MIBAC – Comunicato 14 dicembre

14 Dicembre 2012

Comunicato 14 dicembre

 ACCORDI NAZIONALI DI APERTURA A RISCHIO!

 

Solo all’ultimo minuto è pervenuto il parere della Funzione Pubblica inerente la certificazione degli accordi di apertura straordinaria del 16 dicembre, per il progetto Carte di Natale e di Natale e Capodanno per i musei e le aree archeologiche. Ed è arrivato al termine di una mattinata convulsa, quando in un primo momento gli ineffabili dirigenti del Ministero della Funzione Pubblica, in un rigurgito di brunettismo, avevano deciso di non registrare gli accordi perché, secondo gli esimi, non è competenza del sindacato discutere dell’articolazione dei progetti e procedere alla verifica congiunta sul raggiungimento degli obiettivi. Pertanto è stato emesso un parere favorevole condizionato alla riscrittura dell’accordo depurato dei passaggi che riguardano i diritti di contrattazione. E lunedì siamo stati convocati per la sottoscrizione definitiva, sede nella quale ci verranno sottoposte le modifiche.
Un modo del tutto singolare di procedere: viene autorizzata una apertura straordinaria domenica e poi ci viene chiesto di modificare l’accordo relativo. Non ci stiamo. Non ci stiamo per le motivazioni puramente ideologiche che soggiacciono a queste richieste burocratiche e non ci stiamo perché ancora una volta si gioca a ricasco cercando di addossare eventuali responsabilità alle parti sindacali.
Pertanto: l’Amministrazione ha deciso, pur in presenza di osservazioni aventi la natura sopra riportata, di autorizzare con la Circolare n. 448   emessa in data odierna, l’apertura straordinaria del 16 dicembre.
L’Amministrazione avrà il preciso dovere di garantire il pagamento di quanto dovuto ai lavoratori e non potrà certo pretendere modifiche che, da parte nostra, non saranno certamente accettate. Gli accordi sottoscritti ricalcano in gran parte gli accordi che abbiamo fatto nel corso degli anni e che tanto giovamento hanno portato al MIBAC, in termini di aumento dell’offerta culturale e di fruizione del nostro patrimonio. E non saranno certo i burocrati della Funzione Pubblica a metterli in discussione.
Pertanto verificheremo lunedì anche se esiste la possibilità di mantenere le aperture di fine anno, o se invece avviare un percorso di mobilitazione perché non se ne può più. Abbiamo passato il tempo e sprecato energie a rincorrere le paturnie dei cosiddetti organi di controllo che ormai assedianno qualunque atto negoziale noi produciamo a tutti i livelli e fino all’ultimo noi e alcuni solerti funzionari dell’Amministrazione siamo stati impegnati a garantire che i lavoratori ricevessero il pagamento del dovuto, in uno slalom infinito tra MEF, Funzione Pubblica, UCB, Ragionerie Territoriali, ognuno dei quali ritiene di avere buon diritto ad intervenire pure sulle virgole che mettiamo. Basta.
Questo è un ministero in cui si erogano servizi e si fa produttività. Ci vuole rispetto. Per i lavoratori e per il Ministero. E per i cittadini. E invitiamo i dirigenti del Ministero a smetterla di fare i vasi di coccio: non possiamo permetterci di essere quelli che pigliano schiaffi dal primo che passa e diventare ostaggio di altri enti che ben poco sanno di quello che si produce e imperversano in nome dell’astratta meritocrazia.
 

