La Legge di Stabilità 2013, tra i tanti provvedimenti controproducenti per
l’offerta di servizi e punitivi per il lavoro pubblico, prevede una riduzione di
spesa degli enti pubblici previdenziali e assistenziali di almeno 300 milioni di
euro.
L’articolo 4 della Legge di Stabilità, qualora non dovesse subire modifiche,
potrebbe comportare un ulteriore taglio del salario accessorio dei dipendenti del
nuovo Inps e dell’Inail fino a 5.000 euro procapite su base annua e
l’azzeramento dei progetti per la produttività, compromettendo così il
funzionamento dei due enti che, allo stato attuale, garantiscono servizi al di
sopra degli standard europei dal punto di vista quali-quantitativo.
I risparmi di spesa possono essere effettuati operando su tutte le voci
improduttive degli enti, sui veri sprechi, sulle inutili e costose duplicazioni come
l’eccessivo e spesso immotivato ricorso a società di consulenza, gli affidamenti
esterni per la gestione del patrimonio immobiliare, le spese logistiche e ad
esempio accelerando l’unificazione delle sedi centrali e periferiche di Inps e
Inpdap o razionalizzando la spesa nel settore informatico, vero buco nero della
spesa di questi enti.
Il Governo Monti e il Ministro dell’Economia Grilli dovrebbero abbandonare la
loro ossessione per la riduzione dello spazio pubblico e iniziare ad ascoltare chi,
come gli esperti, gli operatori del settore e le organizzazioni sindacali, possono
individuare le disfunzioni e le aree della nostra spesa pubblica improduttiva
senza colpire i servizi e il salario dei lavoratori.
Roma, 16 ottobre 2012