 2003 avevano compiuto dieci anni di servizio.

Oltre tali difficoltà, un ulteriore ostacolo ha riguardato la possibilità di ottenere la certificazione richiesta per la dimostrazione di tale esposizione, a causa dell’indisponibilità di molti dirigenti a compilare i modelli elaborati.

Nonostante il persistere di una serie di impedimenti che non rendevano semplice la soluzione di tale vicenda, l’INCA nazionale ha inoltrato tutte le richieste di coloro che hanno voluto avvalersi del patrocinio legale della stessa.

Dunque, in questi giorni, per tutte le lavoratrici ed i lavoratori che hanno presentato entro giugno 2005 la domanda di certificato dell’esposizione all’amianto, utile ai fini del riconoscimento dei benefici previdenziali previsti dal Decreto interministeriale del 27 ottobre 2004 (G.U. n. 295 del 17 dicembre 2004), L’INCA CGIL mette a disposizione le proprie strutture per rivedere i livelli dell’esposizione alla luce dei nuovi dati presentati nel Terzo Rapporto Renam (Registro nazionale mesoteliomi), come segnalato nella newsletter che pubblichiamo, di seguito, in allegato.

Per quanto concerne, altresì, l’esposizione all’amianto conclamata da malattia, la CGIL offre, a tutti i lavoratori che hanno contratto tali patologie, la consulenza medico legale nelle situazioni in cui occorre promuovere un contenzioso amministrativo e/o giudiziario nei confronti degli Istituti previdenziali, della Pubblica Amministrazione e del Servizio sanitario nazionale.

Qualsiasi informazione può essere richiesta alle strutture territoriali dell’INCA CGIL e/o ai coordinatori regionali e provinciali FP CGIL VVF

                                         
Mario Mozzetta

 

 
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