LE AMMINISTRAZIONI CENTRALI PRESIDIO E GARANZIA DEI DIRITTI COSTITUZIONALI
Sig. Ministro,
nel corso dell’incontro con il Ministro dell’interno del 7 novembre u.s. è stata consegnata alle OO.SS. una bozza di DPR di riorganizzazione delle funzioni del Ministero, all’interno della quale si configura la riorganizzazione delle funzioni degli Uffici Territoriali di Governo.
Lo schema di DPR è stato predisposto in attuazione della previsione contenuta nel D.L. 95/2012 che assegna agli UTG compiti di coordinamento e gestione logistica, strumentale e del personale di tutte le funzioni statali presenti con articolazioni organizzative sul territorio nazionale, ad eccezione della Giustizia, della Difesa e dell’Economia.
Esprimiamo, sulla proposta, estrema preoccupazione per almeno due ordini di motivi:
* Riteniamo sbagliato il metodo con il quale si intenderebbe perseguire una riorganizzazione della quasi totalità dell’apparato statale sul territorio. La Fp Cgil ha da tempo presentato una propria proposta di riorganizzazione delle articolazioni territoriali dello Stato, ma così come si sta prefigurando dalla discussione avviata con la Ministra Cancelleri, si sta decidendo di trattare questa delicatissima materia come se fosse questione interna al solo Ministero dell’Interno, evitando un pieno e trasparente coinvolgimento di tutte le altre Amministrazioni interessate. In sostanza il DPR interviene su Ministeri e Enti Pubblici che svolgono attività fondamentali al servizio dei cittadini (il Mibac, il Ministero del Lavoro, quello delle Infrastrutture, dell’Istruzione ed altri), senza che in quelle amministrazioni siano stati aperti confronti anche con le lavoratrici ed i lavoratori interessati su decisioni che riguarderebbero competenze istituzionalmente assegnate e prerogative di governo amministrativo delle strutture periferiche. Una operazione centralistica che non esitiamo a definire ai limiti della normale prassi democratica: il rischio è che in assenza di qualunque confronto a livello interistituzionale si possano produrre effetti che vanno ben al di là delle stesse previsioni normative. Secondo questo schema, infatti, gli Uffici territoriali di Governo delle città capoluogo di provincia, assumerebbero competenze non solo per quello che riguarda la riorganizzazione logistica degli Uffici, le spese di funzionamento e la gestione del personale, ma diventerebbero veri e propri centri gestori di tutte le attività degli Enti interessati, comprese quelle di programmazione economica, indirizzo e controllo sui livelli di efficacia ed efficienza dei servizi. Si va verso la creazione, di fatto, di super prefetti che avrebbero l’intero apparato dello Stato centrale alle proprie dirette dipendenze.
* Pensiamo che il progetto individuato nella bozza di regolamento non produrrà maggiori livelli di efficacia ed economicità. L’unico effetto presumibile del nuovo regolamento sarebbe quello di svuotare le amministrazioni interessate delle proprie funzioni mettendo in un unico calderone attività del tutto diverse e specifiche, quali, ad esempio, quelle che riguardano gli accertamenti ispettivi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e quelle che riguardano la programmazione delle attività della scuola pubblica. Tutto ciò non potrà che produrre una sostanziale diminuzione dei servizi, della loro efficacia e creerà, nella migliore delle ipotesi confusione fra gli operatori, disordine organizzativo e disorientamento nei cittadini. Va considerato, in aggiunta, che questo schema di DPR viene predisposto contemporaneamente alla determinazione dei tagli degli organici delle stesse amministrazioni centrali che saranno interessate dalla riorganizzazione territoriale. Insomma, mentre si tagliano gli organici, annunciando eccedenze e chiudendo ogni prospettiva occupazionale pubblica per il futuro, si svuotano servizi essenziali che dovrebbero realizzare la tutela dei lavoratori, la fruizione della scuola pubblica e la gestione del nostro patrimonio culturale.
Riteniamo, insomma, che gli effetti di questa impostazione e del provvedimento da essa ispirato saranno pericolosi per la consistenza, qualità ed efficacia dei servizi e per il lavoro pubblico destinato all’erogazione degli stessi: in nome del “risparmio” si potranno determinare condizioni di mobilità forzata sul territorio dei lavoratori e chiusura di Uffici a seguito del ridimensionamento delle Province e di Direzioni Provinciali o Regionali rese inutili dalla nuova prefigurazione degli Uffici Territoriali di Governo.
Tutto ciò, naturalmente, senza che si realizzi alcun serio confronto con le lavoratrici e i lavoratori e con le loro rappresentanze. A tal proposito evidenziamo ancora una volta che la federazione Cgil Funzione Pubblica ha già avanzato proposte su possibili assetti riorganizzativi degli uffici territoriali che tengono conto dell’esigenza di una reale razionalizzazione della spesa pubblica, ma con una idea di presenza dello Stato sul territorio che non dimentichi di porre al centro delle sue attività sempre e comunque il cittadino e l’universalità dei diritti che le Amministrazioni Centrali devono poter sempre garantire.
Nel salutarla cordialmente le confermiamo tutta la nostra disponibilità per un urgente incontro sulla materia.
Roma, 19 novembre 2012
p. la Segreteria Nazionale FP CGIL
Salvatore Chiaramonte