SUPERINPS: a sei mesi dal decreto SalvaItalia, ancora nessun piano industriale

06 Luglio 2012

SUPERINPS: a sei mesi dal decreto SalvaItalia, ancora nessun piano industriale. Nel frattempo si continua a giocare coi numeri, con le aspettative ed i timori delle lavoratrici e dei lavoratori. Comunicato Stampa di Vera Lamonica Segretaria Nazionale Cgil Rossana Dettori Segretaria Generale Fp Cgil

Sono passati circa sei mesi dall’approvazione del Decreto “Salva-Italia” che ha sancito l’accorpamento dell’INPDAP ed EMPALS all’INPS e continua a non essere esplicitato e reso pubblico un vero e proprio piano industriale e di riorganizzazione funzionale del nuovo Ente.

Ciò che del dibattito pubblico ha interessato in questi mesi l’INPS continuano ad essere indiscrezioni giornalistiche, veline e dichiarazioni stampa tutte giocate sui numeri: quelli relativi degli “esodati” della riforma Fornero, quelli dei possibili milioni di euro di risparmio che deriverebbero dal processo di accorpamento degli enti, quelli delle lavoratrici e dei lavoratori in esubero.

Da un Governo dei “tecnici” e da un Ente a caratteristica “operativa” ci aspetteremmo veramente qualcosa d’altro.

La si smetta una volta per tutte di giocare coi numeri; la si smetta di offrire alle lavoratrici ed ai lavoratori coinvolti in questo grande e complicato processo di riorganizzazione uno spettacolo così confuso, contraddittorio, schizofrenico e strumentalmente allarmista.

La risposta che ci aspettiamo è che si fornisca al dibattito pubblico un piano industriale credibile sul quale coinvolgere positivamente le lavoratrici ed i lavoratori.

La Cgil e la Fp Cgil chiedono a tutti di far cessare immediatamente quest’uso “contabile” dei temi che interessano l’INPS, a cominciare da quelli che interessano il lavoro, i livelli ccupazionali, le paventate mobilità.

In tutto il lavoro pubblico è partita la mobilitazione unitaria contro una “spending review” che per il Governo si traduce esclusivamente in riduzione di risorse per i servizi di welfare, di tagli ai livelli occupazionali, di compressione dei perimetri pubblici.

Questa mobilitazione attraverserà anche l’INPS, a maggior ragione se il quadro entro il quale quella riorganizzazione deve procedere è così desolante e approssimativo.

Roma 25 Giugno 2012

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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