Funzioni centrali: il nuovo ente previdenziale – comunicato

28 Febbraio 2012

 
 

IL NUOVO ENTE PREVIDENZIALE

    
 
L’iniziativa “Dai diritti ai diritti – dal lavoro pubblico ai cittadini” del 22 febbraio che abbiamo organizzato unitamente alla segreteria della FP CGIL Lazio presso la direzione generale INPDAP e che ha visto la  partecipazione della Segretaria Generale Rossana Dettori, di Morena Piccinini presidente dell’INCA CGIL, dello SPI CGIL e della Segretaria confederale Vera Lamonica ,  ha costituito un momento importante  per riaffermare il significato e l’importanza dell’elezione delle RSU nei nostri posti di lavoro, per fare il punto sulla scelta governativa di sopprimere Inpdap ed Enpals, unificare la gestione dei servizi previdenziali, e per discutere delle problematiche conseguenti alla emanazione dell’art. 21 del Decreto cosiddetto “salva-Italia”.
 
L’analisi politica di contesto ha trovato tutti concordi nel ritenere che l’attuale governo tecnico non sta semplicemente attuando politiche di cassa per far fronte all’emergenza finanziaria e dei conti pubblici del Paese, ma sta realizzando vere e proprie riforme strutturali che ridisegnano il tessuto economico e sociale del Paese.
 
E proprio in quest’ottica va inquadrata la soppressione dell’Inpdap e dell’Enpals e l’istituzione di un nuovo Ente  che, al di la degli obiettivi economici dichiarati, rischia di portare alla riduzione del welfare pubblico, realizzando per questa via una vera e piu’ radicale controriforma previdenziale.
 
Gli stessi primi atti compiuti dal Presidente “plenipotenziario” dell’Inps, compiuti al di fuori e al di sopra di ogni processo decisionale, disegnano sin d’ora una organizzazione del nuovo Ente e una articolazione delle sue attività che – se non modificate – spingeranno proprio in direzione di un ridimensionamento del carattere pubblico della previdenza del Paese.
Tutto ciò rende più convinta la Cgil nella  volontà di difendere con ogni mezzo e strumento la funzione pubblica del welfare, a garanzia del lavoro e dei diritti dei cittadini.
Solo se affidati alla gestione pubblica, infatti, i servizi del welfare possono mirare alla effettiva risoluzione dei problemi della cittadinanza, rispettando quel rapporto di equità che deve sempre esistere tra onere sociale e prestazioni all’utenza.

CGIL e Funzione Pubblica hanno, insieme a Cisl e Uil, sollecitato un confronto sia al ministro Fornero sia al Presidente Mastrapasqua, per verificare concretamente la possibilità di intervenire sulle criticità contenute nella norma, che rappresentano veri vizi d’origine che vanno corretti al più presto. Fra questi vanno evidenziati:
–  l’assenza di indicazioni sugli obiettivi e indirizzi per la riorganizzazione, il provvedimento appare  privo di strategia;
–  la determinazione assolutamente arbitraria (quasi casuale) dei risparmi da realizzare, manca un piano industriale.
–  la concentrazione di poteri e funzioni in testa ad una sola persona, senza alcuna idea di governance, senza nemmeno abbozzare un sistema di pesi e contrappesi, indispensabile ad una idea democratica di governo dell’Inps;
–  e, soprattutto, l’approccio alla questione dei lavoratori, tutta incentrata sul taglio secco di 700 posti di lavoro, dei cosiddetti soprannumerari.
 
Consideriamo quindi urgente l’apertura di un confronto con tutti gli attori della riorganizzazione.
Tale confronto, a giudizio della Cgil non potrà prescindere:
· dalla rimozione di qualunque ipoteca sull’occupazione, a partire dalla cancellazione dell’imposizione della messa in eccedenza dei lavoratori soprannumerari;
· dal superamento del blocco alle risorse destinate alla contrattazione decentrata nei posti di lavoro, per il riconoscimento delle professionalità esistenti, per i processi di formazione e riqualificazione e per gli istituti incentivanti, rimuovendo i limiti e le esclusioni disposte dal Dlgs. 150
· dal rafforzamento delle procedure di concertazione e contrattazione, nazionali e territoriali;
· da una maggiore responsabilità e consapevolezza del ruolo manageriale della dirigenza;
· dalla realizzazione di un piano industriale che chiarisca gli obiettivi del nuovo Ente per un effettivo coinvolgimento del lavoro e dell’utenza;
· dalla definizione di un nuovo sistema di governo dell’Ente, in grado di ricostruire equilibri democratici e di riaffermare la separazione netta delle funzioni, di indirizzo, di vigilanza e controllo e di gestione;
· dalla garanzia di una gestione trasparente e accessibile della banca dati e del casellario delle prestazioni sociali che rischia, altrimenti, di diventare un enorme strumento di arbitrario e opaco potere politico.
 
Questi sono gli obiettivi e il programma della CGIL che non intende relegare ad un ruolo marginale e secondario le RSU aziendali, ma che, al contrario, vede proprio nella prossima elezione la grande opportunità che hanno le lavoratrici ed i lavoratori di partecipare, come attori principali, agli obiettivi e alla realizzazione del programma della Cgil per il welfare italiano.
La RSU misurerà la rappresentatività del Sindacato e lo spazio decisionale che questo avrà per i 34 mila lavoratori che faranno parte del nuovo Ente, e determinerà l’effettivo ruolo dell’Ente nella società, sviluppando la qualità del lavoro e del servizio.
Tutt’altro che inutile e privo di indirizzi, come addirittura qualche altro sindacato afferma, sarà la RSU a dare voce, nei singoli posti di lavoro, alla volontà delle lavoratrici e dei lavoratori di difendere insieme alla natura pubblica dei servizi e del welfare, la qualità e i diritti del  lavoro. 
 
Questi gli impegni e questi gli obiettivi che saranno posti al centro del programma della Fp Cgil per l’elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie dell’Inps, dell’Inpdap e dell’Enpals. Insieme per i diritti.
 
Roma 23 febbraio
 

Per la Segreteria Nazionale FP CGIL
Salvatore Chiaramonte
                                                                                          

 
 
 
 
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