MIBAC: Campania – nomine dei dirigenti

19 Settembre 2012

 

CAMPANIA INFELIX?

  
  
La vicenda delle nomine dei dirigenti in questo ministero ci appassiona particolarmente, non per una propensione al gossip, quanto piuttosto perché da queste scelte spesso si comprende pienamente quale è lo stile di governance del Ministro di turno. In questo caso il Ministro Ornaghi non pone in evidenza uno stile, diremmo che non ce l’ha proprio. Nel senso che tutte le scelte sono state operate in perfetta continuità con lo stile, che noi abbiamo più volte definito “spoil system all’italiana”, che ha finora caratterizzato il degrado della politica, proprio quello che ha comportato la scelta del “Governo dei Tecnici”. Ad esempio le scelte di “rinnovamento” della classe dirigenziale attuate di recente, con i criteri adottati per la destinazione dei dirigenti di fresca nomina, su cui è intervenuta, a quanto pare inutilmente, la stessa Corte dei Conti che addirittura ha adottato lo strumento deliberativo per il loro rigetto. Oppure la designazione dei nuovi componenti del Consiglio Superiore prorogato, di cui ha ampiamente disquisito la stampa rilevando la scarsa attinenza professionale dei loro curricola, estranei alle professionalità che normalmente vengono chiamate a svolgere tali delicate incombenze.
La vicenda delle nomine campane si inserisce  a pieno titolo in questo filone, non si comprende su quali basi valutative sono stati rinnovati contratti a dirigenti che finora non hanno certo brillato nella loro gestione. Ad esempio il caso della reggia di Caserta, che viene ampiamente descritto nel comunicato che ha inviato alla stampa nei giorni scorsi la Segreteria Regionale FP CGIL della Campania, e che peraltro è stato oggetto di numerose inchieste dei media che hanno evidenziato lo stato di inaccettabile degrado di uno dei siti architettonici più prestigiosi e belli che possediamo.
La Campania è una regione nella quale le scelte di governo del suo inestimabile patrimonio storico, architettonico, archeologico e paesaggistico hanno una valenza cruciale per le possibilità di ripresa di condizioni di sviluppo del suo tessuto economico e sociale. Basti pensare al caso Pompei, alla  dimensione quasi paradigmatica del degrado delle funzioni di tutela del nostro patrimonio che esso esprime in piena assonanza con il degrado del territorio circostante. O al caso dei Girolamini, con un direttore nominato sulla base di un curriculum che fa ridere i polli e che sottraeva sistematicamente il preziosissimo patrimonio di quella Biblioteca.
Ma tutto questo non  sembra minimamente intaccare le convinzioni che regnano al MIBAC: in epoca di valutazioni incontrollate sulla produttività individuale non sembra esistere uno strumento valido ed efficace della valutazione dei dirigenti. In questo caso il Direttore Regionale della Campania dovrebbe spiegare quali sono stati i meriti che hanno portato al rinnovo dei contratti di alcuni dirigenti, di sua specifica competenza, magari con la stessa solerzia con la quale ci ha motivato l’inesplicabile rimozione di un funzionario dalla direzione di un piccolo Archivio di Stato, un funzionario, non certo un dirigente.
Ma sappiamo che in questo ministero esistono quesiti che non avranno risposta, e siamo sufficientemente certi che anche in questo caso sarà così. Naturalmente questo non ci impedirà certo di proseguire con le nostre inziative di denuncia e mobilitazione, non rinunciamo alla nostra idea di un mondo migliore e non rinunciamo certo all’idea che la Campania con il suo bellissimo territorio si meriti ben altro che questo inaccettabile teatrino burocratico.
 
Roma, 19 settembre 2012

Claudio Meloni
FP CGIL MIBAC

 
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