LE FONDAZIONI ED IL RUOLO DEL SINDACATO 
 
prendiamo spunto da alcune affermazioni fatte dal Segretario Generale MIBAC, arch. Recchia, in un recente incontro con i rappresentanti sindacali territoriali lombardi, per puntualizzare doverosamente su una questione di non poco conto. Durante l’incontro il Segretario Generale ha affermato che non tocca ai sindacati discutere delle politiche culturali nel nostro paese, definendo il nostro ruolo solo nei ristretti limiti delle tutele dei lavoratori che, nel caso della istituzione della Fondazione Grande Brera, non saranno messe in discussione. Questa affermazione contiene in sé una ovvietà e una macroscopica inesattezza. È infatti del tutto vero che il nostro principale compito è quello di tutelare i lavoratori, mentre è del tutto inesatto affermare che l’esercizio della tutela sindacale è estraneo alla discussione ed al confronto sulle politiche culturali che si fanno nel nostro paese.
E non riteniamo del tutto adeguato proporre questo tipo di argomentazione ai rappresentanti dei lavoratori giustamente preoccupati per il futuro della gestione di uno dei più importanti musei italiani e, allo stesso tempo, ignorare tutte le richieste di confronto che noi abbiamo avanzato sulla riorganizzazione dei servizi del Mibac sul territorio.
E ribadiamo: noi riteniamo l’operazione che si sta tentando con l’istituzione della Grande Brera del tutto inaccettabile dal punto di vista del modello gestionale proposto, in quanto non comporta risparmi significativi e scarica inevitabilmente sul costo del lavoro i conclamati propositi di efficienza ed economicità che dovrebbero caratterizzarne le finalità. E quindi il problema non può essere una disputa ideologica su statalisti e privatizzatori, quanto piuttosto la verifica dell’adattabilità di questi strumenti ai beni culturali, la cui gestione comporta inevitabilmente costi non recuperabili dal soggetto gestore. È pertanto del tutto noto che la gestione del personale e la necessità di  manutenzione dei siti sono costi non assorbibili, a  meno che si pensi che la tutela del bene e la sua conservazione non siano più il compito primario, a dispetto della stessa Costituzione. Come a noi pare pacifico che la fruizione e la valorizzazione di questi beni debbano comportare benefici per lo sviluppo economico del territorio in cui sono inseriti e non per il soggetto pubblico titolare della gestione.
Invece il Mibac continua ad accollarsi i costi di gestione diretta ed indiretta, basti pensare al ripianamento dei debiti del Maxxi (4,5 milioni di euro?) ed alla richiesta della neo Presidente Melandri di utilizzare personale del Ministero nella Fondazione. Questo in una situazione in cui la programmazione delle risorse per il 2013 comporterà ulteriori pesanti decurtazioni per effetto della spending review e di fronte all’emergere di insostenibili situazioni debitorie che emergono in diversi Istituti. E dove non lo fa, come nel caso dell’Egizio, settori delicati come la vigilanza vengono colpiti da condizioni inaccettabili di dumping salariale con contratti cooperative a 7 euro l’ora e personale ridotto al minimo.
Pertanto noi invitiamo i vertici del Mibac ad una opportuna riflessione sullo stato del degrado del Mibac e sulle responsabilità connesse. Abbiamo ad esempio scoperto che i dirigenti di questo ministero prendevano la retribuzione di risultato in acconto e senza alcuna valutazione del raggiungimento degli obiettivi. Per non parlare dello sfascio organizzativo che mortifica i servizi sul territorio, del blocco delle politiche occupazionali, dello spoil system all’italiana che ha portato un ladro internazionale alla direzione della Biblioteca dei Girolamini. Non crediamo pertanto che le politiche culturali si possano fare tramite una visione taumaturgica degli strumenti privatistici, né declinando la teoria del ritiro dello Stato dai territori, né, tantomeno, affidando al volontariato la gestione dei nostri siti. Ma occorrono progetti seri di riorganizzazione dei cicli produttivi, riaprendo gli investimenti e le politiche occupazionali, responsabilizzando e valutando i dirigenti, ed è necessaria una autonomia dalle ingerenze della politica politicante con le questioni morali annesse.
E vogliamo infine ricordare che solo grazie all’impegno dei Lavoratori e del Sindacato che il Mibac ha potuto fare una decente politica di valorizzazione dell’offerta culturale, aumentando significativamente i livelli di fruizione. Quindi anche in questo caso pretendiamo rispetto.
 

SULLE RIQUALIFICAZIONI
 
Abbiamo avuto formale comunicazione della imminente (entro dicembre, ci viene detto) pubblicazione delle graduatorie definitive per i passaggi dalla seconda alla terza area. Ne prendiamo atto ma vogliamo segnalare le innumerevoli proteste circa il comportamento di alcune Commissioni regionali, che non hanno risposto in maniera adeguata ai quesiti ed alle richieste dei lavoratori, addirittura costringendoli a formali diffide e richieste di accesso agli atti. Abbiamo persino scoperto che alcuni lavoratori della prima area, che non potevano partecipare in base ai criteri del bando, sono stati ammessi invece ai corsi per poi avere la comunicazione di esclusione dalla graduatoria. E ci auguriamo con tutto il cuore che questi comportamenti non debbano produrre ulteriori contenziosi in questa storia infinita.
Inoltre vi alleghiamo le linee guida per la valutazione dei requisiti di partecipazione alle progressioni economiche e per  la valutazione dei titoli presentati, pubblicate con la Circolare n.446, e finalmente consegnate alle sub Commissioni regionali che adesso potranno procedere all’esame delle istanze di partecipazione.
 

