Min. Lavoro e Politiche Sociali: LETTERA APERTA al Ministro Fornero

09 Novembre 2012

 
 

LETTERA APERTA AL MINISTRO FORNERO

 

  
                                                                           Roma, 9 novembre 2012
 
Al Sig. Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Prof. Elsa Fornero
                                            R O M A
 

         Egregio Ministro,
apprendiamo dalla stampa le dichiarazioni che Lei ha rilasciato, nel corso dell’audizione in Senato tenuta lo scorso 6 novembre, in merito all’umiliazione patita in occasione del riconoscimento del premio di produttività ai dirigenti del Ministero del Lavoro: “Umiliante dare premi uguali a tutti i miei dirigenti“- La Stampa; “Il ministro umiliato e i 188 dirigenti premiati d’ufficio“- Corriere della Sera; “Fornero da il massimo aumento ai dirigenti del ministero del Lavoro“- Libero.
Dello stesso tenore i titoli delle altre testate giornalistiche, alcune delle quali hanno anche pubblicato l’elenco dei dirigenti e la relativa retribuzione di risultato, citando quale fonte lo stesso Ministero (ilSole24ore), senza che nessuna informativa sia stata fornita alle organizzazioni sindacali.
         Ebbene Sig. Ministro, è desolante doverLe rappresentare un comune sentire della dirigenza e dei funzionari del Ministero che, a ragione e con cognizione di causa, subiscono l’umiliazione e il dileggio pubblico conseguenti alle sue inesatte dichiarazioni.
         Dichiarazioni che tra l’altro contraddicono fragorosamente quanto, invece, in virtù di sistema di valutazione che reca la Sua firma e che per assurdo si pretende essere retroattivo, è imposto ai Dirigenti e a tutto il personale dell’Amministrazione Lavoro.
Le Sue dichiarazioni, oltre a dare una visione distorta del Dicastero nel bel mezzo di una delicata fase di riorganizzazione del settore pubblico, non fanno altro che alimentare il già diffuso disagio del personale del Ministero, determinato da un ormai non più tollerabile mancato riconoscimento delle professionalità e dell’impegno, dai mortificanti livelli retributivi, dalle sciagurate politiche di smantellamento e riduzione delle strutture, del personale e dei presidi di legalità e vigilanza, dall’incertezza sulle prospettive future e dal persistere di una mancata definizione del ruolo e della missione del Ministero.
Evidentemente tale comune sentire non ha accesso alle Sue stanze e d’altra parte non potrebbe essere diversamente  quando si nega il confronto e il ruolo di rappresentanza del sindacato.
Veda Sig. Ministro, le donne e gli uomini che con orgoglio sono al servizio dei cittadini e alle dipendenze del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, le stesse persone cui Lei ha richiesto di far vivere la riforma che porta il Suo nome, avrebbero potuto spiegarle quanto rilevante e gravosa sia l’attività quotidiana a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, di contrasto al lavoro irregolare e all’evasione contributiva, di attuazione delle politiche conciliative e di regolazione del mondo del lavoro.
Le avrebbero fornito proposte e riflessioni utili a un rilancio dell’Amministrazione, all’affermazione del suo ruolo e alla valorizzazione delle funzioni di tutela e regolazione del mondo del lavoro.
         Abbiamo sperato in una smentita o almeno in una rettifica delle dichiarazioni riportate dalla stampa, in una sua dichiarazione a tutela dell’Amministrazione.
Invece nulla, come nulla è stato fatto per salvaguardare le strutture del territorio e il personale.
Nulla è stato fatto per cogliere l’occasione storica, offerta dai risultati dell’indagine dell’apposita Commissione Parlamentare sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, di ricondurre nuovamente allo Stato la vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro in tutti i settori.
Nulla è stato fatto, al contrario di altri Ministeri, per sottrarre le strutture del Ministero alle ragionieristiche politiche di riduzione della spesa portate avanti con irrazionali tagli lineari.
Nulla è stato fatto per evitare i tentativi della lobby prefettizia di un ritorno al passato più remoto, di certo non auspicabile per lo sviluppo di un Paese moderno e tra l’altro in danno del personale e del ruolo del Ministero del Lavoro.
Nella speranza di essere smentiti, sollecitiamo nuovamente il necessario confronto sui processi di riorganizzazione e di attuazione della revisione della spesa.
 
                                             p. la Segreteria Nazionale FP CGIL
                                                 Salvatore Chiaramonte

 
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