Medici – Decreto Balduzzi, cure primarie: di male in peggio

11 Ottobre 2012

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Decreto Balduzzi, cure primarie: di male in peggio

Comunicato stampa di Nicola Preiti, Coord. Naz. Fp-Cgil Medici Medicina convenzionata

Roma, 11 ottobre 2012
Non era facile, eppure il Governo è riuscito nell’impresa di peggiorare la precedente stesura dell’Art.1 sulle cure primarie. Travolto da critiche ed emendamenti, tanto da essere stralciato dal Decreto, è stato riscritto persino peggio di prima: risorse zero, anzi in contemporanea si taglia ancora almeno 1 miliardo sul fondo sanitario; l’assistenza continua h 24 e 7 giorni su 7 rimane una chimera; si parla ancora di medici di guardia medica accanto al ruolo unico che non si capisce a chi si riferisca. Si propone poi di far fare l’assistenza primaria nelle RSA ai medici dipendenti, i medici di 118 non sono neanche presi in considerazione, e di ristrutturazione del compenso non c’è traccia.
Insomma le Regioni hanno le stesse possibilità normative ma con risorse ancora più ridotte. Quindi non c’è nessuna speranza che l’assetto assistenziale territoriale si possa così modificare. In più abbiamo una finta definizione dei tempi: 180 giorni per adeguare le norme della convenzione alle apparenti modifiche del decreto, e 90 giorni per poi fare gli accordi regionali.
E registriamo una “Prima” assoluta: il Ministro, scaduti i 180 giorni, adegua direttamente gli accordi nazionali.
Ma la nuova stesura accentua anche la spinta alla privatizzazione delle cure primarie che in molti abbiamo contestato: si mantiene la previsione di budget e strumentazione da assegnare direttamente a forme organizzative non definite. E si va oltre. Si aggiunge un inquietante punto F)bis che consente direttamente alle aziende la possibilità di stipulare accordi per l’erogazione di specifiche attività assistenziali, in particolare ai pazienti cronici.
Non si dice con chi e a che titolo. Non essendoci risorse aggiuntive, a chi vengono sottratte? Non è la gestione delle patologie croniche l’attività fondamentale dei medici di medicina generale?
Riteniamo questa previsione un incredibile colpo al servizio pubblico e ai medici che curano i pazienti cronici, un cedimento a quelle regioni, come la Lombardia con i suoi CREG, che vogliono privatizzare anche l’assistenza territoriale.
 
 

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