SUGLI EX LSU

Abbiamo assistito in questi giorni ad una grave ingiustizia commessa nei confronti dei lavoratori ex Mirabilia, gli unici a cui è stato rinnovato il contratto solo a tempo determinato. La motivazione è ridicola in sé: questi lavoratori hanno avuto la sfortuna di avere la scadenza il 5 dicembre e di non aver potuto fruire di alcuna mini proroga del loro contratto, a differenza degli altri. Vale a dire che l’Amministrazione poteva benissimo concedere anche a loro una mini proroga per poi poter garantire la stabilizzazione in Ales. Ma questo non è avvenuto e non si riesce a comprendere le motivazioni. Abbiamo chiesto un urgente intervento del Ministro (ex) Ornaghi  insieme alla UIL, ma non abbiamo avuto risposta, come da prassi consolidata di questo Ministro che è veramente scivolato sull’acqua in questo suo effimero passaggio al Collegio Romano. Ma nessuno si illuda che la questione finisca qui: verso questi lavoratori c’è un preciso obbligo morale che il Mibac non dovrà mai dimenticare. E quindi noi pensiamo sia venuto il tempo di pensare seriamente ad un ingresso di tutti gli ex LSU nei ruoli del Ministero con le stesse modalità che si sono attuate per i provenienti dall’ex ETI, vale a dire in extra organico. E sarà la impellente richiesta che faremo al nuovo Ministro, nella speranza di trovarci davanti un interlocutore e non una immaginetta.
 

DPCM ORGANICI
 
ci vengono da più parti richieste di chiarimento sul destino del DPCM dopo la crisi di governo. È veramente difficile fare previsioni su questo iter, considerato che avrebbero bisogno di una norma che modifichi il termine del 31 ottobre previsto dalla legge. Ma, se non dovesse auspicabilmente andare in porto, noi non ci stracceremo certamente le vesti: con questo DPCM, infatti, siamo al doppio taglio; quello sulle possibilità occupazionali e quello del personale della prima area, sacrificato in modo indecente sull’altare della spending e dei numeri che necessariamente Patroni Griifi doveva tirare fuori per far vedere che c’è il risparmio. Anzi sarà una utile occasione per riprendere una questione, quella del fabbisogno professionale, in modo più adeguato alle esigenze del Ministero e dando risposta agli idonei delle riqualificazioni ed ai comandati in attesa pluriennale di entrare nei ruoli.
 

 

Cari saluti
                                                                         Claudio Meloni
 

 

NOTA  A  VERBALE
 

La scrivente parte sindacale ritiene pregiudiziale il rispetto del diritto di informazione preventiva previsto dalla normativa vigente. In particolare si richiamano gli obblighi di cui all’art.5, punto A.1, punto 1), lettera c) del vigente contratto integrativo in materia di informazione preventiva alle OO.SS. rappresentative.
Attesa la delicatezza della materia, che incide direttamente sui livelli di fabbisogno occupazionale del Ministero, si fa presente che il mancato rispetto delle prerogative di informazione sopra evidenziate darà luogo a specifiche iniziative tese al pieno ripristino di corrette relazioni sindacali.
 

Roma 4 ottobre 2012
 

Sottoscritto da: FPCGIL, FP CISL, UILPA, FLP, CONFSAL UNSA e UGL INTESA.
 

 

Comunicazione del dr. Parente – Dirigente Servizio IV OAGIP:
 

A margine della riunione odierna con le OO.SS. , si fa presente che la Direzione generale OAGIP nelle scorse settimane ha inviato una nota indirizzata a tutte le amministrazioni pubbliche che utilizzano in assegnazione temporanea personale Mibac al fine di valutare la disponibilità delle predette Amministrazione ad acquisire in mobilità il citato perso. In caso di esito positivo, ciò consentirebbe la possibilità di liberare ulteriori posti negli organici esistenti. L’Amministrazione ha fissato per fine ottobre il termine entro il quale le citate amministrazioni dovranno esprimere il proprio parere in merito.
 
          


 
 
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